tag:blogger.com,1999:blog-74385650495976410602024-03-22T15:10:26.881+14:00Berlino chiama RomaComprendere la cultura e i popoli di lingua germanica, i tedeschi, gli austriaci e gli svizzeriClaTihttp://www.blogger.com/profile/16226984577147606779noreply@blogger.comBlogger67125tag:blogger.com,1999:blog-7438565049597641060.post-44694416542365308352019-01-24T03:33:00.000+14:002019-01-24T03:34:12.109+14:00Dall'Austria con gusto<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXCP6gmr12OySk3GdfTo3KE8_UTmb3QWeHKgDIYewqJDpFSLjXeLepiPt_ApH3wUDQ8bWMdA9jfwCC4gP4VIJBkngkdryKgz99rLjmNDCU6Fq313H3n139kPfnZM2m81kafIoRrt1ES4Y/s1600/1410310707991.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="735" data-original-width="980" height="239" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXCP6gmr12OySk3GdfTo3KE8_UTmb3QWeHKgDIYewqJDpFSLjXeLepiPt_ApH3wUDQ8bWMdA9jfwCC4gP4VIJBkngkdryKgz99rLjmNDCU6Fq313H3n139kPfnZM2m81kafIoRrt1ES4Y/s320/1410310707991.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-size: 20pt; line-height: 107%; mso-bidi-font-size: 11.0pt;"><span style="font-family: Calibri;">Mamma mia, quanto è buona la cucina italiana!</span></span></i></b></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-size: 14pt; line-height: 107%; mso-bidi-font-size: 11.0pt;"><span style="font-family: Calibri;">Oggi è la "Giornata internazionale della cucina italiana". Lode,
lode, lode, perché un piatto di pasta scalda l'anima – che tu lo mangi in
Italia o no.</span></span></i></b></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt;">
<span style="font-size: 14pt; line-height: 107%; mso-bidi-font-size: 11.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><span style="font-family: Calibri;">Birgit Pichler 17 Jänner 2019</span></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt;">
<span style="font-size: 14pt; line-height: 107%; mso-bidi-font-size: 11.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><span style="font-family: Calibri;"><a href="https://www.kleinezeitung.at/lebensart/lokalerezepte/5563415/Essen_Mamma-mia-ist-die-italienische-Kueche-gut">Mamma mia, ist die italienische Küche gut!</a></span></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-size: 14pt; line-height: 107%; mso-bidi-font-size: 11.0pt;"><span style="font-family: Calibri;">A rigore,
molti piatti "tipicamente" italiani non sono nati in Italia.
L'origine della pasta, per esempio, affonda le sue radici nel tempo, i
vermicelli erano già conosciuti in Cina più di 4000 anni fa. La pizza o la focaccia
imbottita, sarebbero stati gli Etruschi o i Greci a sfornarli per la prima
volta. Ma ciò che l’Italia è riuscita a ricavarne è unico. Perché il cibo è
molto di più che ingurgitare calorie senza sentimento, e gli italiani sono campioni
del mondo del cibo preparato col cuore.</span></span></i></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-size: 14pt; line-height: 107%; mso-bidi-font-size: 11.0pt;"><span style="font-family: Calibri;">In nessun
posto ti senti più sicuro che in una cucina italiana, dove la nonna con le sue dita
rugose crea magistralmente minuscoli tortellini. La qualità dei prodotti,
l'attenzione nella preparazione, il piacere di cucinare, il mangiare insieme, la
condivisione, la convivialità, sono tutti ingredienti che confluiscono in un
piatto di minestrone, o in un risotto alla milanese o in un piatto di spaghetti
al ragù. Una pietanza che sa di atmosfera accogliente - questo è il vero valore
del cibo italiano. Non importa da dove provengano i piatti e dove vengano gustati
nel mondo, la gioia di vivere, in cui ci si immerge durante una vacanza in
Italia, riemerge e riscalda anche le grigie giornate invernali, se in casa ci
troviamo davanti ad un piatto colmo di pasta fumante.</span></span></i></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt;">
<u><span style="font-size: 14pt; line-height: 107%; mso-bidi-font-size: 11.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><span style="font-family: Calibri;">Ingredienti semplici ma
fondamentali</span></span></u></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-size: 14pt; line-height: 107%; mso-bidi-font-size: 11.0pt;"><span style="font-family: Calibri;">Già il
lungo elenco di ricette ci dimostra che la cucina italiana rappresenta molto di
più di quello che si pensa. Quello che troviamo in tavola oggi, non è rubato
dalle dispense dell’alta nobiltà: altro che molluschi pregiati, gallo cedrone
ripieno e petti di pappagallo, i più gustosi piatti italiani provengono dalla
Cucina Povera. La grande arte di alcuni piatti sta proprio nella loro
semplicità. Per esempio "Cacio e Pepe", uno dei più antichi piatti di
pasta della cucina romana, è semplicemente geniale: pasta, pecorino, pepe,
sale, acqua – null’altro.</span></span></i></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-size: 14pt; line-height: 107%; mso-bidi-font-size: 11.0pt;"><span style="font-family: Calibri;">Anche dai
rimasugli dei pasti si possono ricavare molte prelibatezze oggi degne di essere
messe in tavola. I tramezzini, ad esempio, un tempo erano fatti con pane bianco
raffermo, spiega il ristoratore Cosimo Ursi. "La crosta veniva tagliata
via, il pane immerso brevemente nel latte per renderlo di nuovo morbido, poi farcito."</span></span></i></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt;">
<u><span style="font-size: 14pt; line-height: 107%; mso-bidi-font-size: 11.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><span style="font-family: Calibri;">Antipasti</span></span></u></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-size: 14pt; line-height: 107%; mso-bidi-font-size: 11.0pt;"><span style="font-family: Calibri;">Il “piatto
di pasta”, è una portata intermedia in Italia, che viene servita prima del
piatto forte (carne o pesce). Ma prima di tutto, ci sono gli antipasti, che
consistono in tutto ciò che la regione ha di meglio da offrire. Nelle località
costiere pesce e frutti di mare, nell'entroterra salumi, insaccati, -
mortadella, bresaola, prosciutto. "Gli italiani hanno poca pazienza",
afferma lo chef stellato Giorgio Locatelli della Locanda Locatelli a Londra nel
suo libro "Made in Italy". "Odiamo aspettare per mangiare, ecco
perché abbiamo inventato gli antipasti".</span></span></i></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-size: 14pt; line-height: 107%; mso-bidi-font-size: 11.0pt;"><span style="font-family: Calibri;">" A
tavola Il relax inizia con una fetta di soffice pane bianco. Ci si prepara
psicologicamente, si fa conoscenza con i commensali. "Passandosi il piatto
ci si chiede: oh, cos'è questo? Posso averne un po’? ", dice Locatelli. Questa
è vita di società e larghezza di vedute. E comunque, come diceva il buongustaio
italiano Pellegrino Artusi: "È vero che l'uomo non vive solo di pane, ma ha
anche bisogno di qualche contorno".</span></span></i></div>
<br />ClaTihttp://www.blogger.com/profile/16226984577147606779noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7438565049597641060.post-10907952929648119812013-03-01T01:41:00.002+14:002013-03-01T01:41:16.237+14:00Ooops, they did it again! L'hanno fatto di nuovo!<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt;">
<span style="font-family: Calibri;"><span lang="EN-US" style="mso-ansi-language: EN-US;"><a href="http://www.petrareski.com/2013/02/26/ooops-they-did-it-again/">Ooops, they did it again!</a></span></span></div>
<span style="font-family: Calibri;"><span lang="EN-US" style="mso-ansi-language: EN-US;"><span style="font-family: Calibri;"><span lang="EN-US" style="mso-ansi-language: EN-US;">di <a href="http://www.petrareski.com/2013/02/26/ooops-they-did-it-again/">Petra Reski</a></span></span><br />
<span style="font-family: Calibri;"><span lang="EN-US" style="mso-ansi-language: EN-US;">Traduzione di Claudia Marruccelli</span></span></span></span><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQ6scqXS-ZPVbkEyt375_YJ1H1Om15NqjqCbuE0OJWzWmwHgwulPl7qb8DYXZkjHZRv7NfclUJwmvFDMWZnk6X20Ri1qGWiMx2jQ9c1dTLVJPTRcfZbNpjex0zVDl6UwccYz3U0DHOof4/s1600/reski-04-2011.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" gsa="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQ6scqXS-ZPVbkEyt375_YJ1H1Om15NqjqCbuE0OJWzWmwHgwulPl7qb8DYXZkjHZRv7NfclUJwmvFDMWZnk6X20Ri1qGWiMx2jQ9c1dTLVJPTRcfZbNpjex0zVDl6UwccYz3U0DHOof4/s1600/reski-04-2011.jpg" /></a></div>
<br />
<span style="font-family: Calibri;"><span lang="EN-US" style="mso-ansi-language: EN-US;"><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt;">
</div>
</span>26. Februar 2013</span><span style="font-family: Calibri;">Sì, la sinistra italiana ce l’ha fatta di nuovo, è stata una faticaccia, ma è riuscita nuovamente a riportare in vita un B. decaduto, triturato, morto stecchito, tanto che ha ottenuto la maggioranza al Senato. Non sono riusciti a farlo vincere in Parlamento, ma almeno al Senato, anche se solo con lo scarto del 0,4 per cento. Per raggiungere questo obiettivo, hanno invitato B. in tutti i talk-show possibili e immaginabili, B. la mattina era presente nel caffè e la sera nelle notizie, ha mentito spudoratamente, e la sinistra era felicissima.<br /><br />Perchè il vero nemico non era certo B., bensì Grillo, il Movimento 5stelle, il movimento del “comico”, “fascista”, “nazista”, “demagogo”, “duce”, “golpista”, “antisemita”, “razzista”, “brigatista”, deriso dall’intera stampa italiana, ad eccezione del quotidiano “Il Fatto”, ridicolizzato e diffamato. E cos<span style="font-size: 12pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-size: 11.0pt;">i</span>, con un “copia-incolla”, innumerevoli giornalisti tedeschi hanno precipitosamente definito Grillo come “collerico” e “pagliaccio”, e il Movimento stelle come "populista", "antieuropeo" (con lo scopo di suscitare paura ai tedeschi, intendendo il loro portafoglio) o molto semplicemente come “antipolitico”.</span><span lang="DE" style="mso-ansi-language: DE;"><br /></span><span style="font-family: Calibri;">Ora il Movimento 5stelle è diventato il più forte partito in Italia (ha preso più voti del PD) con il 25,4 dei consensi – e ho il sospetto che alcuni editori in Germania si stiano domandando: ma perché da noi nessuno ha letto niente del genere? Ecco che moltissimi fanno dietrofront: i “Populisti” vengono già battezzati con garbo “Movimento di protesta”.<br />Ora io mi domando: ma dove vivono questi giornalisti? In una palla di vetro? Al telefono con la mamma in Germania? Nel Parlamento della Bassa Sassonia? <br /><br />In Italia è appena avvenuto un miracolo: un movimento senza soldi, senza emittenti televisive, senza giornali, senza nulla, è riuscito a diventare il più forte partito – salvando così la reputazione dell’Italia nel mondo. Hanno dimostrato in tal modo che l’Italia non è corrotta, mafiosa e disinteressata, anzi, impegnata, coraggiosa e passionale. Lottare contro la mafia sarebbe populismo? E’ populismo lottare contro i parlamentari pregiudicati? E’ populismo lottare contro la distruzione dell'ambiente?<br /><br />Bene. Parliamo ora dellA PRESUNTA“ingovernabilità”: niente paura l’Italia non sarà ingovernabile. Poichè già da adesso la sinistra si sta dando da fare, come negli ultimi venti anni, nel trovare un accordo per governare assieme a B. La solita grande coalizione. Lo ha già fatto in passato e non intende rinunciare ai propri privilegi. Ah, a proposito, ancora qualcosa sulla legge elettorale, che nessuno riesce a capire FUORI DELL'ITALIA ad eccezione dell’Italia (e anche in Italia solo pochi italiani), dove il partito che conquista il 30 per cento dei voti, riceve anche il premio di maggioranza in poltrone. Non è assurdo? Questa è l’Italia. Un diritto di voto di cui in questo caso ha approfittato la sinistra. Quindi sono scettica se segheranno il ramo su cui si sono appena seduti. <br /><br />E B. per il fatto che in Senato darà una mano alla sinistra approvando in Senato le loro leggi, pretenderà come ricompensa, l’ingresso al Quirinale, come presidente della Repubblica. Fantapolitica? Fantascienza? Vedremo.<o:p></o:p></span>ClaTihttp://www.blogger.com/profile/16226984577147606779noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7438565049597641060.post-53424803411665148082013-02-09T05:17:00.002+14:002013-02-09T05:17:55.368+14:00<span style="font-size: large;"><b><a href="http://www.petrareski.com/blog/">Vernichtender Schlag</a></b></span><br />
<br />
di <a href="http://www.petrareski.com/blog/">Petra Reski</a><br />
Traduzione di Claudia Marruccelli<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNXHOCEIda9OjvMSHA9lLz2LNujHR6JgiCimwe-WGF4Kg1FfOv3tqMVxHsERNcMaFiNHtiDZvlf8bEyC6iXK6uDrFXu2mdNWpXApnYgrGXPHqxNAnIekjCrPhQtsvPzAndlqeQM5CMeN4/s1600/50163_1_reski_rgb1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNXHOCEIda9OjvMSHA9lLz2LNujHR6JgiCimwe-WGF4Kg1FfOv3tqMVxHsERNcMaFiNHtiDZvlf8bEyC6iXK6uDrFXu2mdNWpXApnYgrGXPHqxNAnIekjCrPhQtsvPzAndlqeQM5CMeN4/s320/50163_1_reski_rgb1.jpg" width="227" /></a></div>
<br />
Si potrebbe pensare che la <a href="http://www.rundschau-online.de/lokales/razzien-schlag-gegen-baumafia-in-nrw,15185494,21484434.html">Baumafia</a> (la mafia edilizia) e Colonia, siano un po' come la mozzarella e pomodori per la caprese. Ma non tutti sanno cos’è la Caprese, quindi titoli come: "<a href="http://www1.wdr.de/themen/panorama/razziabau100.html">Schlag gegen italienische Baumafia</a> (Colpo grosso alla mafia edilizia) " naturalmente non costituiscono una vergogna. Ma la cosa frustrante non è che improvvisamente si sia apparentemente riscoperta la mafia edilizia (oops), ma che nessuno sa cosa succede dopo gli arresti, ossia come si concludono i processi. La maggior parte vanno a buon fine, almeno per i mafiosi. <br /><br />Quando partecipavo alle udienze contro i mafiosi, per documentarmi sul mio libro “<a href="http://www.petrareski.com/buecher/von-kamen-nach-corleone/">Von Kamen nach Corleone. Die Mafia in Deutschland</a>”, nei tribunali di Colonia non si parlava ancora di mafia edilizia, ma ci si riferiva a una “struttura organizzata come una banda, finalizzata all’evasione fiscale su larga scala e che aveva arrecato pesanti danni alle istituzioni della previdenza sociale". In America quando parlano dei cittadini in sovrappeso, non li definiscono grassi, ma “persone diversamente pesanti”. Ciascuno degli imputati era difeso da due avvocati di grido ben pagati – che spiegarono nei minimi dettagli, che non si trattava proprio di mafiosi, quanto di una truppa di sventurati (uno era caduto da un albero quando era piccolo e aveva iniziato a bere, un altro gestiva una pizzeria, in cui le spese di gestione erano sempre tristemente superiori alle vendite, un terzo era vittima della cocaina che sniffava d’abitudine). <br /><br />Il giudice lamentò il declino di un’edilizia affidabile, sottolineando la responsabilità delle imprese appaltatrici tedesche e delle squadre operaie impiegate nei cantieri, perfettamente a conoscenza del fatto che le aziende italiane con cui collaboravano, erano solo aziende di copertura. Evidenziò che tutti gli imputati avevano depositato una confessione, il che avrebbe portato a una riduzione delle pene, come anche l’abuso di alcol e droghe di alcuni di loro, lodò la visione moderata della sanzione richiesta da parte del pubblico ministero e infine emise una sentenza mite: la pena più alta ammontava a quattro anni e sei mesi, tutti le altre erano più basse, un imputato fu assolto. <br /><br />Questo è frustrante in particolare per gli agenti di polizia e gli investigatori. Essi sono gli unici a conoscere la situazione della mafia in Germania. Le leggi tedesche, al contrario, sono una biglietto di invito. <br /><br /> <br />ClaTihttp://www.blogger.com/profile/16226984577147606779noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7438565049597641060.post-31216206614129046932013-02-01T00:59:00.002+14:002013-02-01T00:59:18.653+14:00Italia e Germania sotto accusa per violazioni dei diritti umani<strong><span style="font-size: large;"><a href="http://www.dw.de/vorw%C3%BCrfe-gegen-italien-und-deutschland/a-16549538">Vorgewürfe gegen Deutschland und Italien</a></span></strong><br />
<br />
di Günther Birkenstock<br />
Pubblicato in <a href="http://www.dw.de/vorw%C3%BCrfe-gegen-italien-und-deutschland/a-16549538">Germania</a> il 25 gennaio 2013<br />
Traduzione di Claudia Marruccelli<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEslzW7wdWed8QjiFTDZv3QXZ3OUJJlPCWT941nSuxspm_NPDwtwVWLnZixX-H3KbDfIznKQ_MiJgGVVkMrFIwe7_kdh2xa5ve3FBZmAE0h5h9hlCkedVPo7DEg9-Sr5zAyXH3B38KKdo/s1600/AI.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" ea="true" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEslzW7wdWed8QjiFTDZv3QXZ3OUJJlPCWT941nSuxspm_NPDwtwVWLnZixX-H3KbDfIznKQ_MiJgGVVkMrFIwe7_kdh2xa5ve3FBZmAE0h5h9hlCkedVPo7DEg9-Sr5zAyXH3B38KKdo/s320/AI.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br /><strong>Accuse a Italia e Germania</strong>Secondo la Corte UE dei diritti umani la maggior parte delle violazioni dei diritti umani avviene in Russia. Amnesty International e Human Rights Watch però rivolgono le loro accuse anche a Germania e Italia. "La prima impressione è sempre questa, uno pensa che i diritti dell'uomo vengano violati altrove, soprattutto in Africa, Asia o America Latina". Ma violazioni avvengono anche in Germania, dice Wolfgang Grenz, responsabile del gruppo tedesco di Amnesty International. Ovviamente in molti casi si tratta di episodi non paragonabili in termini d’intensità e gravità, ma sono comunque violazioni contro la carta dei diritti umani.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEijspGAiqky3-CLzEDB3mW0unOFHpaVuWVOYn0bv-GAElwVfRgi_ZtEhs_vB6eDcUr71jppv-yTJU__cpAPwBvauTYV-IReob6iYF__hjAX7gwnR7GR2ug_W98jbPmgeIe9FMNK6_byZ4s/s1600/PoliziaP.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" ea="true" height="247" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEijspGAiqky3-CLzEDB3mW0unOFHpaVuWVOYn0bv-GAElwVfRgi_ZtEhs_vB6eDcUr71jppv-yTJU__cpAPwBvauTYV-IReob6iYF__hjAX7gwnR7GR2ug_W98jbPmgeIe9FMNK6_byZ4s/s320/PoliziaP.jpg" width="320" /></a></div>
<br /><strong>Polizia violenta</strong>Amnesty riceve sempre più segnalazioni da persone maltrattate della polizia durante la custodia cautelare, dice Wolfgang Grenz in un'intervista con la Deutsche Welle. «Abbiamo rilevato che questi procedimenti non possono essere chiariti, per un verso perché i presunti colpevoli non potevano essere identificati, per l’altro perché non sono state avviate indagini attendibili". Ecco perché Amnesty richiede l’obbligo per gli agenti di polizia di indossare un contrassegno identificativo. "Non occorre che riporti il nome. Noi pensiamo anche ai poliziotti che devono restare anonimi, per essere protetti da eventuali ritorsioni". Attraverso questi segni identificativi sarà possibile ripercorrere la loro attività in servizio.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhO88DQAJFjuKaTC3d1KB_KjUAL_ljTbx5q8OXKQuIL4B-kh_Pxh4rOuM5Rv6fPjQSOIwCph485u2YpiZ5TCqdAlRswXrU-0VtcjaMDJX0gJbK4cej5e7RNKv67Qt4V6WVoMG1mScEez5E/s1600/crowd-voice-la-voce-della-folla-una-mappa-del-L-o7MmKl.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" ea="true" height="205" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhO88DQAJFjuKaTC3d1KB_KjUAL_ljTbx5q8OXKQuIL4B-kh_Pxh4rOuM5Rv6fPjQSOIwCph485u2YpiZ5TCqdAlRswXrU-0VtcjaMDJX0gJbK4cej5e7RNKv67Qt4V6WVoMG1mScEez5E/s320/crowd-voice-la-voce-della-folla-una-mappa-del-L-o7MmKl.png" width="320" /></a></div>
<br /><strong>Mancanza di sensibilità dei responsabili</strong>Un caso particolarmente drammatico, riferisce il capo di Amnesty International Germany, si è verificato nella Renania Westfalia settentrionale. Un negoziante di Sankt Augustin vicino Bonn è stato accusato dal vicino, di accumulare armi e di essere un simpatizzante della destra radicale. Invece di verificare la cosa ipresso il domicilio dell’uomo, la polizia lo ha inseguito in autostrada. "L'uomo è finito in ospedale dopo una violento pestaggio con gli agenti e da allora è rimasto invalido. La regione Nord Reno-Westfalia è stata condannata alla fine al risarcimento dei danni." Tuttavia, non è stato possibile determinare chi fossero i colpevoli, dice Grenz.<br />Hugh Williamson, capo dell'organizzazione per i diritti umani Human Rights Watch,per l'Europa e l'Asia centrale denuncia anche una mancanza di sensibilità agli attacchi razzisti in Germania. Egli ritiene che l’attività della polizia non sia abbastanza incisiva negli attacchi contro le minoranze etniche. D'altra parte i poliziotti stessi sono spesso vittime di discriminazioni di minoranze etniche, per esempio, dagli ufficiali di polizia che per strada hanno intensificato i controlli nei loro confronti. "Qui manca la formazione. Gli agenti di polizia, ma anche molti altri funzionari e giudici, hanno bisogno di una formazione sull’antidiscriminazione. <br />
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<br /><strong>Spietate espulsioni in Italia</strong>Human Rights Watch ha criticato in Italia soprattutto il trattamento che viene riservato agli immigrati clandestini e richiedenti asilo che ogni anno arrivano in Italia con natanti di fortuna o appesi e nascosti nella parte inferiore dei camion". Molti di questi profughi sarebbero semplicemente rispediti indietro. Il crudele trattamento dei rifugiati in Italia è stato criticato anche dal direttore del Comitato dei Diritti Umani del Parlamento Europeo, Barbara Lochbihler. Negli accordi di Dublino del 1990 Dublino era stato stabilito che i rifugiati nel paese dell'UE devono chiedere asilo nel primo paese in cui arrivano.<br />La Germania e altri paesi si sono nel frattempo discostati da questa disposizione, che è completamente ingiusta, non è successo così in Italia, secondo quanto riferisce la Lochbihler. Perciò ancor oggi l’Italia respinge i profughi provenienti soprattutto dalla Grecia, perché la loro odissea nell'Unione Europea inizia proprio dalla Grecia. Italia sa esattamente che in questo paese i profughi non si aspettano alcuna procedura ordinaria di asilo. "In Grecia prevale una situazione economica catastrofica, le condizioni di accoglienza della gente sono indecenti, bambini e adulti sono rinchiusi insieme senza alcuna distinzione in uno spazio limitato, sottolinea l'esperta di diritti umani.<br />
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<br /><strong>Discriminazione dei nomadi di etnia Sinti e Rom</strong>Nell'intervista con la DW la deputata europea pone l’accento anche sulla situazione dei Sinti e dei Rom in Italia. Sotto il governo Berlusconi, ci sono state dichiarazioni apertamente ostili e razziste nei confronti dei Rom. "Per esempio è stato dichiarato da un ministro che è assolutamente possibile dare la caccia ai Rom." La situazione è appena migliorata, secondo Marie von Möllendorf di Amnesty International ,che sta monitorando la situazione dei diritti umani in Italia. Sotto Berlusconi è stato proclamato lo stato d'emergenza per i nomadi, con cui era molto più facile sgombrare con la forza gli insediamenti di Rom. All’epoca sono stati varati dei piani d’azione, che sono ancora in vigore." Ancor oggi è possibile sgombrare con l’ausilio dei bulldozer e senza preavviso ,insediamenti, dove la gente vive da più di dieci anni, integrati nella scuola e nel locale mercato del lavoro.<br />Inoltre In Italia si fa ancora molto poco contro il cosiddetto "crimine dell’odio”, dice il membro dello staff di Amnesty. Per esempio viene data poca attenzione alla violenza contro gli omosessuali e transessuali. "Mancano indagini attendibili verso la brutalità della polizia e le sanzioni penali nei confronti dei poliziotti colpevoli sono veramente insufficienti," ha detto von Möllendorf. Inoltre nel paese manca un'importante base giuridica che sanzioni le violazioni perpetrate dalla polizia. Così come l'Italia non ha previsto nel suo codice penale il reato di "tortura".<br /><br />ClaTihttp://www.blogger.com/profile/16226984577147606779noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7438565049597641060.post-20093196751443894172013-01-24T01:34:00.001+14:002013-01-24T01:34:30.915+14:00Italia e Germania in cifreChi lavora di più, i tedeschi o gli italiani? Che età raggiungiamo? Quanto guadagnano i nostri politici? E cosa facciamo nel nostro tempo libero? I numeri sono un modo preciso, sintetico e facile da raffrontare, per scoprire affinità e differenze fra l’Italia e la Germania.<br /><br />Il <a href="http://www.goethe.de/ins/it/lp/kul/mag/dkz/itindex.htm">Goethe Institut</a> ha iniziato un'indagine che si svolgerà nei prossimi mesi e in base a questa fornirà notizie e informazioni che spaziano dall'economia alla scocietà. <br /><br />Un esempio:<br />3.400 sono gli euro che mensilmente un deputato italiano guadagna in più rispetto a un collega tedesco. Stando alle stime della Commissione Giovannini gli stipendi dei parlamentari italiani si aggirano, fra forfait e indennità di rappresentanza, attorno ai 16.000 euro al mese. Un deputato del Bundestag tedesco riceve all’incirca 12.600 euro al mese. Sommando i deputati di entrambe le camere, il parlamento italiano conta 945 onorevoli. Attualmente, il Bundestag si compone di 620 seggi, inclusi i 22 “in soprannumero”.
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ClaTihttp://www.blogger.com/profile/16226984577147606779noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7438565049597641060.post-90852537851229117182013-01-06T11:06:00.002+14:002013-01-06T11:06:31.659+14:00Il successo favoloso dei fratelli Grimm <span style="font-size: large;"><b>Der märchenhafte Erfolg der Brüder Grimm </b></span><br /><br /><i>Le favole si chiamano "La bella addormentata" o "Il principe ranocchio". Raccontano storie meravigliose, del diritto alla felicità e del trionfo del bene. Le fiabe dei fratelli Grimm fanno scintillare gli occhi dei bambini e hanno fan in tutto il mondo. Il <a href="http://www.grimm2013.nordhessen.de/de/alle-veranstaltungen">Festival Grimm2013</a> è un programma di manifestazioni articolato in 225 appuntamenti in tutta la Germania e che durerà per tutto il 2013 interamente dedicato ai Fratelli Grimm </i><br />
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<span id="goog_490239688"></span><span id="goog_490239689"></span><br />"C'era una volta una bambina che portava sempre un cappuccio rosso in testa per questo la chiamavano semplicemente Cappuccetto Rosso. Un giorno la madre chiese a Cappuccetto Rosso di portare alla nonna a un paniere con una torta e una bottiglia di vino. La nonna viveva nel profondo della foresta. " <br /><br />Nel Dipartimento della Gioventù della Biblioteca di Stato di Berlino, è stata allestita la mostra <a href="http://www.berlin.de/ausstellungen/2675633-2739799-23-berliner-maerchentage-rotkaeppchen-ko.html">Rotkäppchen kommt aus Berlin</a> (Cappuccetto Rosso viene da Berlino), che a partire dal mese di novembre fino al 5 Gennaio 2013 ha illustrato ai visitatori una bella panoramica su 200 anni di favole dei fratelli Grimm e la loro storia di successo senza precedenti. Infatti, le fiabe dei fratelli dei Grimm accanto alla Bibbia di Lutero sono il libro tedesco più diffuso in Germania. Sono state tradotte in più di 160 lingue e vengono raccontate dovunque e in vario modo: si va dai fumetti, ai libri illustrati, cartoni animati o film, DVD, audio libri, e persino sui palcoscenici dei teatri. <br />
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Inizialmente fu data poca attenzione a questo risultato incredibile. Tanto più che i racconti popolari, che i Fratelli Jacob e Wilhelm Grimm avevano raccolto all’inizio del 19° secolo su suggerimento di Clemens Brentano, un poeta del romanticismo tedesco, nella loro prima edizione sembravano molto difficili e quindi poco adatti per i bambini. I fratelli Grimm avevano affrontato il sedicente compito di scienziati, desiderosi di raccogliere scritti della letteratura popolare garantendone l’autenticità delle origini. Del primo volume della prima edizione della raccolta di fiabe avvenuta il 1812 erano state pubblicate solo 900 copie – dal titolo <a href="http://www.grimmstories.com/de/grimm_maerchen/index">Kinder-und Hausmärchen</a>, più noto come KHM, (Racconti per bambini e per la famiglia). Le storie sono state col passar del tempo arricchite da illustrazioni, decorazioni di singole scene, e dall’introduzione della famosa frase d‘inizio "C'era una volta ..." e quella conclusiva di ogni favola: "E vissero felici e contenti …" Grazie alle illustrazioni aggiunte in seguito, le fiabe hanno attratto sempre più pubblico sin dal 1830, e nel giro di pochi decenni i cultori del genere sono diventati sempre più numerosi in tutto il mondo.<br />
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float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEWILORgrmiymLx7MIOZMrGJUUQhkpX290xy21G2WiCCotL8ueTkTOsDHySM9PbNnmLO6Vp6CcyOwBrJadq7FnwDq3cgyP9kxilUPh5y9FURpR0XdofILmz0AgfsmYEx20b2az9I_0NMc/s1600/haering1812.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEWILORgrmiymLx7MIOZMrGJUUQhkpX290xy21G2WiCCotL8ueTkTOsDHySM9PbNnmLO6Vp6CcyOwBrJadq7FnwDq3cgyP9kxilUPh5y9FURpR0XdofILmz0AgfsmYEx20b2az9I_0NMc/s1600/haering1812.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEWILORgrmiymLx7MIOZMrGJUUQhkpX290xy21G2WiCCotL8ueTkTOsDHySM9PbNnmLO6Vp6CcyOwBrJadq7FnwDq3cgyP9kxilUPh5y9FURpR0XdofILmz0AgfsmYEx20b2az9I_0NMc/s1600/haering1812.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEWILORgrmiymLx7MIOZMrGJUUQhkpX290xy21G2WiCCotL8ueTkTOsDHySM9PbNnmLO6Vp6CcyOwBrJadq7FnwDq3cgyP9kxilUPh5y9FURpR0XdofILmz0AgfsmYEx20b2az9I_0NMc/s1600/haering1812.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEWILORgrmiymLx7MIOZMrGJUUQhkpX290xy21G2WiCCotL8ueTkTOsDHySM9PbNnmLO6Vp6CcyOwBrJadq7FnwDq3cgyP9kxilUPh5y9FURpR0XdofILmz0AgfsmYEx20b2az9I_0NMc/s1600/haering1812.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEWILORgrmiymLx7MIOZMrGJUUQhkpX290xy21G2WiCCotL8ueTkTOsDHySM9PbNnmLO6Vp6CcyOwBrJadq7FnwDq3cgyP9kxilUPh5y9FURpR0XdofILmz0AgfsmYEx20b2az9I_0NMc/s1600/haering1812.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEWILORgrmiymLx7MIOZMrGJUUQhkpX290xy21G2WiCCotL8ueTkTOsDHySM9PbNnmLO6Vp6CcyOwBrJadq7FnwDq3cgyP9kxilUPh5y9FURpR0XdofILmz0AgfsmYEx20b2az9I_0NMc/s1600/haering1812.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEWILORgrmiymLx7MIOZMrGJUUQhkpX290xy21G2WiCCotL8ueTkTOsDHySM9PbNnmLO6Vp6CcyOwBrJadq7FnwDq3cgyP9kxilUPh5y9FURpR0XdofILmz0AgfsmYEx20b2az9I_0NMc/s1600/haering1812.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEWILORgrmiymLx7MIOZMrGJUUQhkpX290xy21G2WiCCotL8ueTkTOsDHySM9PbNnmLO6Vp6CcyOwBrJadq7FnwDq3cgyP9kxilUPh5y9FURpR0XdofILmz0AgfsmYEx20b2az9I_0NMc/s320/haering1812.jpg" width="214" /></a><br />I fratelli Grimm sono riusciti ad accattivare il loro pubblico grazie a uno stile e una musicalità che rendono facilemente comprensibili argomenti noti a tutti. Le favole dei Grimm sono familiari, persino ai bambini di origine africana o asiatica. Le numerose edizioni in cui i racconti sono apparsi nel corso degli anni non solo riflettono il gusto delle diverse regioni culturali, ma riescono anche a venire incontro al loro cambiamento. I libri della metà del 19° secolo erano illustrati a mano. In alcune biblioteche si trovano copie illustrate secondo i dettami dell’art nouveau, dolcemente kitsch così come copie del dopoguerra, stampate in condizioni difficili su carta povera. Oggi ci sono sul mercato librario tedesco anche edizioni moderne, abbastanza ardite con illustrazioni spiritose, come ad esempio quelle di Rotraut Susanne Berner e Tomi Ungerer. <br />I 200 anni delle favole per bambini e famiglie dei Fratelli Grimm sono anche argomento di un’interessante mostra che si tiene dal 9 dicembre al 24 marzo 2013 nella <a href="http://www.brueder-grimm-haus.de/index.php?p=1">Brüder Grimm-Haus</a> a Steinau, in cui si potranno ammirare e acquistare i testi dei racconti illustrati dal disegnatore per ragazzi <a href="http://www.klaushaering.de/home/index.php?article_id=269&clang=0">Klaus Häring</a>. <br /><br /> <br /><br /> <br /><br />
ClaTihttp://www.blogger.com/profile/16226984577147606779noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7438565049597641060.post-72888242848529805602012-12-14T02:13:00.001+14:002012-12-14T02:13:31.965+14:00Dove vivono i tedeschi con il maggior potere di acquisto<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-size: 18pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-size: 11.0pt;"><span style="font-family: Calibri;"></span></span></b></div>
<strong>Dove vivono i tedeschi con il maggior potere di acquisto</strong><br />
<br />
<strong>Alcuni ricercatori hanno svolto uno studio sulla distribuzione del potere d'acquisto in Germania. In testa alla classifica c’è Amburgo. A livello provinciale, i più ricchi vivono in Baviera.</strong><br />
<br />
Secondo uno studio svolto da alcuni ricercatori della società di ricerche di mercato di Norimberga GfK, il potere d'acquisto dei tedeschi aumenterà leggermente nel prossimo anno, fino ad arrivare a circa 554 € pro capite in più rispetto al 2012. <br />
Stando alle previsioni della Bundesbank l’attuale tasso d’inflazione del 1,5 per cento del potere d'acquisto reale farà registrare un leggero calo abbassandosi a circa il 1,4 per cento. "Si può quindi presumere che ci sarà una leggera crescita dei consumi il prossimo anno", ha detto GfK. Sono state rilevate, tuttavia, significative differenze regionali.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRDOE7DYiaoyqfo_vcDGKhgdHhfzgSBSt-UorHuYdEGRdC_CZaDVIoX002MZpCTc01r5PgNCNTTzc2UtD6KFrVG54_UZbyslxA3qEVuUroc0QWNfDrms1cKw9EDv-6W3rjmrd9MHwJ-nA/s1600/DWO-Kaufkraft-2013-ns.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img bea="true" border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRDOE7DYiaoyqfo_vcDGKhgdHhfzgSBSt-UorHuYdEGRdC_CZaDVIoX002MZpCTc01r5PgNCNTTzc2UtD6KFrVG54_UZbyslxA3qEVuUroc0QWNfDrms1cKw9EDv-6W3rjmrd9MHwJ-nA/s320/DWO-Kaufkraft-2013-ns.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Potere d'acquisto previsto in Germania per il 2013</td></tr>
</tbody></table>
<span id="goog_132117043"></span><span id="goog_132117044"></span><br />
<strong>Aumento del 2,9 per cento</strong><br />
Gli esperti di mercato prevedono per il prossimo anno un potere d'acquisto complessivo di 16877 miliardi di euro per tutta la Germania. Ciò corrisponde a un aumento sul totale, rispetto all’anno precedente, del 2,9 per cento ossia un valore pro capite di 20.621 €.<br />
Questo vuol dire che i tedeschi nel prossimo anno, avranno a disposizione una media nominale di 554 euro in più rispetto all'anno precedente, per vitto, affitto e altre spese varie, hanno spiegato i ricercatori. Il potere d'acquisto si riferisce al reddito disponibile netto della popolazione, compresi i sussidi e i contribuiti statali quali le pensioni, la disoccupazione e le prestazioni familiari.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6lAS0VFoX8OA69tszOAA0Jmq-dg6aQy1FLvfmjrUhLhcSDECegsoGqQq4XlXqsQ_Af-8eJJoz0ku98uVli-5JldBmaYdNI_jGhNqXThTAZ-xCbSTRd3yDsrB3kxRr53Qtw7x9SDTGWZ8/s1600/img6179_gfk12_2.gif" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img bea="true" border="0" height="261" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6lAS0VFoX8OA69tszOAA0Jmq-dg6aQy1FLvfmjrUhLhcSDECegsoGqQq4XlXqsQ_Af-8eJJoz0ku98uVli-5JldBmaYdNI_jGhNqXThTAZ-xCbSTRd3yDsrB3kxRr53Qtw7x9SDTGWZ8/s320/img6179_gfk12_2.gif" width="320" /></a></div>
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<strong>Adeguamento delle pensioni al di sotto dell'inflazione</strong><br />
Tuttavia, non tutti hanno potrebbero beneficiare di questo aumento. Ad esempio, l’adeguamento delle pensioni potrebbe scendere sotto il tasso d’inflazione nel 2013 ha detto la GfK, anche se la crescita del reddito di molte industrie probabilmente rimarrà comunque soddisfacente.<br />
A livello federale Amburgo si colloca prima della Baviera e del Baden-Württemberg con 22.769 euro pro capite. La Renania-Palatinato con 20.600 € rappresenta la media nazionale, mentre i Länder orientali sono ancora inferiori alla media complessiva nazionale, come ha rivelato l’indagine. Fanalino di coda è la Sassonia-Anhalt con 16.970 € pro capite.<br />
<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEib1bKHMT1PPsq5OjkVyYUwQgsu0phc3VBowoiy0SJeyBFQDhjRpMJm04u8ltQBCQTUXKGsFBblDv_xQLiZp9TOyUf6VW2d2LFikaFUQQ03x7DkJeuMozC31W7o9rPnUbAv5mQ_99nCao8/s1600/top10_GfK_Kaufkraft_2012_m.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img bea="true" border="0" height="176" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEib1bKHMT1PPsq5OjkVyYUwQgsu0phc3VBowoiy0SJeyBFQDhjRpMJm04u8ltQBCQTUXKGsFBblDv_xQLiZp9TOyUf6VW2d2LFikaFUQQ03x7DkJeuMozC31W7o9rPnUbAv5mQ_99nCao8/s320/top10_GfK_Kaufkraft_2012_m.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<strong>La provincia di Starnberg prima tra tutte</strong>La classifica dei distretti urbani e rurali non segnala significative differenze, ad eccezione di un cambio al vertice, la provincia di Starnberg (Bayern) è in testa con 30.509 € pro capite e il distretto degli Alti Tauri al secondo posto (30.165).<br />
Anche sul gradino più basso della classifica c’è un altro cambio al vertice rispetto all’anno scorso, motivo principale è la riforma amministrativa dei distretti del Meclemburgo-Pomerania che ha accorpato vari distretti particolarmente deboli e ne ha divisi altri.<br />
Il fanalino di coda quindi quest’anno, secondo GfK non è più il nord-est della Germania, ma il distretto di Görlitz nella Sassonia, dove gli abitanti hanno a disposizione in media 15.687 euro pro capite.<br />
<br />
Fonte: <a href="http://www.welt.de/wirtschaft/article111968477/Hier-leben-die-kaufkraeftigsten-Deutschen.html">Die Welt</a>ClaTihttp://www.blogger.com/profile/16226984577147606779noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7438565049597641060.post-80123752986294473942012-12-13T21:06:00.000+14:002012-12-13T21:06:12.994+14:00La Germania sullo schermo<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><u><span style="font-family: 'Calibri','sans-serif'; font-size: 14pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-size: 11.0pt; mso-fareast-font-family: Calibri;"></span></u></b></div>
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<strong>SGUARDO NEL PASSATO DELLA GERMANIA</strong></div>
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<strong><br /> </strong></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2C6CBWBEIqTpkY2qp_2Pa7i8fXSOxBRTy9bYDi8AiwGxKssqAsT6bAddXIOe8uWIUXuVLsjJF8bCpFnzArPoLOHcIQUsebE5Ek2XHG02aBIXohqWSJSoOSE5ZH6B-ub0qUTbYtxrj1q4/s1600/Lore_.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img bea="true" border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2C6CBWBEIqTpkY2qp_2Pa7i8fXSOxBRTy9bYDi8AiwGxKssqAsT6bAddXIOe8uWIUXuVLsjJF8bCpFnzArPoLOHcIQUsebE5Ek2XHG02aBIXohqWSJSoOSE5ZH6B-ub0qUTbYtxrj1q4/s320/Lore_.jpg" width="226" /></a></div>
<br />Ormai va di moda produrre film sull’epoca del nazionalsocialismo, sia alla televisione che al cinema. Non passa mese che non venga prodotto un film che non tratti del periodo compreso tra il 1933 e il 1945.<br />Siamo arrivati alla seconda e terza generazione da quando è nato il mondo dei film, e di coloro che hanno vissuto in prima persona il nazionalsocialismo non ne sono rimasti poi tanti. I protagonisti cresciuti e diventati adulti negli anni tra il 1933 e il 1945 se ne vanno, ma restano i figli e i nipoti. Le loro esperienze nel frattempo sono sempre più spesso oggetto delle riprese dei registi. Oggi sono le storie dei discendenti dei nazisti, e dei figli delle vittime del genocidio ebreo, quelle che vengono narrate sugli schermi.<br />Il film <a href="http://www.lore-der-film.de/">“Lore”</a> della regista Cate Shortland racconta la storia di una ragazza di quindici anni, che nella Germania distrutta del dopoguerra cerca di prendere le distanze dalla concezione del mondo della madre, sostenitrice dell’ideologia nazista. Il film della regista australiana è stato prodotto da un team internazionale, l’attrice che riveste il suolo della protagonista è la giovane esordiente Saskia Rosendahl. Nel film <a href="http://www.der-deutsche-freund.com/">“Der deutsche Freunde”</a> la regista argentino-tedesca Jeanine Meerapfel racconta i difficili rapporti tra la figlia di un emigrato ebreo e il figlio di un nazista scappato in Argentina.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj571z2aI7zYiQGwpPPum6jl0_dE83OrLawj0Dvd5z_uiguvWXv1Bj5_s4aKV9h77XtfndJ51yOYbtpwZ6ki8zKPCCcvShnNYnRlaaCF5MRFDjWZSobRM_dwlfFeamow4shAAZdWCQF8FE/s1600/der-deutsche-freund-plakat-Der_d.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img bea="true" border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj571z2aI7zYiQGwpPPum6jl0_dE83OrLawj0Dvd5z_uiguvWXv1Bj5_s4aKV9h77XtfndJ51yOYbtpwZ6ki8zKPCCcvShnNYnRlaaCF5MRFDjWZSobRM_dwlfFeamow4shAAZdWCQF8FE/s320/der-deutsche-freund-plakat-Der_d.jpg" width="226" /></a></div>
Il nazionalsocialismo sempre più spesso al cinema e in televisone? Si potrebbe rispondere inequivocabilmente con un sì, e c’è un motivo. Ci sono ancora molte storie da raccontare. Certo la generazione direttamente coinvolta ormai sta sparendo, ma non i figli e i figli dei figli, film di questo tipo provocano sempre la stessa domanda: “Cosa è davvero successo a mio nonno?”.<br />Ma sta venendo fuori anche una nuova generazione di cineasti che si pone quesiti di altro tipo e con gusti estetici diversi rispetto all’argomento. Immediatamente dopo la guerra sono spuntati cineasti a loro volta vittime, sia ebrei che comunisti. Un decennio dopo si è diffusa la tendenza al filone dei film dedicati alle figure militari, in cui i cineasti avrebbero tentato di minimizzare il ruolo dei soldati semplici, secondo il motto “L’esercito non era colpevole”. Solo negli anni 60 e 70, con il “Nuovo cinema tedesco”, viene portato avanti un punto di vista più personale ripreso anche dai media.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyGLw899wwP99sZ407tTmimyktJh6PFf5_bKUPTVGFuFbo0jYhSxPd-lC47UVP5bBuFjRhHuZ0Lr-okdgH5mY-ZnbnRapJvQjMAMWOmwRkRlLRwhS0Oa3WcRTwoQnZa3Epy0x7iDfqFvk/s1600/220px-Schindlergrave_20070324.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img bea="true" border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyGLw899wwP99sZ407tTmimyktJh6PFf5_bKUPTVGFuFbo0jYhSxPd-lC47UVP5bBuFjRhHuZ0Lr-okdgH5mY-ZnbnRapJvQjMAMWOmwRkRlLRwhS0Oa3WcRTwoQnZa3Epy0x7iDfqFvk/s1600/220px-Schindlergrave_20070324.jpg" /></a></div>
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La serie televisiva <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Olocausto_(miniserie_televisiva)">“Holocaust”</a> del 1978 e in seguito il film di Steven Spielberg “Schindlers Liste” del 1993, hanno introdotto nei film una corrente più emozionale. Anche la durezza e la crudeltà portate sullo schermo vengono elevate su uno scalino più alto dall’epopea di Spielberg. Ormai è possibile vedere al cinema e in televisione un po’ di melodrammaticità anche in Germania. In precedenza, nel paese dei colpevoli, nessuno aveva osato trattare questo argomento. Si è arrivati persino a girare un film su una compagnia di commedianti tra cui proprio Hitler <a href="http://www.meinfuehrer-derfilm.de/">(“Mein Führer”</a> di Dani Levy del 2007) .<br />Ma c’è ancora un ulteriore motivo che giustifica il crescente numero di film commerciali e spettacolari sul nazismo e il recente passato della Germania. Gli studenti delle scuole superiori dimostrano sempre meno interesse per l’argomento nazionalsocialismo. Certe loro reazioni a volte sono quasi simili ad una reazione … allergica, e poi i film dovrebbero oggi offrire uno spettacolo ricco di effetti se vogliono attirare la gente al cinema per toglierla dal televisore, per esempio un Hitler vecchio e decrepito tremolante per l’Alzheimer, oppure reso ridicolo. Nella scelta del metodo non occorre ricorrere a trucchi da cinema di Hollywood. Film come <a href="http://www.blogger.com/Inglourious%20basterds">“Bastardi senza gloria”</a> del 2009 di Quentin Tarantino oppure “<a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Operazione_Valchiria_(film)">Operazione Walkiria</a>” del 2008 con Tom Cruise sono film spettacolari degni di Hollywood, ma sono stati girati in Germania. “La caduta” con Bruno Ganz nella parte di Adolf Hitler ha avuto un successo cinematografico mondiale.<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjptRX61z9bX05EvJYAVWMOpKtdUZD6f7BTPbhYB6i2eRR-qD53kCQmasxbiNw6y8UPTohlFrSatlL96POU7PU31YkW7shd5w-ylEMqNRl41Pk2ycax5SMJmwqfvKQr-xcK0-hNOlxgrYM/s1600/bruno-ganz-e-adolf-hitler-ne-la-caduta-13465.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img bea="true" border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjptRX61z9bX05EvJYAVWMOpKtdUZD6f7BTPbhYB6i2eRR-qD53kCQmasxbiNw6y8UPTohlFrSatlL96POU7PU31YkW7shd5w-ylEMqNRl41Pk2ycax5SMJmwqfvKQr-xcK0-hNOlxgrYM/s320/bruno-ganz-e-adolf-hitler-ne-la-caduta-13465.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Bruno Ganz è Hitler nel film "Die Untergang" (La caduta)</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
Il quotidiano tedesco Die Zeit ha steso qualche tempo fa una classifica dei migliori attori che hanno rivestito il ruolo di Hitler al cinema alla televisione e in teatro, il vincitore è risultato il cabarettista <a href="http://www.focus.de/digital/internet/netzvideos_aid_117679.html">Gerhard Polt</a>, che ha interpretato un Hitler piccolo borghese ed isterico che viene truffato da un rivenditore di auto.ClaTihttp://www.blogger.com/profile/16226984577147606779noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7438565049597641060.post-73677004733168254092012-11-30T06:02:00.001+14:002012-11-30T06:02:06.903+14:00Spiegel Affäre: lo scandalo Spiegel<b><span style="font-size: large;">Lo scandalo che ha sconvolto la Repubblica Federale di Germania</span></b><br /><br /><b>Lo “Spiegel-Affäre” è considerato il più grande scandalo che ha colpito la storia tedesca dal dopoguerra. Per la prima volta dopo la fine del regime nazionalsocialista, le autorità statali si scontrano legalmente con la stampa.</b><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3vQy7XBvKc2HLgQAWag9qYqdSq3rZLHCMTFLcd9qkhD3VFHFrOQm0v5893S_Px6ccFzWAdLGd6BqBxztIJFg8TDmLsexsYlCFfI2o9AsyTK-aGFttrlku5puvi4fX0cQcapIrVQfcZpQ/s1600/Spiegel.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3vQy7XBvKc2HLgQAWag9qYqdSq3rZLHCMTFLcd9qkhD3VFHFrOQm0v5893S_Px6ccFzWAdLGd6BqBxztIJFg8TDmLsexsYlCFfI2o9AsyTK-aGFttrlku5puvi4fX0cQcapIrVQfcZpQ/s320/Spiegel.jpg" width="231" /></a></div>
<br /><br />Arrivarono una mattina, sembravano personaggi dei bassifondi amburghesi, sono sfilati uno dopo l’altro davanti al custode stupefatto, senza farsi annunciare, diretti negli uffici della redazione di Amburgo del settimanale di informazione “Der Spiegel”. Però questi strani visitatori non erano dei malavitosi, come ben presto si scoprirà, ma membri della polizia criminale federale.<br />Nel corso delle indagini avviate per presunto alto tradimento a scopo giornalistico, nella notte del 26 ottobre 1962 vennero perquisite le abitazioni di 5 redattori dello Spiegel, e i due caporedattori Engels e Jacobi furono arrestati. Le richerche dell’editore Augstein restarono inizialmente senza esito. Si presenterà di sua volontà alla polizia due giorni dopo. L’autore dell’articolo, che causò così tanto scalpore è Conrad Ahlers, anche lui verrà arrestato dalle autorità spagnole mentre era in vacanza in Spagna. La polizia criminale per settimane occupò gli uffici della redazione passandoli al setaccio<br />
.<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgr1_ZTgqE5XDOkFT72lr8PG87CxZhn60xxmsuV_hpJCWkekELmXFer0RbMg0umqYYGcDVwopGx9FLyogqT9ErQbZUc8n2oAaM7hMiV1YIYx8C_RSqhdViWtpm-UKxH16dHyX6VhlfIcuc/s1600/9813af86e471e660fb90cb7f2d660724_image_document_large_featured_borderless.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgr1_ZTgqE5XDOkFT72lr8PG87CxZhn60xxmsuV_hpJCWkekELmXFer0RbMg0umqYYGcDVwopGx9FLyogqT9ErQbZUc8n2oAaM7hMiV1YIYx8C_RSqhdViWtpm-UKxH16dHyX6VhlfIcuc/s320/9813af86e471e660fb90cb7f2d660724_image_document_large_featured_borderless.jpg" width="243" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La polizia Federale sequestra materiale negli uffici dello Spiegel</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />Per la prima volta dalla fine del regime nazista, una casa editrice viene perquisita con l’intervento delle autorità di governo, con lo scopo di intimidire e mettere a tacere la stampa. Si trattò tuttavia non solo di uno scandalo che riguardava la politica e i media, ma anche di un scandalo all’ombra della guerra fredda, che gravava innanzitutto sulla questione dell’incapacità dell’allora Repubblica Federale Tedesca di resistere e contrastare, con armi convenzionali un eventuale attacco nucleare da parte degli stati membri del Patto di Varsavia. Questo problema fu reso noto nell’articolo del giornalista Ahlers, esperto di difesa, intitolato "Bedingt abwehrbereit" (“Pronti a respingere, ma con riserva”I, che analizzava i risultati delle esercitazioni belliche della Nato denominate “Fallex 62”, e pubblicato il 10 ottobre 1962. <br />Ahler dimostrò, che il governo federale tedesco era scarsamente preparato per affrontare un attacco nucleare da parte del Patto di Varsavia: mancavano leggi per lo stato di emergenza, la sanità sarebbe immediatamente andata in crisi, così come le telecomunicazioni. Non sarebbe stato possibile provvedere alle necessità di tutta la popolazione, i collegamenti via terra sarebbero collassati. Ahlers inoltre criticava il cattivo stato in cui versavano le forze armate convenzionali. L’articolo conteneva dati dettagliati sugli eserciti della NATO, i loro armamenti e i movimenti delle truppe in caso di conflitto. Il giornalista considerava responsabile di tutto ciò soprattutto l’allora ministro della difesa e politico della CSU Franz Josef Strauß che il 10 ottobre ordinò una perizia con valutazione segreta. Gli esperti ritennero di aver scoperto che nell’articolo erano stati violati ben 41 segreti di stato, giudicando la pubblicazione dello “Spiegel” come atto di alto tradimento. Il ministro degli esteri al ritorno dalle sue vacanze fece pressioni sulle indagini. Il primo pubblico ministero della procura federale, Siegfried Buback, su ordine delle autorità e del ministero della difesa, avviò indagini nei confronti dello “Spiegel” sospettato di alto tradimento, contraffazione a scopo di tradimento e istigazione alla corruzione. Il consiglio federale si occupò della faccenda. Il cancelliere Adenauer giustificò le misure adottate con questa sentenza: " Wir haben einen Abgrund von Landesverrat im Lande" (“ Il paese è un abisso di alto tradimento"). <br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHkLNem4idFtLY2M1a5VpxWNKOJJvJKTl5iuai6IoFH_gU99bMxMaGoR6nfcHEvmnpbr0AAQdX-FZnu5jHtmHpVNuwSat5Hm2jfbj8zScLCiHyE2msMJGjtlTLMvmN-z-jTO1te0FjLAE/s1600/Franz_Josef_Strau%25C3%259F_1982.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHkLNem4idFtLY2M1a5VpxWNKOJJvJKTl5iuai6IoFH_gU99bMxMaGoR6nfcHEvmnpbr0AAQdX-FZnu5jHtmHpVNuwSat5Hm2jfbj8zScLCiHyE2msMJGjtlTLMvmN-z-jTO1te0FjLAE/s320/Franz_Josef_Strau%25C3%259F_1982.jpg" width="264" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Franz Josef Strauß</td></tr>
</tbody></table>
<br />In un question time del parlamento federale il ministro Strauß, tento di minimizzare il suo ruolo nell’intervento della polizia e respinse ogni complicità nella vicenda. Tuttavia ben presto emerse che il giornalista Ahlers era stato arrestato per ordine del politico della CSU, illegittimamente e, come dovette ammettere l’allora ministro degli interni Hermann Höcherl al parlamento, “al di fuori di ogni legalità”. Questa farsa di sentenza è stata finora uno dei classici della tecnica dell’insabbiamento legale. Due giorni dopo l’interrogatorio, il 9 novembre Strauß dovette ammettere la sua implicazione nell’arresto del giornalista dello Spiegel. Il parlamento si sentì preso in giro. L’affare Spiegel, diventò un problema per il governo Adenauer. Editori, giornalisti e associazioni di categoria espressero la loro solidarietà allo Spiegel. Tornavano alla mente i periodi più neri della storia tedesca. La parola “Gleichschaltung” (livellamento) della stampa tedesca, fece il giro del mondo. Ci furono manifestazioni di protesta in tutta la Germania, a sostegno della libertà di stampa e dello stato di diritto. Nel frattempo il giornalista Ahlers, l’editore Augstein e i due collaboratori restavano in prigione. Il 14 dicembre dello stesso anno il cancelliere Adenauer riorganizzò il proprio governo estromettendo Strauß. L’ex ministro della difesa fu congedato con tutti gli onori. Il cancelliere dichiarò la famosa frase "Bittere Stunden formen den Mann" (“I momenti più difficili formano l’uomo”) e annunciò le sue dimissioni nell’autunno del 1963. Il 7 febbraio 1963, dopo 103 giorni di prigione, anche Augstein fu finalmente rilasciato.<br />
<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3zYNh9yS1E-GHDd8cZdRbL5NM3c5SF4jYgPc8LY6fgVGpBDrU8TeAz4ciht168eJpQlesb9kObo2UimCF4C99PKjfoE9BJWh-gOex_0qcF9MzRM4okrfTtEZmbcJXciN4O1mXaM3AyHw/s1600/Manifestazione.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3zYNh9yS1E-GHDd8cZdRbL5NM3c5SF4jYgPc8LY6fgVGpBDrU8TeAz4ciht168eJpQlesb9kObo2UimCF4C99PKjfoE9BJWh-gOex_0qcF9MzRM4okrfTtEZmbcJXciN4O1mXaM3AyHw/s320/Manifestazione.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Manifestazioni di solidarietà allo Spiegel</td></tr>
</tbody></table>
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</div>
<br />Due anni più tardi la giustizia tedesca tornò ad occuparsi di nuovo dello scandalo Spiegel: nel maggio 1965 la Corte di Giustizia federale respinse il rinvio a giudizio di Augstein e Ahlers, con la motivazione che l’articolo dello Spiegel non aveva violato alcuno stato di segretezza. Contro Strauß la procura riconobbe i reati di abuso d’ufficio e privazione della libertà personale, mentre contro “Der Spiegel” fu contestato il reato di violazione della costituzione. L’editore Rudolf Augstein, che nel frattempo era morto, disse una volta che il tentativo di mettere a tacere lo scomodo Spiegel era fallito. Alla fine il settimanale ricavò grande pubblicitò da tutta la vicenda: dopo due generazioni di giornalisti il settimanale d'informazione di Amburgo, non ha avuto successo solo economicamente. La casa editrice Spiegel, nella indipendente città anseatica di Amburgo è considerata la roccaforte del giornalismo investigativo della Repubblica tedesca.<br /><br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhg-xa6VsN1ZENJIXATsvuk9t1hV4x13YMJbXTItzduAJVZywcK9yPXIhfdwTDj8KA0T8kYynyItzH5pCyG9W1mf0rRYpnDKELIh-w7Lh2vcIotmJtTj8deUPtABYHqXokhjzmgFpVS9Nc/s1600/Ahlers.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhg-xa6VsN1ZENJIXATsvuk9t1hV4x13YMJbXTItzduAJVZywcK9yPXIhfdwTDj8KA0T8kYynyItzH5pCyG9W1mf0rRYpnDKELIh-w7Lh2vcIotmJtTj8deUPtABYHqXokhjzmgFpVS9Nc/s320/Ahlers.jpg" width="270" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Conrad Ahlers</td></tr>
</tbody></table>
<br /> <br />ClaTihttp://www.blogger.com/profile/16226984577147606779noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7438565049597641060.post-12379338839350654672012-11-20T03:15:00.000+14:002012-11-20T03:15:09.629+14:00Kaffeehäuser a Vienna<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-size: 16pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-size: 11.0pt;"><span style="font-family: Calibri;"></span></span></b></div>
<strong><span style="font-size: large;">KaffeeHäuser in Wien</span></strong><br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLyHmZnXk3Dmznkq4kZvjkxwHmEdd3iOdN5kJw8kq8it9udxwtuC-bbAc_xItKasXHa6mg2YRNY32qoJQfb3W5GjX6ytxvGR6xPtZmNjR5Aj0NAjLualrJeiI3JzUAghMKVzWBqmdzpxg/s1600/Museum.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="214" rea="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLyHmZnXk3Dmznkq4kZvjkxwHmEdd3iOdN5kJw8kq8it9udxwtuC-bbAc_xItKasXHa6mg2YRNY32qoJQfb3W5GjX6ytxvGR6xPtZmNjR5Aj0NAjLualrJeiI3JzUAghMKVzWBqmdzpxg/s320/Museum.jpg" width="320" /></a></div>
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Luci soffuse, vecchi tappeti, arredamento di legno scuro, un leggero mormorio in sottofondo, un tavolino pieno di giornali, il frenetico via vai delle strade affollate di Vienna diventa in cinque minuti un ricordo, quando si entra in una Kaffeehaus viennese. Sono i locali più eleganti della capitale austriaca, luoghi d’incontro di artisti, scrittori, impiegati, dirigenti. Qui tutti dimenticano la fretta. Un secolo fa quando le abitazioni viennesi erano piccole, fredde e scure, la Kaffeehausi era diventata il salotto di molti viennesi: calda, luminosa e confortevole, l’ideale per incontrarsi con amici e conoscenti. Scrittori e artisti hanno reso leggenda questi locali, il re dei valzer, Johan Strauß Junior diede il suo primo concerto nel Café Dommayer rendendo popolari i valzer viennesi in tutte le Kaffehäuser<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLr0vnnK5G9ZwrtWO2BGSouhnMT3vNr-QRe07-rAnFeMOnISnFYOhn4fPcU2v3LG2gkarm6d46Hg5g2oLY3X3AezvdJ93VblBCHXOPirZUbvdKZ2QVxRFXLi_PSUZj4ytmdc53w7u7ipA/s1600/Jelinek1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" rea="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLr0vnnK5G9ZwrtWO2BGSouhnMT3vNr-QRe07-rAnFeMOnISnFYOhn4fPcU2v3LG2gkarm6d46Hg5g2oLY3X3AezvdJ93VblBCHXOPirZUbvdKZ2QVxRFXLi_PSUZj4ytmdc53w7u7ipA/s320/Jelinek1.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<a href="http://www.stadtbekannt.at/de/essen-und-trinken/essen-_-trinken/wienerisch/das-caf_-jelinek.html">Café Jelinek</a><br />
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Un’autentica Kaffeehaus a forma di L all’angolo Otto Bauer Gasse, che offre numerose specialità a base di caffè. Qui regna un’atmosfera tutta particolare, è come essere un po’ nel soggiorno di casa o in uno scompartimento di un treno, ma anche in un cinema d’altri tempi. Il bancone del bar è dominato da un cartello su cui è scritto in tedesco e in inglese “Wer’s eilig hat, wird hier nicht bedient” (Non si serve ai clienti frettolosi), bisogna quindi lasciare fuori della porta lo stress e le scadenze. I suoi interni non sono cambiati negli ultimi 50 anni e si può dire che lo Jelinek è uno degli ultimi caffè storici che ha mantenuto la sua atmosfera originale.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiOjkf9R_3vGqKSFY0W6v8cK9qJvKR9spj1RoBxlwudLyDw7n1GbNXohA2P-Nw9ErN4-s76btziKnmjW3YzSbYv4gE6O7_gPBdN2258LM4Cbt5oQjb6ATzloWVvIgaJD2I3jaTf5t_E84A/s1600/wien-cafe-museum-071211g.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" rea="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiOjkf9R_3vGqKSFY0W6v8cK9qJvKR9spj1RoBxlwudLyDw7n1GbNXohA2P-Nw9ErN4-s76btziKnmjW3YzSbYv4gE6O7_gPBdN2258LM4Cbt5oQjb6ATzloWVvIgaJD2I3jaTf5t_E84A/s320/wien-cafe-museum-071211g.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<a href="http://www.cafemuseum.at/">Café Museum</a><br />
<br />
Dopo alcuni anni di chiusura per restauro, dal 2010 il Café Museum alla Operngasse ha riaperto. Arredato secondo lo stile originario dell’epoca, il café Museum risale al 1891 ed è stato punto di ritrovo per numerosi artisti austriaci di fama mondiale tra cui i pittori Gustav Klimt, Egon Schiele e Oskar Kokoschka, gli scrittori Joseph Roth, Elias Canetti e Robert Musil, i musicisti Franz Lehar e Oscar Straus. E’ qui che si può gustare l’originale Strudel di mele viennese accompagnato da panna montata e una schiumosa tazza di Mélange, il cappuccino viennese.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYsBX18cvbTcbMM-HcXKa3uwb7queBkpn0z65sEfCsZ-W9W082UnOFdPDmeHkr9Js-1qJ8anO-CThakxcG2zQbXGUEx96MrD9aib7N8CkqhtTRsy4XQGMbKI8AeQDlUZeUiRcYLd4bqbs/s1600/Pr%C3%BCckel.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" rea="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYsBX18cvbTcbMM-HcXKa3uwb7queBkpn0z65sEfCsZ-W9W082UnOFdPDmeHkr9Js-1qJ8anO-CThakxcG2zQbXGUEx96MrD9aib7N8CkqhtTRsy4XQGMbKI8AeQDlUZeUiRcYLd4bqbs/s320/Pr%C3%BCckel.jpg" width="320" /></a></div>
<br /><a href="http://www.prueckel.at/">Café Prückel</a><br />
<br />
Un tempo si chiamava Café Lurion è la classica Ringstraßen-Kaffeehaus viennese, si trova all’angolo tra le Tubenring e la Dr. Karl Lueger Platz di fronte al Museo delle Arti Applicate. Arredata secondo lo Jugendstil degli anni 50 è molto apprezzata dai personaggi più in vista tanto che è diventata monumento nazionale assieme al Café Sperl, Ritter e Landtmann. Nelle belle giornate di sole è veramente piacevole gustarsi un Kleine Braune (caffè ristretto con panna montata) o una Prückel Creme, la specialità di questa caffetteria, con una fetta di Sacher seduti allo <a href="http://www.wien.gv.at/vadb/internet/AdvPrSrv.asp?Layout=Lokale&Type=S&SG=X">Schanigarten</a>, il bar all’aperto, come lo chiamano gli austriaci. Nei fine settimana è possibile assistere su prenotazione a serate musicali e letterarie, inoltre la caffetteria offre anche la possibilità di consumare panini e piatti caldi di loro produzione.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSK21M_dCVHZ1-N63Zme1ZyX6PoRDEids5d9YSnLbcm-xQ_m7u6mKqrWDJs6ZPgAYDmX2XLCjrDJPHDFtJjRvT3J1qyyklAAaiwUARCA5qWH9e8_di4bfXaebHRchpldBJpsA2HxZEZC0/s1600/cafe-central.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" rea="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSK21M_dCVHZ1-N63Zme1ZyX6PoRDEids5d9YSnLbcm-xQ_m7u6mKqrWDJs6ZPgAYDmX2XLCjrDJPHDFtJjRvT3J1qyyklAAaiwUARCA5qWH9e8_di4bfXaebHRchpldBJpsA2HxZEZC0/s320/cafe-central.jpg" width="320" /></a></div>
<br /><a href="http://www.palaisevents.at/cafecentral.html">Café Central</a><br />
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La famosa Kaffeehaus che si trova nel Palais Ferstel, con i suoi oltre 130 anni di storia era il punto di ritrovo preferito di molte personalità nel campo dell’arte, delle lettere e delle scienze, come Arthur Schnitzler, Sigmund Freud e lo scrittore Peter Altenberg (1859 – 1919) che praticamente viveva nel Café Central, collocato tra il Municipio e lo Stephansdom. Una figura di cartapesta raffigurante il letterato seduto al tavolino con lo sguardo fisso nel vuoto, ricorda ancor oggi questo cliente abituale, che si faceva persino arrivare la posta in questa caffetteria. L’ambiente unico dal punto di vista artistico che abbina perfettamente la sua eccezionale produzione artigianale di fine pasticceria viennese.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDKyJdDBjpv9ieGqxmbaok3qKgl_ij6H-eGdyPjT7sgCzPbHarXb5N7YLyNYeYIk1wL72ZjEikeY0n8PS1hy1lWDT7t397qoYSvXn0bWnJ2Kqg3fzaIqgTMgtpZt0vlWVbVnQgoC92l9M/s1600/Hummel.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" rea="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDKyJdDBjpv9ieGqxmbaok3qKgl_ij6H-eGdyPjT7sgCzPbHarXb5N7YLyNYeYIk1wL72ZjEikeY0n8PS1hy1lWDT7t397qoYSvXn0bWnJ2Kqg3fzaIqgTMgtpZt0vlWVbVnQgoC92l9M/s320/Hummel.jpg" width="320" /></a></div>
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<a href="http://cafehummel.at/3477753936">Café Hummel</a><br />
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Christina Hummel con i suoi 36 anni gestisce dal 2005 la caffetteria di famiglia ed è anche la più giovane proprietaria di una Kaffeehaus a Vienna. Lo stile degli interni ricorda gli anni 60, ma il caffè risale al 1935. Qui oltre a gustare un delizioso caffè viennese, vengono servite varie ghiottonerie sia a pranzo che a cena, si possono sfogliare quotidiani e riviste austriaci ma anche stranieri, giocare a carte o a scacchi, o semplicemente guardare la televisione. D’estate il caffè è aperto anche all’esterno su una bella terrazza che affaccia sulla zona pedonale Josefstadt. <br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjC_gBoCdLInTwn1Z7Uyei7Ijh7-d6mWaPUNUPQE43YYVdnK0ShdZ0LZ2uEb1T_iBQ06Rqrx68_ZjJHMSnerbx9E58cNPQcD4p9kTs-yRyAwjZFihlUOnHYRCK0y7llv_nVwCvj408tPUk/s1600/Landtmann1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" rea="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjC_gBoCdLInTwn1Z7Uyei7Ijh7-d6mWaPUNUPQE43YYVdnK0ShdZ0LZ2uEb1T_iBQ06Rqrx68_ZjJHMSnerbx9E58cNPQcD4p9kTs-yRyAwjZFihlUOnHYRCK0y7llv_nVwCvj408tPUk/s320/Landtmann1.jpg" width="320" /></a></div>
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<a href="http://www.landtmann.at/das-cafe/">Café Landtmann</a><br />
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Quando nel 1873 Franz Landtmann aprì la più grande ed elegante caffetteria a Vienna, non sapeva che aveva creato un’istituzione viennese. Da allora mille volti noti sono stati clienti abituali di questa prestigiosa Kaffeehaus: Gustav Mahler, Marlene Dietrich, Romy Schneider, Hillary Clinton e sir Paul MacCartney. La tradizione viennese si affianca anche a qualche gustosa novità come ad esempio lo Schokocino, mélange di cioccolata calda e cappuccino serviti assieme a panna montata e una crema al caramello, il Maria Theresia, caffè lungo in un bicchiere di vetro con liquore all’arancia, panna montata e granella. In questi giorni apre ai clienti il Wintergarten, una moderna costruzione annessa fatta in metallo e vetro.ClaTihttp://www.blogger.com/profile/16226984577147606779noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7438565049597641060.post-28872837174262597802012-11-03T02:15:00.000+14:002012-11-03T02:15:10.621+14:00Il rito del Caffé e la Dröppelminna<span style="font-size: large;">
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt;">
<o:p><span style="font-family: Calibri; font-size: small;"></span></o:p></div>
</span><strong>La DRÖPPEL MINNA </strong><br />
In Inghilterra alle 17.00 c’è l’ora del thè, in una regione della Renania Westfalia c’è l’ora del caffè, la <a href="http://www.dasbergische.de/de/die-region/typisch-bergisch/bergische-kaffeetafel/index.html">Bergischen Kaffeetafel,</a> rito pomeridiano nato all’inizio del 20° secolo.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZDIwZF6WMILOKQDDsijzXMUFix9ZLeu7NHF2Kfdek1DM4xhXLB-DasNjhPZzAsU8Tvq_n8h1Ya6TH0oJZu_WMHt0_1mWHaSmY3gmeI8BkegAexXw6APvwDwj3djNFdRqxtjPxcjwtjYw/s1600/450px-Droeppelminna.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" qea="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZDIwZF6WMILOKQDDsijzXMUFix9ZLeu7NHF2Kfdek1DM4xhXLB-DasNjhPZzAsU8Tvq_n8h1Ya6TH0oJZu_WMHt0_1mWHaSmY3gmeI8BkegAexXw6APvwDwj3djNFdRqxtjPxcjwtjYw/s320/450px-Droeppelminna.jpg" width="240" /></a></div>
<br />Il caffè nella regione Bergischen Land era noto sin dal 18° secolo, ma la popolazione più povera doveva accontentarsi di surrogati come, il caffè di malto (<a href="http://de.wikipedia.org/wiki/Muckefuck">Muckefuck</a>), conosciuto anche come Malzkaffe, o il altri estratti da cereali. In occasioni speciali come matrimoni o battesimi, la bevanda veniva accompagnata da frittelle (Waffeln) o altri dolcetti, e servita nella <a href="http://de.wikipedia.org/wiki/Kranenkanne">Dröppelminna</a>, il termine popolare con cui si chiamava una panciuta caffettiera considerata elemento indispensabile su un tavolino apparecchiato per <a href="http://www.droeppelmina.de/bergische-kaffeetafel-mit-droeppelmina.html">“Kaffeetrinken mit allem Drum und Dran”</a> (bere il caffè con tutti gli annessi e connessi) nelle famiglie tedesche benestanti.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjsOcwBzqFgkd6fUjblvudUk0WOcf6w0vGUNnhTMMxpSaY0UUFxrg6b-tKp0eFsZPJ7u42aQ6FD6HSa_HO13mEYR5JS17RgIN_dNyAdMKmMt2bpeQcgh4hIUGE4JWMn6F7S-7QP0gA5WAo/s1600/P2125458.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" qea="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjsOcwBzqFgkd6fUjblvudUk0WOcf6w0vGUNnhTMMxpSaY0UUFxrg6b-tKp0eFsZPJ7u42aQ6FD6HSa_HO13mEYR5JS17RgIN_dNyAdMKmMt2bpeQcgh4hIUGE4JWMn6F7S-7QP0gA5WAo/s320/P2125458.jpg" width="320" /></a></div>
<br />La Dröppel minna era inizialmente di metallo, spesso di stagno, in seguito di porcellana, poggiata su tre piedini sotto cui, per tenere il caffè in caldo veniva acceso un fornellino a spirito. Il suo nome strano deriva da due parole: “dröppeln”, che nel dialetto renano significa “gocciolare” (tröpfen), e “Minna”, diminutivo di Wilhelmine, nome proprio molto diffuso tra le cameriere delle case benestanti. All’epoca non esistevano i filtri per caffè, quindi dopo un paio di volte che veniva versato il caffè nelle tazze, il beccuccio si otturava impedendo il passaggio del caffè che non fluiva più facilmente nelle tazze, ma “gocciolava”. <br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkYicJ752JEwmux3UKhEJqTK6UPOY4eYsbvWjny7eQDXS5rVQn8u9VgPaZ_P6lfPIzweBE7vuBm1MTDS9fxPUShw9DVaS8FTDoKscHAoxIcw9SGkvFbRKfwtxCJZH_XWi57R5VZcr-fRA/s1600/ImageServlet.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="180" qea="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkYicJ752JEwmux3UKhEJqTK6UPOY4eYsbvWjny7eQDXS5rVQn8u9VgPaZ_P6lfPIzweBE7vuBm1MTDS9fxPUShw9DVaS8FTDoKscHAoxIcw9SGkvFbRKfwtxCJZH_XWi57R5VZcr-fRA/s320/ImageServlet.jpg" width="320" /></a></div>
<br />La <a href="http://www.droeppelmina.de/bergische-kaffeetafel-mit-droeppelmina.html">Dröppelminna</a> faceva bella mostra di sé al centro della tavola dove veniva servito il caffè, attorniata da piatti ricolmi di pane bianco dolce, riso al latte, pane nero, formaggio Quark, Burro e frittelle. Era sicuramente una “merenda” ipercalorica, che alla lunga poteva rendere “panciuti” (bauchig) proprio come la Dröppelminna.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgA-AwVYmmtrkRlrYCFIZEOPaLXgsnzhrBsPDUWWDOlWToVFjnBrMH-oQku4JVC83H6fVMmhwcGZKhIuurCjUxwHM9jD0IpDhyphenhyphendaUrG_AjKpR6QOQfh83TQg60xeTzGKpPKtmRBpXV4yBI/s1600/50906611.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="219" qea="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgA-AwVYmmtrkRlrYCFIZEOPaLXgsnzhrBsPDUWWDOlWToVFjnBrMH-oQku4JVC83H6fVMmhwcGZKhIuurCjUxwHM9jD0IpDhyphenhyphendaUrG_AjKpR6QOQfh83TQg60xeTzGKpPKtmRBpXV4yBI/s320/50906611.jpg" width="320" /></a></div>
<br />Oggi la Dröppelminna è stata sostituita egregiamente da una più pratica Kaffeekanne termica, in cui il caffè travasato resta caldo conservando intatto il suo aroma, mentre l’abitudine di accompagnare una fumante tazza di caffè con dolci o tartine è rimasta intatta, parte integrante dell’ospitalità di questa regione che viene celebrata persino in un museo, il <a href="http://www.niederbergisches-museum.de/bergische_kaffeetafel.html">Niederbergisches Museum</a>, dove è possibile prenotarsi tutti i mercoledì e i sabati per partecipare ad una dimostrazione guidata con degustazione di una autentica Bergischen Kaffeetafel, differenziata anche per adulti o bambini.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkA2w58_pVdZP6m9iUIhXEwF8hOS2dZy1mqZ9qoSw95ZcaERnRrqvYvbpZAYX4eP6HR_CGzA5aQ1BDY415f7gViMaKIu-fjYvHtBuE5d6WhpHqbjQJRIai5xlOH2R9zENAj9lrjweeKpI/s1600/bergische_kaffeetafel.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" qea="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkA2w58_pVdZP6m9iUIhXEwF8hOS2dZy1mqZ9qoSw95ZcaERnRrqvYvbpZAYX4eP6HR_CGzA5aQ1BDY415f7gViMaKIu-fjYvHtBuE5d6WhpHqbjQJRIai5xlOH2R9zENAj9lrjweeKpI/s320/bergische_kaffeetafel.jpg" width="320" /></a></div>
ClaTihttp://www.blogger.com/profile/16226984577147606779noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7438565049597641060.post-44165754332807493852012-10-25T20:32:00.001+14:002012-10-25T20:32:58.479+14:00Rezept der Woche<a href="http://www.kuehne.de/rezepte/rezept-der-woche/#.UIjciHGE0vo.blogger">Rezept der Woche</a><br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><strong><span style="font-size: large;">Grünkohl-Cannelloni </span></strong></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">mit Tomate und Mozzarella</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtnFLMkdC_On2hIEkL_HVOhaj6Q_ITd2hTwUA-4IemrU7Fr3jC6seLWc56_75eV4zCQycOv8yLGGfnjzxsm8lUgWm9sj0oQEshMYkEAJtwDxd3CnUTGQo1RErdwEbaiHQrX6mdfmw2AZk/s1600/01e69ba99c.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" oea="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtnFLMkdC_On2hIEkL_HVOhaj6Q_ITd2hTwUA-4IemrU7Fr3jC6seLWc56_75eV4zCQycOv8yLGGfnjzxsm8lUgWm9sj0oQEshMYkEAJtwDxd3CnUTGQo1RErdwEbaiHQrX6mdfmw2AZk/s320/01e69ba99c.jpg" width="269" /></a></div>ClaTihttp://www.blogger.com/profile/16226984577147606779noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7438565049597641060.post-35599346337397262532012-10-05T22:48:00.001+14:002012-10-05T22:48:06.779+14:00Crisi nel settore automobilistico in Germania<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt;">
<b><span style="font-size: 18pt; line-height: 115%;"><a href="http://www.faz.net/aktuell/wirtschaft/unternehmen/weniger-verkaufte-autos-auto-krisengipfel-im-kanzleramt-11904656.html"><span style="color: purple; font-family: Calibri;"></span></a></span></b></div>
<a href="http://www.faz.net/aktuell/wirtschaft/unternehmen/weniger-verkaufte-autos-auto-krisengipfel-im-kanzleramt-11904656.html">Auto-Krisengipfel im Kanzleramt</a> <br />
<em>(Articolo in originale)</em><br />
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<em>Traduzione di Claudia Marruccelli</em><br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjTPLPSoZlP8K3fqD-NZV2RvFmjCRo82p-trz4uZ0efouLp6mm8Sq48AzbpTMaDqRy7We_mWkgf7cV5QqnVC6D1-4P7kWglbuwHonnbjKZtWF53JUp3LuBGUc9Ci9lTd6O2a3ll9Et6xRs/s1600/257730.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" mea="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjTPLPSoZlP8K3fqD-NZV2RvFmjCRo82p-trz4uZ0efouLp6mm8Sq48AzbpTMaDqRy7We_mWkgf7cV5QqnVC6D1-4P7kWglbuwHonnbjKZtWF53JUp3LuBGUc9Ci9lTd6O2a3ll9Et6xRs/s320/257730.jpg" width="320" /></a></div>
<br /><strong>La peggiore crisi delle vendite sul mercato europeo nella produzione di automobili su vasta scala colpisce duramente l'industria tedesca. Lunedì numerosi dirigenti del settore sono stati ricevuti dalla Cancelleria. Essi contano di ottenere almeno un programma federale di acquisti - ma hanno in serbo molte più richieste.</strong><br />Lunedi primo ottobre i dirigenti della Volkswagen, Daimler, BMW, Ford, Opel e le altre società del settore si sono incontrati a Berlino con la cancelliera tedesca. Tra gli ospiti c'era anche il presidente della VW Martin Winterkorn, secondo quanto è stato riferito dagli ambienti dell’industria automobilistica. Ufficialmente si tratta solo di un incontro previsto da tempo con Angela Merkel (CDU) e quattro dei suoi ministri, per accelerare l’introduzione delle auto elettriche in Germania. Ma ufficiosamente, se si tiene conto dei recenti sviluppi della crisi nel settore automobilistico nel mercato europeo su larga scala, la peggiore degli ultimi venti anni, potrebbe trattarsi anche del tentativo di dare una spinta al settore. Le aziende hanno già tagliato le previsioni di vendita, ridotto la produzione, e stanno pensando di non rinnovare i contratti dei lavoratori a tempo determinato. La crisi colpisce soprattutto Ford, Fiat, Opel e Peugeot, ma si sta facendo sentire lentamente anche alla VW e alla Daimler.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjw9Ax9OfqUIzNHHWJfsWahkz4X6OZRtmL1dH1-NWo0DiJD2vNIFxRrITpAGCpHi9NHpWGJAx3xmWPxHb15xS3SASfNpZFJH2TLVItmtue7MDSZdcsYH3YDJgO61lB16UmWgYclqpIKo9E/s1600/1657744402.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="179" mea="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjw9Ax9OfqUIzNHHWJfsWahkz4X6OZRtmL1dH1-NWo0DiJD2vNIFxRrITpAGCpHi9NHpWGJAx3xmWPxHb15xS3SASfNpZFJH2TLVItmtue7MDSZdcsYH3YDJgO61lB16UmWgYclqpIKo9E/s320/1657744402.jpg" width="320" /></a></div>
<br /><strong>Incentivi per l’acquisto di auto elettriche?</strong>In questa situazione, le aziende automobilistiche si aspettano almeno un programma di rinnovo del parco auto nella pubblica amministrazione con l’acquisto di auto elettriche. Il presidente della VW e i suoi colleghi della BMW e Daimler, Dieter Zetsche e Norbert Reithofer, sarebbero anche del parere di richiedere finanziamenti statali rivolti al pubblico per l'acquisto di auto elettriche. In realtà, tempo fa il ministro dell'Economia tedesco Philipp Rösler aveva respinto tale proposta. Ma la disponibilità potrebbe aumentare perché stanno arrivando sul mercato i primi veicoli provvisti di accumulatori elettrici di produzione tedesca e quindi oltre all’intervento da parte di aziende straniere come la General Motors e la consociate tedesche Opel e Ampera Elektro Auto o la francese Renault-Nissan, un acquisto con contributo statale tornerebbe utile.<br />La prima sarà la Daimler con la versione elettrica della Smart, che sarà consegnata nelle prossime settimane. Seguiranno l'anno prossimo la Volkswagen con la piccola UP e la BMW con la i3, una vettura compatta costruita in fibra di carbonio. In Francia, sono già in vendita auto elettriche con contributo statale fino a 7000 euro.<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3zavUWs-2KYoBnwnicBQ77YPcA5XIewXKceNveFhKGQSU1ldPCI0ZrOBNY3V_eyLgyViqx7UiuDnkEpTSHoeodr_You725JNktgInQHdkl_WFS6V8AcHm3OXftizvJTckKF8T6Tp7uHo/s1600/bmw-i3-aussen-540x304.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" mea="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3zavUWs-2KYoBnwnicBQ77YPcA5XIewXKceNveFhKGQSU1ldPCI0ZrOBNY3V_eyLgyViqx7UiuDnkEpTSHoeodr_You725JNktgInQHdkl_WFS6V8AcHm3OXftizvJTckKF8T6Tp7uHo/s320/bmw-i3-aussen-540x304.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">BMW i3 (elettrica)</td></tr>
</tbody></table>
<br /><strong>Non basta incentivare la ricerca</strong><br />Nel corso della riunione di Berlino si è anche parlato di raddoppiare, per il 2012 e il 2013, l'erogazione degli incentivi per sostenere la ricerca nel campo delle auto elettriche, fino a un miliardo di euro. I progetti presentati, dal punto di vista dei ministeri, sarebbero insufficienti alle necessità dell’industria. Sarà Henning Kagermann, ex manager di SAP (multinazionale europea per la produzione di software) e attuale presidente della Piattaforma Nazionale per la Mobilità Elettrica, a spiegare come si procederà in futuro. La terza relazione della rete di dirigenti del settore, accademici e rappresentanti della politica doveva essere approvata ancora nel mese maggio, ma è stata consegnata alla cancelliera solo ora.<br />Secondo il rapporto, pubblicato sul Frankfurter Allgemeine, l'obiettivo del governo federale sarebbe di mettere in strada in Germania milione di auto elettriche entro il 2020 grazie solo ad ampi fondi statali. I dirigenti del comitato consultivo, i più importanti manager di aziende automobilistiche, chimiche, energetiche e tecnologiche presenti richiedono oltre al finanziamento alla ricerca, pari a un miliardo e già concesso, diverse centinaia di milioni di euro, per la costruzione di una infrastruttura di ricarica pubblica e altri incentivi non monetari.<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1HdCX3ybde9zKGglVGjlhioNxA96kEI99TVJ4e_mO3-E2F5hJRDKI4pGNC0cfmCB84813JYlI8iBtVCxlmhcVfkjRhbcL_taJCmaPbFJ4SqHM4N9sj5EAcSpqGkj6kQsGVvF9ci7Hzsk/s1600/UP.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" mea="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1HdCX3ybde9zKGglVGjlhioNxA96kEI99TVJ4e_mO3-E2F5hJRDKI4pGNC0cfmCB84813JYlI8iBtVCxlmhcVfkjRhbcL_taJCmaPbFJ4SqHM4N9sj5EAcSpqGkj6kQsGVvF9ci7Hzsk/s320/UP.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Volkswagen Up (elettrica)</td></tr>
</tbody></table>
<br /><strong>Industria: l’obiettivo per il 2020 non sarà facilmente raggiunto</strong><br />Finora, l'esenzione dalla tassa automobilistica per le auto elettriche è stata estesa a dieci anni, è previsto un programma di appalti pubblici ed è stata promessa una riduzione della tassa casa automobilistica per le auto di servizio elettriche. Ma questo non basta agli industriali. Secondo il rapporto, con gli attuali finanziamenti verranno messe su strada entro il 2020 al massimo 600.000 auto elettriche. Per raggiungere l'obiettivo ancora lontano di un miliardo, gli industriali richiedono norme speciali per la l’abbattimento dei costi di acquisto e prestiti a tasso agevolato da parte della banca statale KfW (Banca tedesca istituita in Germania nel 1947 per finanziare la ricostruzione). Inoltre, sarà richiesto un incentivo fiscale diretto di € 150 per kilowatt-ora sfruttato nelle auto elettriche. L’Industria spera anche di ottenere la costruzione di 150.000 impianti di ricarica.ClaTihttp://www.blogger.com/profile/16226984577147606779noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7438565049597641060.post-28499435592285561292012-10-05T20:02:00.001+14:002012-10-05T20:02:31.803+14:00Potere d'acquisto a livelli minimi negli ultimi venti anni in Germania<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt;">
<b><span lang="DE" style="font-size: 14pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: DE;"><span style="font-family: Calibri;"></span></span></b></div>
<a href="http://www.fr-online.de/wirtschaft/arbeit-kaufkraft-so-niedrig-wie-vor-20-jahren,1472780,16698728.html"><span style="font-size: large;">Kaufkraft so niedrig wie vor 20 Jahren</span></a><br />
(articolo in lingua originale)<br />
Traduzione di Claudia Marruccelli<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSZqxplmMWnGAsNltTZDt2HEh7kRM8UBvP61mC2B7RYvJqTRD8NGGD7E79ZrZ6jXRVNcXyLRGjEhljzzunQ1NdxHVXCtXNgPn5_dQ3Pt_TTTrchUPaTOMcVOpOu6p9N9mO-Hke8h6nfmA/s1600/16698748,13673493,dmFlashTeaserRes,1340614858_jpg.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="140" mea="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSZqxplmMWnGAsNltTZDt2HEh7kRM8UBvP61mC2B7RYvJqTRD8NGGD7E79ZrZ6jXRVNcXyLRGjEhljzzunQ1NdxHVXCtXNgPn5_dQ3Pt_TTTrchUPaTOMcVOpOu6p9N9mO-Hke8h6nfmA/s320/16698748,13673493,dmFlashTeaserRes,1340614858_jpg.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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Le retribuzioni attuali dei lavoratori tedeschi hanno un potere d’acquisto paragonabile a quello di venti anni fa. Secondo quanto reso noto dall'Istituto per l'Economia Tedesca, dal 1991 i salari netti sono aumentati di pari passo con i prezzi.<br />
Nel 2011 quindi un lavoratore per un'ora di lavoro ha guadagnato il 45 per cento netto in più rispetto a 20 anni fa. I prezzi sono saliti nello stesso periodo del 43 per cento. Così ora per il paniere di spesa vale lo stesso numero di ore dei primi anni ‘90.<br />
<br />
Ciò che un lavoratore medio può permettersi lavorando per lo stesso numero di ore, dipende dalle preferenze dei consumatori. Una bottiglia di Kölsch (la birra di Colonia) richiede allora come oggi l'equivalente di tre minuti di lavoro in fabbrica o in ufficio. Per una cotoletta di maiale, viceversa occorrevano invece di 36 minuti per ogni chilo di carne, solo 30 minuti di lavoro.<br />
Anche per l'abbigliamento l’aumento dei prezzo è relativamente aumentato rispetto a quanto percepito nel 1991. Solo con il prezzo della benzina i salari tedeschi non sono riusciti a tenere il passo: per un pieno di carburante nel 2011 hanno dovuto lavorare quasi due ore in più rispetto a venti anni fa.<br />
<br />ClaTihttp://www.blogger.com/profile/16226984577147606779noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7438565049597641060.post-33127097700064231652012-10-05T19:53:00.002+14:002012-10-05T19:53:23.815+14:00L'Islam fa parte della Germania<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span lang="DE" style="font-size: 16pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: DE;"><a href="http://www.welt.de/politik/deutschland/article109489800/Merkel-Der-Islam-ist-ein-Teil-von-uns.html"><span style="color: purple; font-family: Calibri;"></span></a></span></b></div>
<a href="http://www.welt.de/politik/deutschland/article109489800/Merkel-Der-Islam-ist-ein-Teil-von-uns.html">Merkel – "Der Islam ist ein Teil von uns"</a><br />
<em>articolo in lingua originale</em><br />
<br />
<em>Traduzione di Claudia Marruccelli</em><br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi04f59S7Mbqh_lk-BmsTF_16OO4pBuDK5KOHrdrY67kUTFDi3BBBx5eGFSe5Ls2aZSP9o3gBZZXm-SCt05WLDZRJOBVnLSpVw0mGWrp-zTmOedTjdyWzvnisC26V0uT0X-c2_suMz4Gh0/s1600/Interaktive-Telefonkonferenz-der-CDU-Bundeskanzlerin-Merkel.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" mea="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi04f59S7Mbqh_lk-BmsTF_16OO4pBuDK5KOHrdrY67kUTFDi3BBBx5eGFSe5Ls2aZSP9o3gBZZXm-SCt05WLDZRJOBVnLSpVw0mGWrp-zTmOedTjdyWzvnisC26V0uT0X-c2_suMz4Gh0/s320/Interaktive-Telefonkonferenz-der-CDU-Bundeskanzlerin-Merkel.jpg" width="320" /></a></div>
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<strong>In occasione di una videoconferenza con i membri del CDU Angela Merkel ha invitato a una maggiore tolleranza nei confronti dei mussulmani. Occorre fare una distinzione tra islamisti e Islam, ha detto la cancelliera.</strong><br />
<br />La cancelliera tedesca Angela Merkel (CDU) ha chiesto maggiore tolleranza nei confronti dei mussulmani. In una videoconferenza con i membri del partito CDU, mercoledì sera, alla domanda se l'Islam si potesse considerare parte della Germania, il segretario generale del partito ha così risposto "Dobbiamo essere aperti e accettare il fatto che l'Islam è parte di noi".<br /><br />La Merkel ha anche aggiunto: "Forse dovremmo, come cristiani, preoccuparci di più della nostra religione e parlare di più del cristianesimo, invece di avere paura dell'Islam".<br />La Cancelliera ha sottolineato che oggi più di tre milioni di mussulmani vivono in Germania. "Dobbiamo assolutamente fare attenzione di non fare di tutt’erba un fascio", ha ammonito.<br />La maggior parte dei mussulmani residenti in Germania si è dissociata, “prendendo le distanze” dalle azioni violente generatesi durante le manifestazioni contro il recente film anti-islamico. La Merkel rivolta ai politici presenti al collegamento, ha indirizzato un ammonimento a chi considera gli islamisti come rappresentanti l’Islam in Germania”.<br /><br /><strong>L'assegno nucleo familiare un "atto di giustizia"</strong><br />Inoltre, la Merkel si è espressa a proposito dell’assegno per il nucleo familiare. "Mi batterò per assicurare che venga approvato", ha detto. C'è nel dibattito attuale, la paura che gli asili nido a tempo pieno (Kitas) possano essere considerati un’alternativa all'assegno familiare. Si tratta di permettere ai genitori stessi di vivere il proprio progetto di vita, ha detto. Pertanto, è un atto di giustizia perseguire il diritto legale di un posto negli asili nido a tempo pieno, ma anche quello dell'assegno per il nucleo familiare.<br />Nella conferenza andata in onda sul sito ufficiale Internet, che è durata un’oretta, un software internet dalla sede centrale della CDU a Berlino ha permesso ai rappresentanti e i funzionari del partito di restare collegati e interagire con la Merkel. <br />ClaTihttp://www.blogger.com/profile/16226984577147606779noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7438565049597641060.post-78127288160508043202012-09-20T23:47:00.002+14:002012-09-20T23:57:04.049+14:00Vulkaneifel<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgziWyLgEbHoVOcioIL989jqlDOOf4G0DAB0Ekdgo6-8Y0nNOohL-XdBFf8fesbDWgvzUpTDGl3jjwOxcZh5d-EWL47xyeBO1KbtD3iPFvu9WPCWIjKwqtUYX-Rr9kblD049pwXaQdJy2A/s1600/karte-1-654.gif" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" hea="true" height="235" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgziWyLgEbHoVOcioIL989jqlDOOf4G0DAB0Ekdgo6-8Y0nNOohL-XdBFf8fesbDWgvzUpTDGl3jjwOxcZh5d-EWL47xyeBO1KbtD3iPFvu9WPCWIjKwqtUYX-Rr9kblD049pwXaQdJy2A/s320/karte-1-654.gif" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt;">
<span style="color: red; font-size: 14pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: Calibri;"></span></span></div>
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L'<a href="http://www.eifel.info/">Eifel</a> è una regione della Germania occidentale, particolarmente adatta alle escursioni e alle attività ricreative all'aperto. Anche le cittadine della regione, con i loro vecchi e caratteristici edifici sono attrazioni turistiche degne di essere visitate. La regione dell’Eifel è anche meta preferita dei fan dei motori, infatti è qui che si trova uno dei tre circuiti automobilistici tedeschi, il Nürburgring. Nel nord della regione il Parco nazionale dell'Eifel ospita il <a href="http://www.rursee.de/">Rursee</a>, uno dei più grandi laghi artificiali della Germania. Ci sono molti sentieri per escursioni che sono sempre affiancati da corsi d’acqua.<br />
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTRtDRf8ehtML1lvb1wNAOh9xnbIjCDw7F6Bwcqxl3aEpF6TYsNSHtdX83HNelN92UqN6_01b35Lrc3_uGAXTSjDiL_yLCIfpcaWwW4NycNS5l8WwZlQJZd4pwfQWHU15kdyzQnkhAyvk/s1600/Rursee.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" hea="true" height="228" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTRtDRf8ehtML1lvb1wNAOh9xnbIjCDw7F6Bwcqxl3aEpF6TYsNSHtdX83HNelN92UqN6_01b35Lrc3_uGAXTSjDiL_yLCIfpcaWwW4NycNS5l8WwZlQJZd4pwfQWHU15kdyzQnkhAyvk/s320/Rursee.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Vista dall'alto del Rursee</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Seguendo la Rur si arriva a <a href="http://www.monschau.de/">Monschau</a>: la città è incantevole, ricca di case a graticcio sotto tetti di ardesia. Tessitori di lana e produttori di tessuti nel 18° secolo hanno reso ricca Monschau. Testimonianza ne è la "Rote Haus", una volta era sede originaria della famiglia Scheibler. Nella Marktplatz c’è una fontana dedicata ai conciatori, tessitori e tintori che hanno lavorato e vissuto a Monschau.<br />
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3WHlrmZghsfWCc9ClQ-16QICXtQNmXgN1IGNQKVGGtxMpzzQlQ7z_7OjePg9xQ9N_jU5rNIuzY1YaINuN5Cji717wW3MLedgHm0rW-CxBRdQC6nAWlPLgT5zhtJIbwevGmTRD9dv-b20/s1600/5075477_eb4d8aa7a4_m.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" hea="true" height="285" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3WHlrmZghsfWCc9ClQ-16QICXtQNmXgN1IGNQKVGGtxMpzzQlQ7z_7OjePg9xQ9N_jU5rNIuzY1YaINuN5Cji717wW3MLedgHm0rW-CxBRdQC6nAWlPLgT5zhtJIbwevGmTRD9dv-b20/s320/5075477_eb4d8aa7a4_m.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Fontana a degli artigiani Monschau</td></tr>
</tbody></table>
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Lungo la strada più a sud-est, il paesaggio cambia volto. Gli "occhi della Eifel" qui sono i Maar, laghi di origine vulcanica, formatisi in antichi crateri già da tempo inattivi. Solo nel paesino di <a href="http://www.wallenborn-eifel.de/index.php?option=com_content&view=article&id=69:wallenborner-brubbel-">Wallenborn</a> sono visibili regolari segni di vita sulla superficie terrestre: ogni 45 minuti il "Wallende Born" sputa fuori un geyser, un getto d’acqua ricco di zolfo e anidride carbonica.<br />
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTRb9ktbq3zn2PkcBp0dlnof8gdhbhNKORWKNHfBPKYu4mVfK02suguOWI4jSxQyYfj422V9GRPbSuzPCEszVty_fjJ6tBWCzXwtdPeIzZ_Gr_OO3wH3Pdg0WxFD4-jTnypQso77_mVbg/s1600/wallenborn_brubbel_01_baasch.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" hea="true" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTRb9ktbq3zn2PkcBp0dlnof8gdhbhNKORWKNHfBPKYu4mVfK02suguOWI4jSxQyYfj422V9GRPbSuzPCEszVty_fjJ6tBWCzXwtdPeIzZ_Gr_OO3wH3Pdg0WxFD4-jTnypQso77_mVbg/s320/wallenborn_brubbel_01_baasch.jpg" width="212" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Geyser Wallenborn in inverno</td></tr>
</tbody></table>
<br />
L'Eifel è anche un luogo d’ispirazione molto apprezzato dai monaci anche in tempi precedenti. Tra i molti monasteri nella zona orientale dell’Eifel c’è la stupenda <a href="http://www.maria-laach.de/">abbazia benedettina di Maria Laach</a>, fondata e costruita nel 1093 in pietra locale: tufo, calcare, arenaria, basalto, lava e scisto. La chiesa del convento è un perfetto esempio di architettura romanica. "Ora et labora et lege", è in latino la regola dell'ordine dei Benedettini. Pregare e lavorare e leggere regolano ancora il ritmo della vita nel monastero, che in alcune zone è aperto anche agli ospiti.<br />
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQ1PG1MI7ATu3Frcj4RSAHMiBwldt5JyR2pvtVCMUacIel0oCv9its6xc0a1ZHfw8A6TkI4kqGVXHPMRMh-lPsfxNLCpOE6G1P_yWKg-enxnvxoCdZAZiZ_jO8KpGU2N8Cdc3NI91jc1I/s1600/nickheidfeld_bmw_nurburgring_nordschleife_2007_karussell.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" hea="true" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQ1PG1MI7ATu3Frcj4RSAHMiBwldt5JyR2pvtVCMUacIel0oCv9its6xc0a1ZHfw8A6TkI4kqGVXHPMRMh-lPsfxNLCpOE6G1P_yWKg-enxnvxoCdZAZiZ_jO8KpGU2N8Cdc3NI91jc1I/s320/nickheidfeld_bmw_nurburgring_nordschleife_2007_karussell.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Nordschleife (Curva Nord del Nürburgring)</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Il <a href="http://www.nuerburgring.de/">Nürburgring</a> è l'unica fonte di "rumoroso disturbo"nell’Eifel. Gli appassionati degli sport a motore sono nel loro elemento qui: possono ammirare i loro campioni al volante durante la stagione agonistica di Formula 1 e del Campionato Touring Car o anche provare le proprie abilità di guida in pista sul leggendario rettilineo con la famigerata Nordschleife (Curva Nord). Ai piedi della Rocca di Nürburg si tiene ogni anno nel mese di giugno, il festival all'aperto "<a href="http://www.rock-am-ring.com/">Rock am Ring</a>" a cui partecipano band di primo piano e più di 80.000 appassionati di musica. Tutti sono i benvenuti nell’Eifel con le sue foreste e corsi d’acqua, i suoi magnifici panorami e i suoi spettacoli automobilistici e musicali.<br />
<br />
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhA4rEu9qSKNlTRCK8ShgAQU9Q_BpiIk9WhwqLJUyqrczcjO9PLtGJpxQYMcvizZlzt9lQ_4IoD3W-DRKEzB-W9whnijo16lGiqeHjHvcfxdIjVM5siM8xDtP9UeBwcJC6n4pUiV0OKHqY/s1600/Maare.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" hea="true" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhA4rEu9qSKNlTRCK8ShgAQU9Q_BpiIk9WhwqLJUyqrczcjO9PLtGJpxQYMcvizZlzt9lQ_4IoD3W-DRKEzB-W9whnijo16lGiqeHjHvcfxdIjVM5siM8xDtP9UeBwcJC6n4pUiV0OKHqY/s320/Maare.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Panorama dei Maar (Vulkaneifel)</td></tr>
</tbody></table>
ClaTihttp://www.blogger.com/profile/16226984577147606779noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7438565049597641060.post-29866198461107537692012-09-14T00:28:00.002+14:002012-09-14T00:28:45.534+14:00La Germania vista dagli scrittori europei: Antonio Muñoz Molina<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt;">
<b><span style="font-size: 14pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: Calibri;"></span></span></b></div>
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<div class="post-header">
<div class="post-header-line-1">
</div>
</div>
<div class="post-body entry-content" itemprop="description articleBody">
<b><span style="font-size: medium;">Cosa dicono di noi gli scrittori europei (5a parte)</span></b></div>
<div class="post-body entry-content" itemprop="description articleBody">
<b><span style="font-size: medium;"></span></b><br />Articolo in lingua originale: <br /><br /><a href="http://www.zeit.de/2012/34/Europa-Krise-Schriftsteller"><span style="color: #ff9900;">Europas Schriftsteller: Wie wir euch sehen</span></a><br /><br /><i>Un intero continente in crisi: Ovunque aleggia la minaccia della bancarotta, del collasso economico e della disoccupazione di massa. Molti europei sono quindi in collera con la ricca Germania e il governo di Angela Merkel: ma noi tedeschi siamo davvero così potenti? Siamo noi che tormentiamo l’Europa? Otto scrittori di Eurolandia hanno detto cosa pensano di noi</i></div>
<div class="post-body entry-content" itemprop="description articleBody">
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoMHCD_6Ma0w9mmu4J0Lr7EKMOYPMXlPXgRtRCHbb9clJm_aWz30KZ7wBYub-e1WETsZJ5UBO7toPWdStBDD7ps8DToyiqHcsZf6JgdBfWijWHdfSkd8HFcrePmMATUNfZX_sApLmrPy8/s1600/1243086684_0.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" hea="true" height="236" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoMHCD_6Ma0w9mmu4J0Lr7EKMOYPMXlPXgRtRCHbb9clJm_aWz30KZ7wBYub-e1WETsZJ5UBO7toPWdStBDD7ps8DToyiqHcsZf6JgdBfWijWHdfSkd8HFcrePmMATUNfZX_sApLmrPy8/s320/1243086684_0.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="post-body entry-content" itemprop="description articleBody">
<br /><a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Antonio_Mu%C3%B1oz_Molina">Antonio Muñoz Molina</a> (Spanien)</div>
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Se si dà credito alle osservazioni di alcune fonti autorevoli, sembra essere evidente che l’intransigenza con cui le richieste del governo tedesco, rivolte ai paesi più vulnerabili dell’Unione Europea, di una più radicale austerità, ci spinge ulteriormente alla rovina. Anche se la distinzione tra paesi responsabili e paesi spreconi non è così ben definita come sembra, per molti anni le banche dei paesi ricchi hanno tratto grossi vantaggi, finanziando le economie deficitarie dei paesi emergenti. Con l’abbondanza di denaro, che ha alimentato la bolla immobiliare spagnola, sono state finanziate la riunificazione delle due Germanie e la crescita dell’economia tedesca. Senza il grande interesse dei turisti tedeschi e britannici, e dei pensionati che hanno acquistato case per vacanze in Spagna, il mercato immobiliare spagnolo sarebbe stato molto meno attraente per gli investitori. Col senno di poi, si sarebbe potuto prevedere con anni di anticipo la bancarotta imminente dell’economia spagnola. Tuttavia ancora nel 2007 la borsa spagnola era il mercato più redditizio d’Europa, e alcuni dei quotidiani più in vista, che oggi ci negano la rispettabilità creditizia, diffondevano un ottimismo, che già a quel tempo a pochi di noi sembrava completamente irrazionale.<br />
<br />
Non voglio negare o diminuire la responsabilità della Spagna. Ma ho l'impressione che il governo tedesco e l'opinione pubblica, con tutte le critiche giustificate che arrivano dall’esterno, abbia chiuso troppo volentieri un occhio di fronte alla propria mancanza di responsabilità nei suoi fallimenti. Ma anche se così fosse, non servirebbe a nulla. E anche se si avesse ragione al 100% il disastro non diventa meno grave. Forse molte persone in Germania non vedono – o non vogliono vedere - che l'austerità imposta non fa che rafforzare la crisi, e l'ingiustizia non può che continuare a crescere, dato che per il momento la gente che non ha la minima colpa per il disastro, non può fare altro che pagare i conti, e sono i poveri, i lavoratori, i dipendenti pubblici in pensione, i malati indigenti, gli emigrati. Nonostante tutto ciò io non provo avversione verso la Germania, e credo che la stessa cosa valga per molti spagnoli. Al contrario, per uscire dall’abisso in cui ci troviamo, abbiamo bisogno di una rivoluzione culturale; e qui possiamo, quando si tratta di determinate competenze personali e senso comunitario, imparare dalla Germania: l'amore per un lavoro attento, la coerenza, la responsabilità individuale, rispetto per la consapevolezza della conoscenza e dell'esistenza di un bene comune e dei valori sociali. Come molti anni fa, quando ebbi il mio primo presentimento che il mio paese si stava dirigendo nel baratro, nonostante l'ondata di successo, sono ancora convinto che si possa imparare dalle migliori qualità della Germania.ClaTihttp://www.blogger.com/profile/16226984577147606779noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7438565049597641060.post-56922392668322943252012-09-12T02:52:00.002+14:002012-09-12T05:26:31.489+14:00La Germania vista dagli scrittori europei: Roberto Saviano<b><span style="font-size: large;">Cosa dicono di noi gli scrittori europei (4a parte)</span></b><br />
Articolo in lingua originale: <br />
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<a href="http://www.zeit.de/2012/34/Europa-Krise-Schriftsteller">Europas Schriftsteller: Wie wir euch sehen</a><br />
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<i>Un intero continente in crisi: Ovunque aleggia la minaccia della bancarotta, del collasso economico e della disoccupazione di massa. Molti europei sono quindi in collera con la ricca Germania e il governo di Angela Merkel: ma noi tedeschi siamo davvero così potenti? Siamo noi che tormentiamo l’Europa? Otto scrittori di Eurolandia hanno detto cosa pensano di noi.</i><br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZ6SCfnLu4r2Ofaz8EOXavaopry6S2J3UP7iMYXORhhcz-0Mv9F7q58-NFMmMVCfaj-xHF1xhAXSHc4o8x-Bdcj3hdNSjajSgxFE50m2dJcdNPshOIUgPBxX17BDClgJAGVGD_etbGjYw/s1600/roberto-saviano.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" hea="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZ6SCfnLu4r2Ofaz8EOXavaopry6S2J3UP7iMYXORhhcz-0Mv9F7q58-NFMmMVCfaj-xHF1xhAXSHc4o8x-Bdcj3hdNSjajSgxFE50m2dJcdNPshOIUgPBxX17BDClgJAGVGD_etbGjYw/s1600/roberto-saviano.jpg" /></a></div>
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Roberto Saviano (Italien)<br />
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C’è stata una Germania in ogni fase della mia vita. Da ragazzino, la Germania per me era quella dei biondissimi Rudi Völler e Klinsmann; quella del rigore di Andreas Brehme ai mondiali del 1990, contro la squadra di Maradona, dopo la vittoria sulla nazionale italiana; quella della Germania dei racconti di mio nonno, il paese dei campi di concentramento, dove fu imprigionato, e dei tedeschi che arrivati nella nostra Caiazzo, furono autori di un efferato massacro. Poi c’è stata la Germania degli italiani emigrati a Stoccarda, Monaco e Amburgo, che mi suggerirono di fare come loro, perché “uno con la testa come la tua qui può fare subito carriera”. La Germania delle turiste che ci facevano impazzire, quando arrivavano sulla Costiera Amalfitana per farsi corteggiare da noi, come delle dee nordiche scese dal cielo; con loro si realizzava ciò che con le nostre ragazze non avremmo mai osato fare, neanche in sogno! Era la Germania delle borse di studio ottenute senza raccomandazioni. La Germania della democrazia che vince sulla Repubblica Tedesca dell’Est. La Germania, secondo mio padre, del cibo immangiabile, delle donne fantastiche a letto (soprattutto con gli italiani), e della gente, soprattutto i bavaresi, “che sono cordiali quasi quando noi meridionali”. Per i miei amici la Germania era il paese in cui tutto fila liscio, in cui gli ospedali funzionano, in cui la polizia è civile, in cui si può fare sesso senza inibizioni e senza essere sposati, e in cui si può aprire un buon ristorante. Per i miei familiari emigrati era il paese in cui si lavorava molto, ma si guadagnava anche, in cui sono stati un po’ maltrattati, in cui s’incontravano soprattutto persone antipatiche e solo qualche volta quelle gentili e da cui si poteva ottenere qualcosa solo se si sgobbava come tutti. Non c’era una Germania, ma parecchie. E ora c’è la Germania che deve aiutarci, che ci critica, che vuole seppellire l’Europa; è la Germania della signora Merkel, che ha nelle sue mani il destino di tutti noi. Ecco che ritorna a galla l’antico pregiudizio su di un paese, con la stessa superficialità degli stereotipi che circolano sull’Italia. Effettivamente l’errore in Germania è quello di non considerare l’Europa come un soggetto, ma di vedere solo il cuore economico dell’Europa, e la Germania sbaglia anche quando tratta il resto dell’Europa come se non ne facesse parte. Siamo dannatamente simili, e anche la Germania è dannatamente simile a tutta l’Europa, anche se non vuole ammetterlo. Ecco perché tutti si aspettano qualcosa da lei. Quando si tratta di discutere si trasforma in uno spauracchio: il binomio Merkel-Germania “ci massacrerà tutti” come un esercito, che può salvarci o annientarci. Come accade per chi ti salva o ti fa precipitare nell’abisso, puoi o amarlo o odiarlo. C’è una Germania che ragiona col cuore e una Germania che ragiona col cervello, una di cui si può parlare a tavola con gli amici, e una che si spera possa esistere. Non si può più parlare di una sola Germania, ce ne sono numerose, e ognuna rappresenta una particolare idea, una particolare immagine. Ogni volta che si parla della Germania, il suo destino non ha nulla a che fare con i paesi, che non solo la circondano, ma la compongono, viene il sospetto che lo spirito europeo si stia indebolendo e che il suo DNA si stia alterando. Lo stesso accade se si pensa agli altri paesi europei, la loro salute dipende dall’aiuto tedesco. La Germania è diventata questo contrasto. Mentre contribuisce, aiuta se stessa e si danneggia allo stesso tempo. Tagliare questo nodo gordiano significa comprendere il destino di questo paese. Noi italiani siamo la Germania (Anche se non sembra) e la Germania è l’Italia (Anche se ai tedeschi non va mica tanto giù!)<br />
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<br />ClaTihttp://www.blogger.com/profile/16226984577147606779noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7438565049597641060.post-31538165405794375072012-09-07T02:20:00.001+14:002012-09-07T02:26:55.860+14:00La Germania vista dagli scrittori europei: Petros Markaris<strong><span style="font-size: large;">Cosa dicono di noi gli scrittori europei (3a parte)</span></strong><br />
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Articolo in lingua originale: <br />
<a href="http://www.zeit.de/2012/34/Europa-Krise-Schriftsteller">Europas Schriftsteller: Wie wir euch sehen</a><br />
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<em>Un intero continente in crisi: Ovunque aleggia la minaccia della bancarotta, del collasso economico e della disoccupazione di massa. Molti europei sono quindi in collera con la ricca Germania e il governo di Angela Merkel: ma noi tedeschi siamo davvero così potenti? Siamo noi che tormentiamo l’Europa? Otto scrittori di Eurolandia hanno detto cosa pensano di noi.</em><br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZgvutWb8ZO8mT78UeSnFOgEUEKlkyKl-bqXZw14afQH6P89JOdYT-Aj63lyHAKBP8gaa2RM6EVJ_eLJCGuZhfcNow5iezijba20bm-MIgGQ4gvXqkpDvhKWeY8NgMHIGJhtbK-wnGMlE/s1600/Petros_Markaris_800px_jn.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" hea="true" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZgvutWb8ZO8mT78UeSnFOgEUEKlkyKl-bqXZw14afQH6P89JOdYT-Aj63lyHAKBP8gaa2RM6EVJ_eLJCGuZhfcNow5iezijba20bm-MIgGQ4gvXqkpDvhKWeY8NgMHIGJhtbK-wnGMlE/s320/Petros_Markaris_800px_jn.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<strong>Petros Markaris (Griechenland)</strong><br />
I poveri e gli emarginati non hanno alcuna simpatia per i ricchi. E’ sempre stato così e i tedeschi si devono rassegnare. Altri ricchi stanno bene anche così. Questa è un’interpretazione, che probabilmente piace di più ai tedeschi. Ce n’è una seconda, più complessa. I tedeschi hanno più di tutti approfittato dell’euro. Gira anche voce in Europa che la Germania sia stata l’unica a beneficiare dell’introduzione dell’euro. Se fosse vero, si farebbe ai tedeschi un torto. Poiché questo risultato non è ne’ un caso ne’ un privilegio. I tedeschi hanno una fiorente economia, grazie ai loro richiestissimi prodotti di elevata qualità, che sanno abilmente rendere competitivi.<br />
Il problema è che i tedeschi vogliono applicare questa ricetta economica di grande successo anche alla politica. I tedeschi vogliono fare politica spendendo poco. Essi controllano l’intero sistema economico, ma nel loro pensiero politico non tengono conto delle priorità nazionali. Prendiamo ad esempio il dibattito <a href="http://www.spiegel.de/wirtschaft/soziales/grafik-was-passiert-wenn-griechenland-die-euro-zone-verlaesst-a-834578.html">sull’uscita della Grecia dall’eurozona</a>. Quasi ogni giorno c’è un politico diverso che dice la sua, e la cosa è’ comprensibile. L’anno prossimo ci saranno le elezioni in Germania e queste dichiarazioni hanno una valenza elettorale. Solo che quest’atteggiamento non è degno di un politico di un paese che vuole mantenere il predominio in Europa. In primo luogo perché dà l’impressione che la Germania decida da sola chi va e chi viene nell’Eurozona. La cosa non suona bene soprattutto nell’Europa del sud. In secondo luogo perché tali decisioni vanno prese a tempo dovuto, senza strombazzarle tanto in anticipo.<br />
I tedeschi dicono spesso che dovremmo imparare da loro. E’ vero. Per una buona gestione economica potremmo imparare molto dai tedeschi, ma loro dovrebbero imparare qualcosa sulla politica dagli americani. Poiché questi ultimi hanno risollevato economicamente l’intera Europa del dopo guerra, in particolare proprio la Germania dell’Ovest, spendendo per questo scopo una quantità enorme di capitali, tra sovvenzioni e prestiti (<a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Piano_Marshall">Piano Marshall</a>). Si erano resi conto che per diventare una potenza mondiale, c’è da pagare anche un prezzo. I tedeschi vogliono essere una potenza di primo piano in Europa, ma non ne vogliono pagare il ben che minimo prezzo. Una leadership senza prezzo nella politica mondiale non esiste sin dai tempo della seconda guerra mondiale, fatta eccezione per l’Unione Sovietica.ClaTihttp://www.blogger.com/profile/16226984577147606779noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7438565049597641060.post-44013756813694368952012-09-04T00:19:00.001+14:002012-09-04T00:19:05.835+14:00La Germania vista dagli scrittori europei: John Banville<span style="font-size: 13pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: Calibri;">
<span style="font-size: large;"><strong></strong></span><br />
</span></span><strong><span style="font-size: large;">Cosa dicono di noi gli scrittori europei (2a parte)</span></strong><br />Articolo in lingua originale:
<br /><a href="http://www.zeit.de/2012/34/Europa-Krise-Schriftsteller">Europas Schriftsteller: Wie wir euch sehen</a><br />
<br /><em>Un intero continente in crisi: Ovunque aleggia la minaccia della bancarotta, del collasso economico e della disoccupazione di massa. Molti europei sono quindi in collera con la ricca Germania e il governo di Angela Merkel: ma noi tedeschi siamo davvero così potenti? Siamo noi che tormentiamo l’Europa? Otto scrittori di Eurolandia hanno detto cosa pensano di noi.</em><br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwBZSwZJp_kihE8R4zBMYldtHHo8VqbcfBIpxkwmyHhQECft-PbEi0L5fvNW7bkM6ErsWNQmG8PQ7QtrBBM_jBLA1yi5lssHc3kcgbRUpNWXO-lgQ4eCx1VyIOnEY7CghVket9rp84ryw/s1600/banville.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" fea="true" height="237" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwBZSwZJp_kihE8R4zBMYldtHHo8VqbcfBIpxkwmyHhQECft-PbEi0L5fvNW7bkM6ErsWNQmG8PQ7QtrBBM_jBLA1yi5lssHc3kcgbRUpNWXO-lgQ4eCx1VyIOnEY7CghVket9rp84ryw/s320/banville.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br /><a href="http://it.wikipedia.org/wiki/John_Banville">John Banville (Ireland)</a>Assillati da ogni tipo di difficoltà, noi irlandesi ora abbiamo sete di vittorie. Ecco perché molte migliaia di appassionati di calcio irlandesi si sono recentemente spinti fino in Polonia, per assistere ai mondiali di calcio. All’inizio del campionato, una mattina la prima pagina di un nostro quotidiano ha pubblicato la foto di un gruppo di tifosi irlandesi, che reggeva allegramente uno striscione su cui era scritto: “Angela Merkel crede, che ci stiamo dando da fare”. Una battuta davvero impertinente – ma che nasconde un atteggiamento indicativo. Tutta l’isola irlandese è stata per otto secoli una colonia britannica diventata <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_d'indipendenza_irlandese">indipendente solo nel 1922</a>. Tuttavia nella giovane repubblica aleggia ancora una certa antipatia nei confronti della Gran Bretagna, presunta fonte di ogni male, nel passato come nel presente. Come ci si può aspettare che cresciamo, questo ci è stato chiesto, quando la grande matrigna minaccia ancora aldilà del mare d’Irlanda? <br />Poi abbiamo <a href="http://europa.eu/about-eu/countries/member-countries/ireland/index_it.htm">aderito alla CEE</a>, come si chiamava allora e lentamente abbiamo iniziato a focalizzare meglio nostri obiettivi. Inizialmente l’adesione alla comunità europea era considerata poco più di una miniera d’oro dai nostri contadini, su cui le sovvenzioni della CEE si riversavano come una pioggia d’oro. Denaro gratis! In quei primi giorni nelle nostre menti l’Europa era considerata più o meno come grande blocco unico, in cui riuscivamo a stento a distinguere le varie nazione di cui la CEE era formata. Provavamo un certo affetto per la Germania, che alla fine non ci aveva mai bombardato, tranne una volta per errore. Oggi tuttavia la Germania non è più solo quella lontana nazione produttrice di automobili di marca, ma si è improvvisamente investita del ruolo di amministratore finanziario dell’Europa, il cui portafoglio ben chiuso si apre con riluttanza. In altre parole: a est della nostra isola è spuntata un’altra madre, più forte della Gran Bretagna. Una mamma che ci dice che non ci sono più soldi finché non mettiamo in ordine la cameretta. Angela Merkel crede che ci stiamo dando da fare? Con l’aiuto del cielo e dell’alta finanza: dovrebbe ben saperlo lei.ClaTihttp://www.blogger.com/profile/16226984577147606779noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7438565049597641060.post-25307366863752195632012-08-29T23:05:00.002+14:002012-08-29T23:05:24.857+14:00La Germania vista dagli scrittori europei: Bernard-Henri Lévy<span style="font-size: large;"><strong>Cosa dicono di noi gli scrittori europei (1a parte)</strong></span><br />
<br />
<strong>Articolo in lingua originale: </strong><br />
<br />
<strong><a href="http://www.zeit.de/2012/34/Europa-Krise-Schriftsteller"><span style="font-size: large;">Europas Schriftsteller: Wie wir euch sehen</span></a></strong><br />
<br />
<em>Un intero continente in crisi: Ovunque aleggia la minaccia della bancarotta, del collasso economico e della disoccupazione di massa. Molti europei sono quindi in collera con la ricca Germania e il governo di Angela Merkel: ma noi tedeschi siamo davvero così potenti? Siamo noi che tormentiamo l’Europa? Otto scrittori di Eurolandia hanno detto cosa pensano di noi.</em><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVof0oaq5KTf5JmN2DcdBcvTCAbQ30jSm8p3rwYACi91A6Rk9p5yp0IyPGhhtVjfmnKbXkM7raoIHm-SEMk5TTMJdA9fXZipVpQFEfXoZdrXX-Ztg6LjvKP5T2IjGryVUKC-6YKQETTrU/s1600/1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" fea="true" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVof0oaq5KTf5JmN2DcdBcvTCAbQ30jSm8p3rwYACi91A6Rk9p5yp0IyPGhhtVjfmnKbXkM7raoIHm-SEMk5TTMJdA9fXZipVpQFEfXoZdrXX-Ztg6LjvKP5T2IjGryVUKC-6YKQETTrU/s320/1.jpg" width="251" /></a></div>
<br />
<em><span id="internal-source-marker_0.878260595069436" style="background-color: transparent; color: black; font-family: Arial; font-size: 19px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: bold; text-decoration: none; vertical-align: baseline;"><a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Bernard-Henri_L%C3%A9vy">Bernard-Henri Lévy</a> (Francia)</span></em><br />
<em><br /></em>E’ strano, ma non è da me, credere a questa storia della “arroganza tedesca”. In verità ci sono state talvolta alcune dichiarazioni che si sarebbero potute evitare, come quella recente del ministro delle finanze bavarese <a href="http://www.sueddeutsche.de/bayern/markige-sprueche-in-sachen-euro-blumen-in-der-wueste-zu-giessen-macht-auch-wenig-sinn-1.1433876">Markus Söder</a>, che sosteneva senza mezzi termini di voler buttar fuori dall’eurozona la Grecia (“A un certo punto tutti devono tornare a casa dalla mamma, ed è arrivata l’ora anche per i Greci”). Ma prendiamo in esame le dichiarazioni di Angela Merkel in questi due anni. O quelle dei suoi collaboratori di gabinetto più in vista. Naturalmente queste persone possono anche commettere degli errori; la loro ossessione per l’austerità e per il pareggio di bilancio, oserei dire senza ombra di dubbio, sono forse sbagliate, e sicuramente degne di essere analizzate. Ma arroganti?<br />
Ma perchè vogliamo a tutti i costi circoscrivere la Germania in questo ruolo, nel suo “<a href="http://www.hdg.de/lemo/html/dokumente/NeueHerausforderungen_redeNolte1986/index.html">passato, che non passerà</a>”? Dall’epoca del <a href="http://docupedia.de/zg/Historikerstreit">“conflitto tra storici”</a> 25 anni fa o anche dalla vicenda <a href="http://de.wikipedia.org/wiki/Tod_eines_Kritikers">Walser</a> 12 anni fa, è passata molta acqua sotto i ponti. La classe politica tedesca, secondo me, oggi è molto più consapevole di queste vicende del passato. Di questa assenza-presenza di ciò che è stato rimosso, del pericolo del loro ritorno e quindi della necessità di fare il possibile per tenerle alla larga.<br />
Sono i britannici a comportarsi in maniera arrogante e anche nelle dichiarazioni di qualche ministro francese si scorge qualche traccia di arroganza. Senza dubbio dalla Grecia arriva un'incessante minaccia di disastro, che può essere considerata in un certo senso arroganza. Ma questo continuo parlare di arroganza tedesca: potrebbe servire a tranquillizzare le perone e allo stesso tempo a consentire loro di far rivivere antichi luoghi comuni e in questo modo a evitare le proprie personali considerazioni; non mi sembra che ciò corrisponda alla realtà.ClaTihttp://www.blogger.com/profile/16226984577147606779noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7438565049597641060.post-27444026567151475992012-08-28T23:26:00.001+14:002012-08-28T23:26:52.450+14:00Musica e festa contro i neonazisti<strong><span style="font-size: medium;">Rechtsextremismus - Mit Partymusik gegen Neonazis</span></strong><br />
<br />
<strong>Dal 2006 ogni agosto nella cittadina di </strong><a href="http://www.staatsbadnenndorf.de/"><strong><span style="color: #6aa84f;">Bad Nenndorf</span></strong></a><strong>, nella Bassa Sassonia, arrivano per sfilare e manifestare, migliaia di neonazisti da tutta la Germania, trasformando una tranquilla località termale in un luogo di culto per estremisti di destra. Però i cittadini non ci stanno e si ribellano.</strong><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjCt3YM98W469pqyExg5AQLX3952Q2uVxz4n5EcbssIjILh0XvYgiNX7sqYfwAZyNsqphboOgny5pAhQFDSM795-IfLjO8IvHyDDKxzU86kHsaKsNj72Sl0ZzD1SkWm056rX0PIE93LnQs/s1600/bad-nenndorf-linke.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" fea="true" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjCt3YM98W469pqyExg5AQLX3952Q2uVxz4n5EcbssIjILh0XvYgiNX7sqYfwAZyNsqphboOgny5pAhQFDSM795-IfLjO8IvHyDDKxzU86kHsaKsNj72Sl0ZzD1SkWm056rX0PIE93LnQs/s320/bad-nenndorf-linke.jpg" width="320" /></a></div><br />
Per saperne di più clicca <a href="http://gutenmorgenitalien.blogspot.it/2012/08/musica-e-festa-contro-i-neonazisti.html">qui</a><br />
ClaTihttp://www.blogger.com/profile/16226984577147606779noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7438565049597641060.post-22884478529207947372012-08-21T01:41:00.001+14:002012-08-21T02:05:17.355+14:00I Wossi<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-size: 16pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: Calibri;"></span></span></b></div>
<strong><span style="font-size: large;">I Wossis</span></strong><br />
<em>I </em><a href="http://www.spiegel.de/spiegel/print/d-13679425.html"><em>Wossis</em></a><em> sono stati, per un certo periodo di tempo, dei tedeschi particolari: erano quelli che dalla Germania dell’Ovest sono andati a lavorare e a vivere nella Germania dell’Est. I Wossis non sono però stati accolti sempre a braccia aperte.</em><br />
<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjC68EE51dIQ4KRIY3JPblTb3ITRm0W6x9v-tcjsWQI7zGbMYOgjUiyncj0A6i5WgQW_BaroZz9qKCVNZybgBBN3BkrFflP9DbcPFYXNDNcAbC6RuSA1GJr8UGWjyc5yUkqj1Mnn6IR7yM/s1600/Vaterland.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="239" mda="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjC68EE51dIQ4KRIY3JPblTb3ITRm0W6x9v-tcjsWQI7zGbMYOgjUiyncj0A6i5WgQW_BaroZz9qKCVNZybgBBN3BkrFflP9DbcPFYXNDNcAbC6RuSA1GJr8UGWjyc5yUkqj1Mnn6IR7yM/s320/Vaterland.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Una Germania sola, un'unica patria</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Era appena caduto il Muro di Berlino, era il 1989, e la lingua tedesca si arricchisce di due nuove parole: Ossi e <a href="http://de.wikipedia.org/wiki/Wessi">Wessi</a>. Così venivano chiamati a volte con affetto, ma molto più spesso con disprezzo i tedeschi dell’Est e quelli dell’Ovest. Passa solo un anno che compare una nuova parola, Wossi, che di norma indica un tedesco dell’Ovest che emigra nella zona orientale della Germania riunificata. Erano soprattutto impiegati statali e giudici, che dovevano riorganizzare l’apparato giudiziario e amministrativo della nuova Germania. I <a href="http://www.zeit.de/2010/39/S-Mein-Leben-als-Wossi">Wossi</a> dopo un estenuante lavoro di riorganizzazione, mirato anche a formare personale per le nuove procedure amministrative in campo giudiziario, sono ritornati in occidente. Molti però sono rimasti. <br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEio73Uc5v_SEkmZYGvVSLpyH4k6Uy9oR2-snJ5383Jj7kNDPAXGCgGyZKKNboFlkjDA6lIXdxKjDDzxG60cfZ_961xDaRlJxd-e2j3PYDzTrTZ7EJUzuwm2Hrr6M7sXFGZM821b-RHfJHA/s1600/unterschiedenicht-DW-Politik-BERLIN.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="212" mda="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEio73Uc5v_SEkmZYGvVSLpyH4k6Uy9oR2-snJ5383Jj7kNDPAXGCgGyZKKNboFlkjDA6lIXdxKjDDzxG60cfZ_961xDaRlJxd-e2j3PYDzTrTZ7EJUzuwm2Hrr6M7sXFGZM821b-RHfJHA/s320/unterschiedenicht-DW-Politik-BERLIN.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il 62% dei giovani al di sopra dei 16 anni crede che esistano ancora differenze tra tedeschi dell'Est e tedeschi dell'Ovets, il 24% non lo crede, il 14% non sa rispodere (Indagine del 2009)</td></tr>
</tbody></table>
Purtroppo numerosi Wessi, ossia i tedeschi dell’Ovest, che anche solo per un breve periodo sono andati a lavorare nell’ex DDR subito dopo il crollo del muso di Berlino, si sono presentati in maniera autoritaria e arrogante, molto sicuri di sé, trattando i colleghi e le colleghe dell’Est con aperto sussiego. I lavoratori tedeschi dell’Est e dell’Ovest, lavorando fianco a fianco sullo stesso posto di lavoro, si resero conto ben presto di due cose: primo che c’erano molte più cose in comune di quello che avrebbero potuto pensare, che quindi erano allo stesso livello, e secondo che esistevano reciproche riserve e pregiudizi. I tedeschi dell’est erano considerati incivili, opportunisti, piccoloborghesi. Viceversa i tedeschi dell’Ovest arroganti, attaccati ai soldi, scarsamente autocritici. I tedeschi dell’Ovest erano riconoscibili per strada da come andavano vestiti, sempre in giacca e cravatta, come se volessero ad ogni costo apparire diversi. <br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-gNtpdaaM2uFe7C1GgmwlyYNFJSuUG9n9_veuTB83ReWRMLj014U6OVPauNddTO7Com5cQBuZn0APElbHub_XDyXllL6BaEi4KugJhdmOY3nuf5BZtQ53jbX4KeL0wA2Nju-r0vJLoqs/s1600/bild.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="192" mda="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-gNtpdaaM2uFe7C1GgmwlyYNFJSuUG9n9_veuTB83ReWRMLj014U6OVPauNddTO7Com5cQBuZn0APElbHub_XDyXllL6BaEi4KugJhdmOY3nuf5BZtQ53jbX4KeL0wA2Nju-r0vJLoqs/s320/bild.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">"Un tempo qui esisteva un orribile MURO che divideva la popolazione!!!"</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Per molti di coloro che sono nati dopo la riunificazione e che non hanno vissuto l’esperienza dell’ex DDR, risulta quasi incomprensibile questa suddivisione in Ossi e Wessi. Si è trattato per fortuna solo di una questione generazionale, così come per i Wossi. I discendenti dei Wossi sono ora semplicemente tedeschi, indipendentemente dal fatto che vivano ad Est o ad Ovest della Repubblica Federale Tedesca.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1f36IvYPPL5EEODglSRjoCm62pofFsA2mZtpn7u6N_3gb60GwrTbG8hDxtJZzGI76jKrdVZ-K6l8KUKxm7SloTKBLiMXYt6NTZMfIWoX6Ces-HH18urSbmjOCMAQI5ZlnTLYbkclX3HE/s1600/ossi_wessi_180.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="213" mda="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1f36IvYPPL5EEODglSRjoCm62pofFsA2mZtpn7u6N_3gb60GwrTbG8hDxtJZzGI76jKrdVZ-K6l8KUKxm7SloTKBLiMXYt6NTZMfIWoX6Ces-HH18urSbmjOCMAQI5ZlnTLYbkclX3HE/s320/ossi_wessi_180.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ossi e Wessi: meglio uniti</td></tr>
</tbody></table>
<strong><span style="font-size: large;">Ostalgie</span></strong><br />
<br />
L’<a href="http://de.wikipedia.org/wiki/Ostalgie">Ostalgie</a>, nostalgia dell’est, è uno stile di vita che esiste solo in Germania, nato dopo la fine dell’ ex DDR e la sua riunificazione avvenuta nel 1990.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhd_JZ8KhmofNzGCD4HBE-mYkaGfJe-tz2GmREsKW3bYqPv6zg-Rt0dCIH0E_HWxMRwMVU-bCbnFQaTYHTQqP-EEuIfYhowY8xzizTMMTx0p5KJcJnaDfM93TTPTvB0WgbyGvQ2k37Xrhk/s1600/846-1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" mda="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhd_JZ8KhmofNzGCD4HBE-mYkaGfJe-tz2GmREsKW3bYqPv6zg-Rt0dCIH0E_HWxMRwMVU-bCbnFQaTYHTQqP-EEuIfYhowY8xzizTMMTx0p5KJcJnaDfM93TTPTvB0WgbyGvQ2k37Xrhk/s1600/846-1.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Cetrioli sott'aceto della Germania dell'est</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<div style="border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none;">
<a href="http://de.wikipedia.org/wiki/Club_Cola">Club Cola</a>, <a href="http://www.in-berlin-brandenburg.com/Rezepte/Spreewaldgurke_1101.html">Spreewaldgurken</a>, <a href="http://www.trabi-web.de/index_full.html">Trabi</a> il verde <a href="http://de.wikipedia.org/wiki/Ampelm%C3%A4nnchen">Ampelmännchen</a> sono tutti esempi di cose o simboli che facevano parte della vita di tutti i giorni al tempo dell’ex DDR e che dopo la riunificazione delle due Germanie, avvenuta nel 1990 sono spariti. Qualcuno ha sentito la mancanza di queste piccole cose e da qui sarebbe nato il concetto di Ostalgia, nostalgia del tempo che fu, nostalgia dell’Est, che ha tra l’altro ha dato il via alla apertura di negozi specializzati nella vendita esclusiva di prodotti della ex Repubblica Democratica Tedesca, così come di una serie di feste popolari, in cui viene eseguita la musica in voga prima del 1990 nella Germania dell’Est, e che sono frequentati da puri nostalgici o turisti, perché per tutti gli altri tedeschi, l’ex DDR è, e resta lo stato del “non diritto”.</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQMZuFQUEqb6mUqVJ2L1r5xSRjMj_40Y1_CU5yiNhl-DxIymYkQL10XvU6PzEblAQljw47-V-4RnxdAjOjlsgH0hIA-bdsLhiAbwn6jLcUWMIExvanngXI2Be8ZbcLYPeJszw5v2jW1wM/s1600/brandenburger_tor_ampel_maennchen_quadriga.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="221" mda="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQMZuFQUEqb6mUqVJ2L1r5xSRjMj_40Y1_CU5yiNhl-DxIymYkQL10XvU6PzEblAQljw47-V-4RnxdAjOjlsgH0hIA-bdsLhiAbwn6jLcUWMIExvanngXI2Be8ZbcLYPeJszw5v2jW1wM/s320/brandenburger_tor_ampel_maennchen_quadriga.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">L'omino verde del semaforo (Ampelmännchen)<br />
</td></tr>
</tbody></table>
<strong>Mini lessico del tedesco dell'est:</strong><br />
<br />
Die Apfelsine - L'arancia (Die Orange)<br />
Blaue Fliesen - Soldi della Germania dell'Ovest<br />
Der Broiler - Il pollo arrosto (Das Brathänchen)<br />
Der Eierkuchen - La frittata (Der Pfannkuchen)<br />
Das Erdmöbel - La bara (Der Sarg)<br />
Der Fleischer - Il macellaio (Der Metzger)<br />
Die Jahresendflügelfigur - L'angelo del presepe (Der Weihnachtsengel)<br />
Knast haben - Aver fame (Hunger haben)<br />
Die Kaufhalle - Der Supermarkt<br />
Der Pfannkuchen - Der Berliner (Abitante di Berlino)<br />
Das Plaste - La plastica (Das Plastik)<br />
Der Puffmais - Das Popcorn<br />
<a href="http://de.wikipedia.org/wiki/Tal_der_Ahnungslosen">Das Tal der Ahnungslosen</a> - La regione di Dresda e Karl Marx-Stadt, (letteralmente la valle degli "inconsapevoli" dove non si poteva ricevere la TV della Germania dell'Ovest)<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi9SGpTOSIu1D7gPz5D95jNrA8nsDDPTutmJp4YKQUlhRtMWCiDLa8NkRucOppscl50CJ3buMh9kqWe8L46VG2oFDc_oOGTVHpq_rYqX-4IUmnQD34XW_MDlccyNVEKZq0I2gs-uE74GqA/s1600/3463799_W700.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="237" mda="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi9SGpTOSIu1D7gPz5D95jNrA8nsDDPTutmJp4YKQUlhRtMWCiDLa8NkRucOppscl50CJ3buMh9kqWe8L46VG2oFDc_oOGTVHpq_rYqX-4IUmnQD34XW_MDlccyNVEKZq0I2gs-uE74GqA/s320/3463799_W700.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">I tedeschi dell'est si adoperano per ricevere le trasmissioni TV e radio dalla Germania dell'Ovest</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<br /><br />
<div class="separator" style="border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none; clear: both; text-align: center;">
</div>
ClaTihttp://www.blogger.com/profile/16226984577147606779noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-7438565049597641060.post-30462012766395776002012-08-18T01:44:00.001+14:002012-08-18T01:48:52.447+14:00La bugia storica dell'autostrada di Hitler<br />
<span style="background-color: transparent; color: #9fc5e8; font-family: Calibri; font-size: 16px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: bold; text-decoration: none; vertical-align: baseline;"><em>Ad ottant'anni dalla costruzione della prima autostrada tedesca finalmente si parla chiaramente di una falso mito:</em></span><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwb9YHeVrlJY-w47Y37xBhtMMCp0l89S6dphwqOXpbL6yJY8uflWUejQNCu2IYvIRx-KbHpZrN3n_qQUvUnVpWrf3WJLqF0BFWr4ikcrNotko0EAEHmGM0iUvJgoILUwU7masMZm8L0x0/s1600/Hitler.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="252" mda="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwb9YHeVrlJY-w47Y37xBhtMMCp0l89S6dphwqOXpbL6yJY8uflWUejQNCu2IYvIRx-KbHpZrN3n_qQUvUnVpWrf3WJLqF0BFWr4ikcrNotko0EAEHmGM0iUvJgoILUwU7masMZm8L0x0/s320/Hitler.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<span style="background-color: transparent; color: #9fc5e8; font-family: Calibri; font-size: 16px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: bold; text-decoration: none; vertical-align: baseline;">Il mito dell'invenzione di Hitler</span><br />
<span style="color: #9fc5e8;"><span style="background-color: transparent; font-family: Calibri; font-size: 16px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: bold; text-decoration: none; vertical-align: baseline;"></span><span style="background-color: transparent; font-family: Calibri; font-size: 16px; font-style: italic; font-variant: normal; font-weight: bold; text-decoration: none; vertical-align: baseline;"></span><br /></span><span style="background-color: transparent; color: #9fc5e8; font-family: Calibri; font-size: 16px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline;">Fino ad oggi ci è stato fatto credere che l'autostrada sia stata un'invenzione dei nazisti, e che i lavori della sua costruzione risolsero il problema della disoccupazione di massa in Germania. Una bugia storica. </span><br />
<span style="background-color: transparent; color: #9fc5e8; font-family: Calibri; font-size: 16px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline;">Adolf Hitler munito di pala scava con energia in un mucchio di sabbia attorniato da un folto gruppo di soldati che lo osserva con ammirazione. Il Führer viene così immortalato da un fotografo dell’epoca per documentare i lavori della cerimonia inaugurale di un altro pezzo di autostrada. Un immagine molto popolare in quegli anni, montata ad arte e che aveva un unico scopo: pubblicizzare in tutto il Reich i lavori della costruzione della autostrada.</span><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: Calibri; font-size: 16px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline;"></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXqgxU6vajTPOoIguC0SWIcdqMARvYRYdZ74Z-uIT1ML-OuHGrFPkSmNsUyEjgnoQ4Lvd8KulINxff_fy4IzRn5Nt7NKKJDRrygN_83RMoWaOSlbMNs-oSxunNgx9vPu8JSxwPhnbT8x8/s1600/Adenauer.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="180" mda="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXqgxU6vajTPOoIguC0SWIcdqMARvYRYdZ74Z-uIT1ML-OuHGrFPkSmNsUyEjgnoQ4Lvd8KulINxff_fy4IzRn5Nt7NKKJDRrygN_83RMoWaOSlbMNs-oSxunNgx9vPu8JSxwPhnbT8x8/s320/Adenauer.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<span style="background-color: transparent; color: #9fc5e8; font-family: Calibri; font-size: 16px; font-style: italic; font-variant: normal; font-weight: bold; text-decoration: none; vertical-align: baseline;">Hitler scopre l'autostrada per i suoi scopi personali</span><br />
<span style="color: #9fc5e8;"><span style="background-color: transparent; font-family: Calibri; font-size: 16px; font-style: italic; font-variant: normal; font-weight: bold; text-decoration: none; vertical-align: baseline;"></span><br /></span><span style="background-color: transparent; color: #9fc5e8; font-family: Calibri; font-size: 16px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline;">Un aspetto di Hitler insolito, poiché solo pochi anni prima una frangia del Partito Nazionalsocialista assieme al Partito Comunista aveva sabotato il cantiere della<span style="color: #e06666;"> </span></span><a href="http://www1.wdr.de/themen/panorama/ersteautobahn106.html"><span style="background-color: transparent; color: #e06666; font-family: Calibri; font-size: 16px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: underline; vertical-align: baseline;">Nur-Autostraßen</span></a><span style="background-color: transparent; color: #9fc5e8; font-family: Calibri; font-size: 16px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline;">, così venivano chiamati i primi nastri di asfalto che vennero costruiti in Germania. Per giustificare l’assenza di trattative per il finanziamento dei cantieri, i nazisti sostennero che Il progetto sarebbe servito soprattutto alla ricca aristocrazia tedesca e ai grandi capitalisti ebrei. Appena Adolf Hitler sale al potere nel 1933 i nazisti decisero di sfruttare l’autostrada per i loro scopi.</span><br />
<span style="background-color: transparent; color: #9fc5e8; font-family: Calibri; font-size: 16px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline;">Fino al 1929 la costruzione di autostrade in Germania fu un fallimento per mancanza di capitali, Il paese soffriva infatti delle conseguenze della disoccupazione di massa, dell’inflazione arrivata alle stelle, e del pagamento dei debiti di guerra. Solo l’allora sindaco di Colonia, Konrad Adenauer, riusci nel 1932 a finanziare e ca ostruire una prima tratta di superstrada tra Colonia e Bonn: l’attuale A555. Lunga solo 20 chilometri, il limite di velocità era di 120 km orari anche se la maggior parte delle auto dell’epoca viaggiava in media a 60 all’ora. La zona intorno Köln era la più interessata dalla circolazione automobilistica.</span><br />
<span style="background-color: transparent; color: #9fc5e8; font-family: Calibri; font-size: 16px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline;">Appena sei mesi dopo l’inaugurazione la superstrada fu declassata dai nazisti, allora saliti al governo, a strada provinciale per potersi fregiare poi del titolo di costruttori della prima autostrada.</span><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjlWnt5uotRvQHGqp_5cafsqNxrVg3YNqaFEVuN8AlW4n187zQ1auP9DrUQnV1yd7F8xzcoPkaN-r4UnfebH5meTzOJTiZy9QMwhiRmRQ5Z8V46T40ftFgLhBOsmpkJU5Wg43FnKEUa7Hw/s1600/intro_autobahn_avus_g.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="222" mda="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjlWnt5uotRvQHGqp_5cafsqNxrVg3YNqaFEVuN8AlW4n187zQ1auP9DrUQnV1yd7F8xzcoPkaN-r4UnfebH5meTzOJTiZy9QMwhiRmRQ5Z8V46T40ftFgLhBOsmpkJU5Wg43FnKEUa7Hw/s320/intro_autobahn_avus_g.jpg" width="320" /></a></div>
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: Calibri; font-size: 16px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline;"></span><br />
<span style="background-color: transparent; color: #9fc5e8; font-family: Calibri; font-size: 16px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: bold; text-decoration: none; vertical-align: baseline;">Hitler si immischia dovunque</span><br />
<span style="color: #9fc5e8;"><span style="background-color: transparent; font-family: Calibri; font-size: 16px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline;"></span><br /></span><span style="background-color: transparent; color: #9fc5e8; font-family: Calibri; font-size: 16px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline;">Alcuni ricchi cittadini influenti e industriali appassionati di auto già nel 1909 avevano fatto pressioni per la costruzione di un tratto di strada libero da carrozze trainate da cavalli e pedoni, che permettesse di viaggiare gratis senza impolverare e sporcare le auto, Nel 1913 iniziarono a Berlino i lavori della cosiddetta </span><a href="http://de.wikipedia.org/wiki/AVUS"><span style="background-color: transparent; color: #e06666; font-family: Calibri; font-size: 16px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: underline; vertical-align: baseline;">AVUS, Automobil-Verkekers- und Übunngsstraße</span></a><span style="background-color: transparent; color: #9fc5e8; font-family: Calibri; font-size: 16px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline;"> (Strada di servizio per il traffico automobilistico). Invece dei previsti 17 chilometri ne furono costruiti solo 10 per mancanza di fondi. La prima Guerra Mondiale interruppe i lavori e dopo il 1921 il tratto di strada fu usato principalmente per testare auto da corsa e per gare automobilistiche.</span><br />
<span style="background-color: transparent; color: #9fc5e8; font-family: Calibri; font-size: 16px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline;">Un’associazione fondata nel 1926 si adoperò per la costruzione di un tratto stradale che attraversasse la Germania, da Amburgo passando per Francoforte fino a Basilea. L’inziativa, denominata </span><a href="http://www.geschichtsspuren.de/artikel/verkehrsgeschichte/157-vergessene-autobahn-strecke-24.html"><span style="background-color: transparent; color: #e06666; font-family: Calibri; font-size: 16px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: underline; vertical-align: baseline;">“HaFraBa”</span></a><span style="background-color: transparent; color: #9fc5e8; font-family: Calibri; font-size: 16px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline;"> incontrò inizialmente l’opposizione dei nazisti, dopo l’ascesa al potere di Hitler, il progetto venne ripreso in parte e l’associazione cambiò nome in “Società per la preparazione dell’autostrada del reich”.</span><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgT7SYbPnW58Qh3b5tICfs5wRFB6EyyBDLOULCJJtq1milelrWOQPlsoJ8jETUij5BxbkhPPQYOMEZlyhxzOpTrN-AZjAciULVr-qlvOOYroVciJ7UXbYp13E9_NoWd-u6DVrcfLmCyFdI/s1600/Autobahn.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" mda="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgT7SYbPnW58Qh3b5tICfs5wRFB6EyyBDLOULCJJtq1milelrWOQPlsoJ8jETUij5BxbkhPPQYOMEZlyhxzOpTrN-AZjAciULVr-qlvOOYroVciJ7UXbYp13E9_NoWd-u6DVrcfLmCyFdI/s320/Autobahn.jpg" width="228" /></a></div>
<br />
<span style="background-color: transparent; color: #6fa8dc; font-family: Calibri; font-size: 16px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: bold; text-decoration: none; vertical-align: baseline;">Incrementare la mobilità nazionale</span><br />
<span style="color: #6fa8dc;"><span style="background-color: transparent; font-family: Calibri; font-size: 16px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: bold; text-decoration: none; vertical-align: baseline;"></span><br /></span>
<span style="background-color: transparent; color: #6fa8dc; font-family: Calibri; font-size: 16px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline;">Secondo gli storici di adesso, Adolf Hitler entrava così nel vortice di un mondo suggestivo, quello di una crescente mobilità. Riconobbe tuttavia la possibilità, di sedurre una nazione con una impresa per quel tempo insensata, e allo stesso tempo di assicurarsi il potere. Una cosa era chiara: solo pochi tedeschi potevano permettersi il lusso di un’automobile, e tantomeno di percorrere quindi un’autostrada. Così la propaganda nazista puntò tutto sulla mobilità nazionale. Non solo i benestanti, ma l’intera popolazione doveva poter essere in grado di viaggiare. Nacque così l’idea della “Macchina del popolo”, la “Volkswagen”. Inoltre su pressioni di Hitler le ferrovie tedesche del reich furono costrette a dotarsi di una prima tratta per il transito di un rapido ferroviario da abbinare alla prima autostrada.</span><br />
<span style="background-color: transparent; color: #6fa8dc; font-family: Calibri; font-size: 16px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline;">Ogni anno dovevano essere terminati 1000 chilometri di autostrada. Questi erano gli ordini di Hitler. Nel 1934 parla della prima <span style="color: #e06666;">“</span></span><a href="http://www.teilhabe-berlin.de/schlacht.html"><span style="background-color: transparent; color: #e06666; font-family: Calibri; font-size: 16px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: underline; vertical-align: baseline;">Arbeitsschlacht</span></a><span style="background-color: transparent; color: #6fa8dc; font-family: Calibri; font-size: 16px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline;"><span style="color: #e06666;">”</span> (Battaglia per il lavoro) annunciando la riduzione dell’elevato numero di disoccupati. La costruzione della tanto annunciata autostrada avrebbe dovuto fornire 600.000 posti di lavoro, anche se in realtà il picco massimo di assunzioni vide solo 120.000 operai muniti solo di pala e piccone. La costruzione dell’autosrada è inanellata di infortuni, morti, fame e miseria. Ci sono scioperi e gli organizzatori vengono internati del campi di concentramento. L’opinione pubblica fu tentuta all’oscuro di tutti questi avvenimenti.</span><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1bobNOIYSwd1VTkeYQdiDFC_l-EfHW5MMU4MVxXbSmDz2TxDgekbRgIOkDnGR19OyFiY8XAAyIzUQfphW-Y8AeSqeRn5XaG_YRPP175z2O70JOIQ6T-703nL9UmSKvJIzmCmdtBHMh40/s1600/1934_Arbeitsschlacht_2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="191" mda="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1bobNOIYSwd1VTkeYQdiDFC_l-EfHW5MMU4MVxXbSmDz2TxDgekbRgIOkDnGR19OyFiY8XAAyIzUQfphW-Y8AeSqeRn5XaG_YRPP175z2O70JOIQ6T-703nL9UmSKvJIzmCmdtBHMh40/s320/1934_Arbeitsschlacht_2.jpg" width="320" /></a></div>
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: Calibri; font-size: 16px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline;"></span><br />
<span style="background-color: transparent; color: #6fa8dc; font-family: Calibri; font-size: 16px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: bold; text-decoration: none; vertical-align: baseline;">Il mito dell’autostrada</span><br />
<span style="color: #6fa8dc;"><span style="background-color: transparent; font-family: Calibri; font-size: 16px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: bold; text-decoration: none; vertical-align: baseline;"></span><br /></span>
<span style="background-color: transparent; color: #6fa8dc; font-family: Calibri; font-size: 16px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline;">Nel corso degli anni sempre più uomini vengono impiegati nell’ industria degli armamenti in forte espansione, riducendo la disoccupazione, ma non nella costruzione dell’autostrada. Durante la guerra sono i prigionieri e i deportati ebrei dei lager ad essere sempre più impiegati nei cantieri dell’autostrada, gli operai che avevano iniziato i lavori erano tutti al fronte. Nel 1941 solo 3800 chilometri sono portati a termine. Tra il 1941 e il 1942 i lavori vengono quasi interamente sospesi e a partire dal 1943, l’autostrada viene aperta anche ai ciclisti per lo scarso traffico veicolare.</span><br />
<span style="background-color: transparent; color: #6fa8dc; font-family: Calibri; font-size: 16px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline;">La propaganda nazista ha conservato per anni il mito dell’autostrada e perciò ebbe fatalmente anche successo. Continuarono a circolare filmati e foto di comizi da parte degli operai al lavoro su varie tratte, anche se i lavori erano già da tempo sospesi. Le immagini di schiere di operai impegnati nei lavori autostradali sono rimaste ben impresse nella memoria di tutta una generazione di tedeschi. I nazisti avevano raggiunto il loro obiettivo. </span><br />
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: Calibri; font-size: 16px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline;"></span><br />
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: Calibri; font-size: 16px; font-style: italic; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline;"></span><br />
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: Calibri; font-size: 16px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline;"></span><br />
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: Arial; font-size: 15px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline;"></span>ClaTihttp://www.blogger.com/profile/16226984577147606779noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7438565049597641060.post-17130834614930500092012-08-15T02:28:00.001+14:002012-08-15T02:28:11.081+14:00Perlage Organic Wines Blog: HEUTE BLEIBT DIE KÜCHE (EIS-) KALT!<a href="http://perlagewines.blogspot.com/2012/07/heute-bleibt-die-kuche-eis-kalt.html?spref=bl"><span style="font-size: large;">Perlage Organic Wines Blog: </span></a><br />
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