martedì 24 aprile 2012

Secessione in Alto Adige, gli Schützen a Bolzano

Schützen in Südtirol: Eine Zukunft ohne Rom?
Gli Schützen in Alto Adige: un futuro senza Roma?

di Iris Bonavida
Pubblicato in Austria il 14.04.2012
traduzione di Claudia Marruccelli per Italia dall'Estero

 In Alto Adige c’è ancora voglia di indipendenza – almeno tra gli Schützen [i secessionisti altoatesini, ndt] che marciano contro Roma. Anche se è poco chiaro se siano o meno sostenuti dai partiti e dal popolo.
Sfilata per la secessione
Sabato 14 aprile il conto alla rovescia sul sito dell’associazione degli Schützen altoatesini è apparso quasi minaccioso: mancavano solo due ore, quattordici minuti, due secondi. Poi a Bolzano sarebbe iniziata la “Freiheitmarsch” ["Marcia per la liberta", in realtà si tratta della Sfilata Secessionista, ndt] al grido di “Verso il futuro senza Roma”. Il capoluogo dell’Alto Adige si è trasformato in un luogo di incontro per simpatizzanti e sostenitori degli Schützen, nel contempo anche avversari dello stato italiano. La “Partenza” alle ore 20, tutti vestiti con i costumi tradizionali altoatesini, successivamente in piazza del municipio si è svolta una manifestazione. Erano previsti circa 4.000 partecipanti, provenienti dall’Alto Adige ma anche dall’Austria.
Il motivo di questa protesta è che la popolazione di lingua tedesca in Alto Adige – o almeno parte di essa – si sente sempre più spesso minacciata nella propria autonomia dal governo di Roma.
“L’obiettivo della nostra “Marcia per la libertà” è quello di convincere i nostri politici a passare dalle parole ai fatti. E iniziare con un addio all’Italia”, dice Elmar Thaler, comandante territoriale degli Schützen altoatesini, al quotidiano austriaco Die Presse. Egli auspica un futuro senza l’Italia, in realtà ci sarebbero quattro opzioni: ottenere la piena autonomia – probabilmente l’idea più moderata – un ritorno dell’ Alto Adige all’ Austria, uno stato autonomo o almeno la riunificazione del Tirolo. Per raggiungere uno di questi obiettivi, gli Schützen hanno organizzato questa marcia di protesta.

Cartello "turistico" al confine tra Austria e Italia
Il lusso di un’autonomia
Ma la situazione attuale in Alto Adige è davvero così problematica? “Semplicemente noi non apparteniamo all’’Italia, l’Alto Adige ha ben poco in comune con l’Italia”, dice Thaler. Un ulteriore punto di discussione è la situazione economica del paese – per cui Thaler ritiene di non dover pagare. l’Italia non potrà permettersi il lusso di concedere l’autonomia all’Alto Adige ancora per molto, dice.
Se però si chiedono a Thaler i dettagli dei suoi progetti, per esempio, cosa accadrebbe alla popolazione di lingua italiana in Alto Adige dopo la riunificazione del Tirolo, la cosa è chiara: questa eventualità non è ancora del tutto matura per realizzarsi. Secondo Thaler, non lo sarà affatto: “Gli Schützen mi scuseranno, loro sanno quanto la questione mi stia a cuore ” come dice lui: “nulla è impossibile,” – ma è compito dei politici occuparsi dei dettagli.
Perchè anche se esiste una manciata di simpatizzanti degli Schützen all’interno della politica altoatesina, questi non si considerano troppo coinvolti nella politica. Si autodefiniscono in modo un po’ complicato come “un’organizzazione che, in base alle tradizioni del territorio e alle regole sull’immigrazione della storia tirolese, ha il compito di proteggere la patria e l’identità del popolo tirolese da minacce e nemici interni ed esterni e di trasmettere questa identità tirolese alla gioventù, adattandosi ai tempi moderni,”, si legge sul sito web.
A prima vista questo avviene con successo. Tra gli Schützen si registra una crescita degli iscritti. In totale ci sono oltre 5000 membri, l’età media è, secondo Thaler, 38 anni circa. Il politologo Gunther Pallaver osserva anche che nel 2012, ci sarà un ulteriore aumento degli Schützen: “Non ci sono dati empirici, nessuna indagine per dimostrarlo. Ma posso dirvi dalla mia osservazione di aderente all’associazione che vi è una crescente simpatia per loro “. Ci sono un certo numero di fattori che vi concorrono, come la politica della globalizzazione”. C’è il ritorno verso la piccola realtà di provincia, l’interesse per il proprio popolo, il voler stare assieme. “Tuttavia in realtà il bilinguismo in Alto Adige sarebbe aumentato, secondo Pallaver. Il problema: mancanza di contatto tra i diversi gruppi linguistici. “Due terzi dei giovani hanno contatti solo con quelli del proprio gruppo linguistico”.

Manifesto della discussa manifestazione neofascista a Bolzano svoltasi nel 2011
Gli albori
Come è possibile che dopo tanti anni non regni ancora pace tra i due gruppi linguistici? “Dopo la Seconda Guerra Mondiale, si è sviluppato un sistema politico che si basa sulla separazione dei due partiti in conflitto”, ha detto Pallaver che confronta la situazione anche con quella in Kosovo o in Israele. La separazione avviene a livello sociale e istituzionale. La cooperazione tra i gruppi linguistici è praticamente inesistente. “La soluzione del problema sarebbe una maggiore promozione di occasioni di incontro, soprattutto tra i giovani”, dice Pallaver. Ad esempio, attraverso la creazione di scuole materne bilingue.

Il Tirolo e il Trentino
“Stimolare il dibattito”
Il 31enne Sven Knoll è probabilmente un buon esempio per il cambiamento della tradizione tirolese. Il deputato del partito “Süd-Tiroler Freiheit” appoggia la Marcia degli Schützer: “E’ legittimo protestare contro lo sviluppo politico italiano”, dice, perché l’autonomia dell’Alto Adige è in pericolo a causa dalle misure di austerità del primo ministro Mario Monti. C’è il rischio che il 90 per cento delle imposte che la popolazione altoatesina deve pagare – come prevede la legge – non rientri più nelle casse della regione. Con la marcia si può offrire l’occasione per stimolare la discussione, dice Knoll. Perché se non si discute del problema la pacifica coesistenza è a rischio.
Anche Werner Neubauer, portavoce altoatesino del FPÖ [Partito della Libertà, ndt], era tra i manifestanti di Bolzano. “Io sono del parere che la sfilata sia una buona opportunità per manifestare la posizione della Associazione degli Schützen e anche di gran parte degli altoatesini,” ha dichiarato al quotidiano “Presse am Sonntag”. Un altro motivo della sua presenza è il monito del deputato del SVP [Süd Tiroler Volkspartei, ndt] Karl Zeller. Pochi giorni fa ha asserito che lo statuto dell’ autonomia era seriamente minacciato da Roma . “L’Austria avrebbe dovuto rispondere, ma non mi risulta nessun intervento da parte del Ministero degli Esteri”, ha detto Neubauer.

Il bilinguismo obbligatorio a scuola
Ma la stragrande maggioranza dei partiti politici non appoggia i progetti degli Schützen. Il governatore Luis Durnwalder vede attraverso il “La marcia per la libertà”, un potenziale conflitto tra i due gruppi linguistici: “Non ha proprio senso ingannare la gente e dire che possiamo semplicemente decidere se ritornare o meno in Austria”. Sono solo illusioni, che non possono essere realizzate”. E questo significa mentire alla gente. Noi non vogliamo questo, perciò quindi non abbiamo partecipato a questa manifestazione”, ha detto Durnwalder. Serve solo ad aizzare la gente. In realtà la coesistenza tra altoatesini di lingua tedesca e di lingua italiana funziona bene. La protesta contro Roma renderebbe più difficili il dialogo con il governo italiano.
E anche Pallaver considera la manifestazione degli Schützen non priva di pericoli: “gli Schützen affermano che sono anti-fascisti e contrari alla politica. Ma a me non la danno a bere”. Avrebbero dovuto tagliare i ponti con il loro passato e rimettersi in discussione”. Fino al 1980 hanno sfilato con i neo-nazisti a Passau”, dice. Inoltre gli Schützen non sono mai stati impegnati nella tutela dei diritti umani e civili. “Sono ancora adagiati sul passato, non proiettati verso il futuro”, ha detto Pallaver. “Schengen ha minimizzato la frontiera del Brennero, non gli Schützen.” Ed è per questo che per lui l’organizzazione non è autorevole.
Il leader degli Schützen, Thaler, prende le distanze dalla estrema destra,che anche alla sfilata non sarebbe stata bene accetta. “Abbiamo esplicitamente chiesto che nessun estremista partecipasse”, dice Thaler. Se tuttavia, un estremista di destra si fosse presentato alla marcia sarebbe stato immediatamente fotografato e pubblicato su Internet.” Che Thaler pensi davvero che questa gente si lascia scoraggiare soltanto da una foto? “Per queste persone la cosa peggiore è quando il loro viso viene reso pubblico”, dice e aggiunge in dialetto: “preferiscono nascondersi come teneri agnellini da latte”.

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