sabato 3 dicembre 2011

Dedicato a Christa Wolf

An diesem Donnerstag (01.12.2011) ist Christa Wolf im Alter von 82 Jahren in Berlin gestorben.
 Christa Wolf ist tot

Christa Wolf war cool

Beinharte Schmerzensfrau

Dunkel kam die Büchner-Preisträgerin in den 1980ern an der Uni rüber. Der malträtierte Körper der Frau war ihr Thema, mit dem sie auch im Westen Avantgarde-Autorin wurde. von Susanne Messmer (Taz.de)

Die Schriftstellerin Christa Wolf ist tot. Wie eine Sprecherin des Suhrkamp-Verlages sagte, starb sie am Donnerstagvormittag nach schwerer Krankheit in Berlin. Christa Wolf wurde 82 Jahre alt. (Faz.de)

E' quanto si legge su tutti i giornali tedeschi del giorno. In Italia, poche righe su alcuni quotidiani, poche parole solo su alcuni TG, purtroppo pochi conoscono Christa Wolf, le sue opere e i suoi scritti. A lei e alle donne coraggiose come lei dedico questo mio post.
Christa Wolf una delle più importanti scrittrici tedesche del dopoguerra è morta all’età di 82 anni.
„Chi sono in realtà e cosa mi impedisce di essere davvero me stessa?“, questa è la domanda chiave che si cela ogni romanzo di Christa Wolf. La sua carriera iniziata nella ex Germania dell’est, aveva aperto nel 1963 la strada mondo alla letteratura socialista con il suo racconto “Der geteilte Himmel (Il cielo diviso), una storia d’amore ambientata in una Germania dell’est divisa tra la fedeltà allo stato e dalla fuga dal paese, farcita di una dosata critica al sistema. La sua rapida carriera si interrompe quando durante il congresso del Partito Socialista Tedesco del 1965 invita i compagni a ribellarsi alla censura della letteratura imposta dal governo.

I libri di Christa Wolf così diventano merce rara nelle librerie della ex Germania dell’est aumentando quindi la sua fama all’estero. Scrive nel 1976 “Kindheitmuster” (“
Trama d’infanzia”) che sarà il primo romanzo che si colloca criticamente nei confronti del nazismo. L’autrice narra la storia della famiglia Jordan, che era poi anche la sua, all’epoca del nazionalsocialismo e della seconda guerra mondiale, la loro quotidianità, l’orrore che vissero.

I nascenti movimenti femministi degli anni 70 e 80 trovano in Christa Wolf spunti e materiali per la loro personale ricerca dell’Io. Le donne, straniere e inadatte a vivere in un mondo dominato dagli uomini, si identificano in Christa T. e Nelly Jordan, in Cassandra e Medea, nella poetessa Caroline von Günderode,tutte protagoniste dei racconti della Wolf.




Per lungo tempo, fino a prima della caduta del muso di Berlino, Christa Wolf è stata la sola scrittrice tedesca ad aver ricevuto premi sia in Germania dell’Est che in quella dell’ovest. Anche se a volte in contrasto con la politica socialista della ex Germania dell’est, ha sempre avuto una certa libertà di scrivere e riusciva a muoversi nel paese e all’estero con una certa sicurezza, nonostante avesse preso le difese nei confronti del dissidente ed esule Wolf Biermann.

Alla caduta della Germania dell’est, dichiarò di aver sempre amato profondamente il suo paese, anche se il suo nome così legato alla DDR le andava un po’ stretto. Soprattutto dopo la pubblicazione del racconto “Was bleibt” (
Cosa resta) in cui narra di una scrittrice sorvegliata dalla Stasi (polizia segreta della RDT), personaggio in cui ritroviamo la Wolf. Le sue opere seguenti, “Hierzulande andernorts” (Nessun luogo, da nessuna parte) e “Medea” non ebbero la stessa risonanza dei suoi primi scritti, anche se nulla era cambiato in qualità e attualità. Era come se dopo l’unità delle due Germanie avesse perso un po’ di smalto. L’anno scorso è uscito negli Stati Uniti “Stadt der Engel” (La città degli angeli” una specie di continuazione del suo “Kindheitmuster”.

In Italia per fortuna molte delle sue opere sono state tradotte e pubblicate dalla casa editrice E/O, quasi tutte in versione tascabile ed economica.

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