giovedì 13 dicembre 2012

La Germania sullo schermo

SGUARDO NEL PASSATO DELLA GERMANIA

 

Ormai va di moda produrre film sull’epoca del nazionalsocialismo, sia alla televisione che al cinema. Non passa mese che non venga prodotto un film che non tratti del periodo compreso tra il 1933 e il 1945.
Siamo arrivati alla seconda e terza generazione da quando è nato il mondo dei film, e di coloro che hanno vissuto in prima persona il nazionalsocialismo non ne sono rimasti poi tanti. I protagonisti cresciuti e diventati adulti negli anni tra il 1933 e il 1945 se ne vanno, ma restano i figli e i nipoti. Le loro esperienze nel frattempo sono sempre più spesso oggetto delle riprese dei registi. Oggi sono le storie dei discendenti dei nazisti, e dei figli delle vittime del genocidio ebreo, quelle che vengono narrate sugli schermi.
Il film “Lore” della regista Cate Shortland racconta la storia di una ragazza di quindici anni, che nella Germania distrutta del dopoguerra cerca di prendere le distanze dalla concezione del mondo della madre, sostenitrice dell’ideologia nazista. Il film della regista australiana è stato prodotto da un team internazionale, l’attrice che riveste il suolo della protagonista è la giovane esordiente Saskia Rosendahl. Nel film “Der deutsche Freunde” la regista argentino-tedesca Jeanine Meerapfel racconta i difficili rapporti tra la figlia di un emigrato ebreo e il figlio di un nazista scappato in Argentina.
Il nazionalsocialismo sempre più spesso al cinema e in televisone? Si potrebbe rispondere inequivocabilmente con un sì, e c’è un motivo. Ci sono ancora molte storie da raccontare. Certo la generazione direttamente coinvolta ormai sta sparendo, ma non i figli e i figli dei figli, film di questo tipo provocano sempre la stessa domanda: “Cosa è davvero successo a mio nonno?”.
Ma sta venendo fuori anche una nuova generazione di cineasti che si pone quesiti di altro tipo e con gusti estetici diversi rispetto all’argomento. Immediatamente dopo la guerra sono spuntati cineasti a loro volta vittime, sia ebrei che comunisti. Un decennio dopo si è diffusa la tendenza al filone dei film dedicati alle figure militari, in cui i cineasti avrebbero tentato di minimizzare il ruolo dei soldati semplici, secondo il motto “L’esercito non era colpevole”. Solo negli anni 60 e 70, con il “Nuovo cinema tedesco”, viene portato avanti un punto di vista più personale ripreso anche dai media.


La serie televisiva “Holocaust” del 1978 e in seguito il film di Steven Spielberg “Schindlers Liste” del 1993, hanno introdotto nei film una corrente più emozionale. Anche la durezza e la crudeltà portate sullo schermo vengono elevate su uno scalino più alto dall’epopea di Spielberg. Ormai è possibile vedere al cinema e in televisione un po’ di melodrammaticità anche in Germania. In precedenza, nel paese dei colpevoli, nessuno aveva osato trattare questo argomento. Si è arrivati persino a girare un film su una compagnia di commedianti tra cui proprio Hitler (“Mein Führer” di Dani Levy del 2007) .
Ma c’è ancora un ulteriore motivo che giustifica il crescente numero di film commerciali e spettacolari sul nazismo e il recente passato della Germania. Gli studenti delle scuole superiori dimostrano sempre meno interesse per l’argomento nazionalsocialismo. Certe loro reazioni a volte sono quasi simili ad una reazione … allergica, e poi i film dovrebbero oggi offrire uno spettacolo ricco di effetti se vogliono attirare la gente al cinema per toglierla dal televisore, per esempio un Hitler vecchio e decrepito tremolante per l’Alzheimer, oppure reso ridicolo. Nella scelta del metodo non occorre ricorrere a trucchi da cinema di Hollywood. Film come “Bastardi senza gloria” del 2009 di Quentin Tarantino oppure “Operazione Walkiria” del 2008 con Tom Cruise sono film spettacolari degni di Hollywood, ma sono stati girati in Germania. “La caduta” con Bruno Ganz nella parte di Adolf Hitler ha avuto un successo cinematografico mondiale.
Bruno Ganz è Hitler nel film "Die Untergang" (La caduta)

Il quotidiano tedesco Die Zeit ha steso qualche tempo fa una classifica dei migliori attori che hanno rivestito il ruolo di Hitler al cinema alla televisione e in teatro, il vincitore è risultato il cabarettista Gerhard Polt, che ha interpretato un Hitler piccolo borghese ed isterico che viene truffato da un rivenditore di auto.

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