giovedì 19 luglio 2012

Gli eccidi dimenticati degli ebrei altoatesini.

Pubblicato in Francia il 17 luglio 2012
Mostra Simon e Sara a Bolzano
La comunità ebrea di lingua tedesca dell’Alto Adige, è stata decimata dalle persecuzioni dei fascisti italiani compiute a partire dal 1943.
I nazisti hanno semplicemente fatto quello che fece Ferdinando II, [della famiglia Asburgo ndt] conte del Tirolo dal 1564 al 1595. Non era una stella quella che il conte impose agli ebrei di cucirsi sugli abiti, ma un cerchio giallo. Se un ebreo fosse stato trovato per tre volte privo di questo simbolo sarebbe stato esiliato per sempre dal Tirolo. Questo è uno degli argomenti principali di una mostra intitolata “Simon e Sarah a Bolzano”, organizzata nel castello di Runkelstein (Castel Roncolo) a Bolzano, in Alto Adige.
Una mostra riccamente dettagliata … ma che evita ogni allusione al passato più recente di questa provincia italiana di lingua tedesca. Dal settembre 1943, gli ebrei della provincia furono ammassati nel campo di concentramento di Bolzano e poi deportati nei campi di sterminio. La storia degli ebrei altoatesini, perseguitati e deportati con l’aiuto dei nazisti e dei fascisti locali è rimasta nell’oblio” ha ricordato nel 2008 Roccardo Dello Sbarba, presidente del consiglio regionale ebreo .
Volantino del gruppo tedesco Andreas Hofer che optò per restare in Italia
Optare per la Germania
L’alto Adige (in Tedesco Südtirol) ha condiviso a lungo la sua storia con quella dell’impero asburgico, prima di essere riannesso all’Italia dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, in applicazione del trattato di Saint-Germain-en-Laye. Ancor oggi la lingua madre della maggioranza della popolazione è il tedesco. Nel 1938 quando il 3° Reich invade l’Austria, gli abitanti di lingua tedesca del Tirolo sperano di ritornare nella regione austriaca.
Hitler, che non intende contrariare Mussolini, firma un compromesso nel 1939: gli altoatesini possono optare per la nazionalità tedesca, a condizione di abbandonare l’Italia. l’85% degli altoatesini scelgono di optare per la nazionalità tedesca. Ma a causa del conflitto [che seguirà immediatamente ndt] solo una minoranza riuscirà a trasferirsi in Germania e nei territori occupati della Polonia.
Michael Seifert
Il carnefice di Bolzano
L’Italia dà inizio alle persecuzioni ebree, ma diversamente dai nazisti, non li stermina. A partire dall’8 settembre 1943, con la caduta del potere fascista, cambia tutto. L’Alto Adige passa direttamente sotto il governo tedesco, sfuggendo alla Repubblica di Salò. Moltissimi abitanti si arruolano nelle SS e collaborano attivamente nelle persecuzioni contro gli ebrei. L’ordine di arresto immediato di tutti gli ebrei viene diramato il 9 settembre 1943.
Il responsabile del campo di raccolta di Bolzano, Michael Seifert è una SS di origine ucraina, mentre la maggior parte delle guardie sono altoatesini. “Sono i più sadici” assicurano alcuni libri di storia, che definiscono senza mezzi termini “campo di concentramento” il centro di raccolta. Estradato dal Canada dove aveva trovato rifugio nascondendosi, Michael Seifert, soprannominato “il carnefice di Bolzano” è stato condannato all’ergastolo dalla giustizia italiana solo nel 2002. E’ morto nel 2010.
Monumento all'Olocausto nel cimitero di Bolzano
Commemorare l’Olocausto
In tutta Italia il primo convoglio carico di ebrei di nazionalità italiana, diretto ai campi di sterminio nazisti è partito il 16 settembre da Bolzano. Purtroppo degli 81 ebrei di Merano, deportati, solo due sono tornati a casa da Auschwitz. “Abbiamo dovuto aspettare il XXI° secolo per vedere nel cimitero di Bolzano un monumento dedicato all’Olocausto” aveva dichiarato indignato Riccardo Dello Sbarba nel  2008. Ancora oggi una mostra dedicata alla presenza ebrea nella provincia, preferisce tacere sulla Seconda Guerra mondiale.

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