venerdì 14 dicembre 2012

Dove vivono i tedeschi con il maggior potere di acquisto

Dove vivono i tedeschi con il maggior potere di acquisto

Alcuni ricercatori hanno svolto uno studio sulla distribuzione del potere d'acquisto in Germania. In testa alla classifica c’è Amburgo. A livello provinciale, i più ricchi vivono in Baviera.

Secondo uno studio svolto da alcuni ricercatori della società di ricerche di mercato di Norimberga GfK, il potere d'acquisto dei tedeschi aumenterà leggermente nel prossimo anno, fino ad arrivare a circa 554 € pro capite in più rispetto al 2012.
Stando alle previsioni della Bundesbank l’attuale tasso d’inflazione del 1,5 per cento del potere d'acquisto reale farà registrare un leggero calo abbassandosi a circa il 1,4 per cento. "Si può quindi presumere che ci sarà una leggera crescita dei consumi il prossimo anno", ha detto GfK. Sono state rilevate, tuttavia, significative differenze regionali.


Potere d'acquisto previsto in Germania per il 2013

Aumento del 2,9 per cento
Gli esperti di mercato prevedono per il prossimo anno un potere d'acquisto complessivo di 16877 miliardi di euro per tutta la Germania. Ciò corrisponde a un aumento sul totale, rispetto all’anno precedente, del 2,9 per cento ossia un valore pro capite di 20.621 €.
Questo vuol dire che i tedeschi nel prossimo anno, avranno a disposizione una media nominale di 554 euro in più rispetto all'anno precedente, per vitto, affitto e altre spese varie, hanno spiegato i ricercatori. Il potere d'acquisto si riferisce al reddito disponibile netto della popolazione, compresi i sussidi e i contribuiti statali quali le pensioni, la disoccupazione e le prestazioni familiari.



Adeguamento delle pensioni al di sotto dell'inflazione
Tuttavia, non tutti hanno potrebbero beneficiare di questo aumento. Ad esempio, l’adeguamento delle pensioni potrebbe scendere sotto il tasso d’inflazione nel 2013 ha detto la GfK, anche se la crescita del reddito di molte industrie probabilmente rimarrà comunque soddisfacente.
A livello federale Amburgo si colloca prima della Baviera e del Baden-Württemberg con 22.769 euro pro capite. La Renania-Palatinato con 20.600 € rappresenta la media nazionale, mentre i Länder orientali sono ancora inferiori alla media complessiva nazionale, come ha rivelato l’indagine. Fanalino di coda è la Sassonia-Anhalt con 16.970 € pro capite.



La provincia di Starnberg prima tra tutteLa classifica dei distretti urbani e rurali non segnala significative differenze, ad eccezione di un cambio al vertice, la provincia di Starnberg (Bayern) è in testa con 30.509 € pro capite e il distretto degli Alti Tauri al secondo posto (30.165).
Anche sul gradino più basso della classifica c’è un altro cambio al vertice rispetto all’anno scorso, motivo principale è la riforma amministrativa dei distretti del  Meclemburgo-Pomerania che ha accorpato vari distretti particolarmente deboli e ne ha divisi altri.
Il fanalino di coda quindi quest’anno, secondo GfK non è più il nord-est della Germania, ma il distretto di Görlitz nella Sassonia, dove gli abitanti hanno a disposizione in media 15.687 euro pro capite.

Fonte: Die Welt

giovedì 13 dicembre 2012

La Germania sullo schermo

SGUARDO NEL PASSATO DELLA GERMANIA

 

Ormai va di moda produrre film sull’epoca del nazionalsocialismo, sia alla televisione che al cinema. Non passa mese che non venga prodotto un film che non tratti del periodo compreso tra il 1933 e il 1945.
Siamo arrivati alla seconda e terza generazione da quando è nato il mondo dei film, e di coloro che hanno vissuto in prima persona il nazionalsocialismo non ne sono rimasti poi tanti. I protagonisti cresciuti e diventati adulti negli anni tra il 1933 e il 1945 se ne vanno, ma restano i figli e i nipoti. Le loro esperienze nel frattempo sono sempre più spesso oggetto delle riprese dei registi. Oggi sono le storie dei discendenti dei nazisti, e dei figli delle vittime del genocidio ebreo, quelle che vengono narrate sugli schermi.
Il film “Lore” della regista Cate Shortland racconta la storia di una ragazza di quindici anni, che nella Germania distrutta del dopoguerra cerca di prendere le distanze dalla concezione del mondo della madre, sostenitrice dell’ideologia nazista. Il film della regista australiana è stato prodotto da un team internazionale, l’attrice che riveste il suolo della protagonista è la giovane esordiente Saskia Rosendahl. Nel film “Der deutsche Freunde” la regista argentino-tedesca Jeanine Meerapfel racconta i difficili rapporti tra la figlia di un emigrato ebreo e il figlio di un nazista scappato in Argentina.
Il nazionalsocialismo sempre più spesso al cinema e in televisone? Si potrebbe rispondere inequivocabilmente con un sì, e c’è un motivo. Ci sono ancora molte storie da raccontare. Certo la generazione direttamente coinvolta ormai sta sparendo, ma non i figli e i figli dei figli, film di questo tipo provocano sempre la stessa domanda: “Cosa è davvero successo a mio nonno?”.
Ma sta venendo fuori anche una nuova generazione di cineasti che si pone quesiti di altro tipo e con gusti estetici diversi rispetto all’argomento. Immediatamente dopo la guerra sono spuntati cineasti a loro volta vittime, sia ebrei che comunisti. Un decennio dopo si è diffusa la tendenza al filone dei film dedicati alle figure militari, in cui i cineasti avrebbero tentato di minimizzare il ruolo dei soldati semplici, secondo il motto “L’esercito non era colpevole”. Solo negli anni 60 e 70, con il “Nuovo cinema tedesco”, viene portato avanti un punto di vista più personale ripreso anche dai media.


La serie televisiva “Holocaust” del 1978 e in seguito il film di Steven Spielberg “Schindlers Liste” del 1993, hanno introdotto nei film una corrente più emozionale. Anche la durezza e la crudeltà portate sullo schermo vengono elevate su uno scalino più alto dall’epopea di Spielberg. Ormai è possibile vedere al cinema e in televisione un po’ di melodrammaticità anche in Germania. In precedenza, nel paese dei colpevoli, nessuno aveva osato trattare questo argomento. Si è arrivati persino a girare un film su una compagnia di commedianti tra cui proprio Hitler (“Mein Führer” di Dani Levy del 2007) .
Ma c’è ancora un ulteriore motivo che giustifica il crescente numero di film commerciali e spettacolari sul nazismo e il recente passato della Germania. Gli studenti delle scuole superiori dimostrano sempre meno interesse per l’argomento nazionalsocialismo. Certe loro reazioni a volte sono quasi simili ad una reazione … allergica, e poi i film dovrebbero oggi offrire uno spettacolo ricco di effetti se vogliono attirare la gente al cinema per toglierla dal televisore, per esempio un Hitler vecchio e decrepito tremolante per l’Alzheimer, oppure reso ridicolo. Nella scelta del metodo non occorre ricorrere a trucchi da cinema di Hollywood. Film come “Bastardi senza gloria” del 2009 di Quentin Tarantino oppure “Operazione Walkiria” del 2008 con Tom Cruise sono film spettacolari degni di Hollywood, ma sono stati girati in Germania. “La caduta” con Bruno Ganz nella parte di Adolf Hitler ha avuto un successo cinematografico mondiale.
Bruno Ganz è Hitler nel film "Die Untergang" (La caduta)

Il quotidiano tedesco Die Zeit ha steso qualche tempo fa una classifica dei migliori attori che hanno rivestito il ruolo di Hitler al cinema alla televisione e in teatro, il vincitore è risultato il cabarettista Gerhard Polt, che ha interpretato un Hitler piccolo borghese ed isterico che viene truffato da un rivenditore di auto.