sabato 18 agosto 2012

La bugia storica dell'autostrada di Hitler


Ad ottant'anni dalla costruzione della prima autostrada tedesca finalmente si parla chiaramente di una falso mito:


Il mito dell'invenzione di Hitler

Fino ad oggi ci è stato fatto credere che l'autostrada sia stata un'invenzione dei nazisti, e che i lavori della sua costruzione risolsero il problema della disoccupazione di massa in Germania. Una bugia storica.
Adolf Hitler munito di pala scava con energia  in un mucchio di sabbia attorniato da un folto gruppo di soldati che lo osserva con ammirazione. Il Führer  viene così immortalato da un fotografo dell’epoca per documentare i lavori della cerimonia inaugurale di un altro pezzo di autostrada. Un immagine molto popolare in quegli anni, montata ad arte e che aveva un unico scopo: pubblicizzare in tutto il Reich i lavori della costruzione della autostrada.



Hitler scopre l'autostrada per i suoi scopi personali

Un aspetto di Hitler insolito, poiché solo pochi anni prima una frangia del Partito Nazionalsocialista assieme al Partito Comunista aveva sabotato il cantiere della Nur-Autostraßen, così venivano chiamati i primi nastri di asfalto che vennero costruiti in Germania. Per giustificare l’assenza di trattative per il finanziamento dei cantieri, i nazisti sostennero che Il progetto sarebbe servito soprattutto alla ricca aristocrazia tedesca e ai grandi capitalisti ebrei. Appena Adolf Hitler sale al potere nel 1933 i nazisti decisero di sfruttare l’autostrada per i loro scopi.
Fino al 1929 la costruzione di autostrade in Germania fu un fallimento per mancanza di capitali, Il paese soffriva infatti delle conseguenze della disoccupazione di massa, dell’inflazione arrivata alle stelle, e del pagamento dei debiti di guerra. Solo l’allora sindaco di Colonia, Konrad Adenauer, riusci nel 1932 a finanziare e ca ostruire una prima tratta di superstrada tra Colonia e Bonn: l’attuale A555. Lunga solo 20 chilometri, il limite di velocità era di 120 km orari anche se la maggior parte delle auto dell’epoca viaggiava in media a 60 all’ora. La zona intorno Köln era la più interessata dalla circolazione automobilistica.
Appena sei mesi dopo l’inaugurazione la superstrada fu declassata dai nazisti, allora saliti al governo, a strada provinciale per potersi fregiare poi del titolo di costruttori della prima autostrada.


Hitler si immischia dovunque

Alcuni ricchi cittadini influenti  e industriali appassionati di auto già nel 1909 avevano fatto pressioni per la costruzione di un tratto di strada libero da carrozze trainate da cavalli e pedoni, che permettesse di viaggiare gratis senza impolverare e sporcare le auto,  Nel 1913 iniziarono a Berlino i lavori della cosiddetta AVUS, Automobil-Verkekers- und Übunngsstraße (Strada di servizio per il traffico automobilistico). Invece dei previsti 17 chilometri ne furono costruiti solo 10 per mancanza di fondi. La prima Guerra Mondiale interruppe i lavori e dopo il 1921 il tratto di strada fu usato principalmente per testare auto da corsa e per gare automobilistiche.
Un’associazione fondata nel 1926 si adoperò per la costruzione di un tratto stradale che attraversasse la Germania, da Amburgo passando per Francoforte fino a Basilea. L’inziativa, denominata “HaFraBa” incontrò inizialmente l’opposizione dei nazisti, dopo l’ascesa al potere di Hitler, il progetto venne ripreso in parte e l’associazione cambiò nome in “Società per la preparazione dell’autostrada del reich”.


Incrementare la mobilità nazionale

Secondo gli storici di adesso, Adolf Hitler entrava così nel vortice di un mondo suggestivo, quello di una crescente mobilità. Riconobbe tuttavia la possibilità, di sedurre una nazione con una impresa per quel tempo insensata, e allo stesso tempo di assicurarsi il potere. Una cosa era chiara: solo pochi tedeschi potevano permettersi il lusso di un’automobile, e tantomeno di percorrere quindi un’autostrada. Così la propaganda nazista puntò tutto sulla mobilità nazionale. Non solo i benestanti, ma l’intera popolazione doveva poter essere in grado di viaggiare. Nacque così l’idea della “Macchina del popolo”, la “Volkswagen”. Inoltre su pressioni di Hitler le ferrovie tedesche del reich furono costrette a dotarsi di una prima tratta per il transito di un rapido ferroviario da abbinare alla prima autostrada.
Ogni anno dovevano essere terminati 1000 chilometri di autostrada. Questi erano gli ordini di Hitler. Nel 1934 parla della prima Arbeitsschlacht (Battaglia per il lavoro) annunciando la riduzione dell’elevato numero di disoccupati. La costruzione della tanto annunciata autostrada avrebbe dovuto fornire 600.000 posti di lavoro, anche se in realtà il picco massimo di assunzioni  vide solo 120.000 operai muniti solo di pala e piccone. La costruzione dell’autosrada è inanellata di infortuni, morti, fame e miseria. Ci sono scioperi e gli organizzatori vengono internati del campi di concentramento. L’opinione pubblica fu tentuta all’oscuro di tutti questi avvenimenti.


Il mito dell’autostrada

Nel corso degli anni sempre più uomini vengono impiegati nell’ industria degli armamenti in forte espansione, riducendo la disoccupazione, ma non nella costruzione dell’autostrada. Durante la guerra sono i prigionieri e i deportati ebrei dei lager ad essere sempre più impiegati nei cantieri dell’autostrada, gli operai che avevano iniziato i lavori erano tutti al fronte. Nel 1941 solo 3800 chilometri sono portati a termine. Tra il 1941 e il 1942 i lavori vengono quasi interamente sospesi e a partire dal 1943, l’autostrada viene aperta anche ai ciclisti per lo scarso traffico veicolare.
La propaganda nazista ha conservato per anni il mito dell’autostrada e perciò ebbe fatalmente anche successo. Continuarono a circolare filmati e foto di comizi da parte degli operai al lavoro su varie tratte, anche se i lavori erano già da tempo sospesi. Le immagini di schiere di operai impegnati nei lavori autostradali sono rimaste ben impresse nella memoria di tutta una generazione di tedeschi. I nazisti avevano raggiunto il loro obiettivo.



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