giovedì 24 maggio 2012

Giardini sui tetti di Berlino

Dachgärten in der Stadt
Ai tedeschi piace avere un giardino. Purtroppo molti abitano in città, dove normalmente non  c’è spazio sufficiente per permetterselo. Nonostante ciò molti abitanti dei grandi centri urbani  posseggono dei propri giardini privati … sui tetti delle case. Qui possono piantare alberi da frutto e ortaggi, godere del piacere di stare all’aria aperta, rilassarsi, seguire la crescita delle piante e mangiare la frutta direttamente dagli alberi. Tutto questo sta diventando un vero trend, uno stile di vita che viene considerato davvero importante per il proprio benessere.

Chi abita nelle grandi città cerca sempre più un angolo di natura subito dietro casa, e perché no, persino sul tetto di casa. L’ampiezza di un Dachgarten o di una Dachterrasse (giardino/terrazza sul tetto) varia da 20 a 200 metri quadri, a seconda dello spazio disponibile sui tetti. Per un giardino di 200 mq, per esempio,  servono circa 80 tonnellate di terriccio per una profondità di 25 centimetri, sufficienti per far crescere piccoli alberi da frutto, come i ciliegi, ortaggi come pomodori o cespugli di frutti di bosco. I bambini possono giocare, aiutare i genitori nella coltivazione e imparare che la frutta e la verdura non “arriva” dai negozi ma cresce sulle piante e può essere raccolta direttamente da loro.
Königliche GartenAkademie a Berlino
Sulla scia di questa passione nella Königliche Gartenakademie a Berlin Dahlem, proprio nel cuore della città, si vendono sempre più alberi e piante ornamentali e da fiore, adatti per i giardini sui tetti e terrazzi e si tengono molti corsi seguiti da sempre più numerosi cittadini che vogliono dedicarsi al giardinaggio. In particolare sono ricercate le piante aromatiche come rosmarino, basilico, ma anche piccoli ortaggi come numerose varietà di insalate che necessitano di poche cure e a cui lo scarso sole cittadino è sufficiente.
Visita guidata su un Dachgarten
 A sud di Berlino si è andati persino oltre: in un condominio esclusivo, di costruzione essenziale e minimalista, ciascuno dei 19 appartamenti possiede un piccolo giardino di proprietà a circa 20 metri di altezza. Cespugli nascondono da sguardi indiscreti, ci si può incontrare tra vicini raggiungendoli attraverso un pergolato che porta all’esterno e la sera si può ammirare il tramonto sulla città immersi nel verde. Famosa è anche la Waldspirale  dell'architetto austriaco Hundertwasser e inaugurata a Darmstadt nel 2000, un condominio formato da 105 unità abitative . 
Waldspirale a Darmstadt
Lecker Gemeinschaftsdachgärten, (letteralmente "Squisita società dei giardini sui tetti") è un'organizzazione nata a Berlino che spera di trasformare la città in una "giungla verde, in cui ci si deve far strada a colpi di machete", a tal scopo organizza incontri tra amanti del giardinaggio e anche "escursioni" sui Dachgärten. Tra l'altro è anche portavoce di un gruppo di attivisti "Dachgärten für alle" che per diffondere questo stile di vita ha messo in linea un facssimile di domanda per l'istallazione di un Dachgarten sul proprio condominio, invitando gli affittuari ad  inviarlo ai padroni di casa.

mercoledì 16 maggio 2012

Gramellini spiega la Forza (Hannelore Kraft)

Ieri il giornalista Massimo Gramellini intervenuto nello spettacolo di fabio Fazio e Roberto Saviano andato in onda su La 7 ha reso "pubblici onori" alla vittoria dell'SPD in NordRhein Westfalen, parlando della parola FORZA, che in tedesco si dice ... Kraft!!!
Qui di seguito l'articolo pubblicato stamattina che riporta il testo integrale dell'intervento e il video relativo.

"Forza", la  parola del giorno

di MASSIMO GRAMELLINI

La parola di oggi, 14 maggio 2012, non può che essere FORZA. Non la forza bruta dei violenti e dei sopraffattori. Ma la forza d’animo che accudisce i fragili e lenisce le ferite. La forza femmina. La Forza di cui vi parlerò stasera è una femmina che nasce in una cittadina tedesca dal nome arrabbiato, Mullheim, frutto della storia d’amore fra una commessa e un tramviere. Dopo il liceo la Forza trova un impiego in banca e studiando di notte si laurea in economia, non in Albania.

Arriva il 1994. Un anno cruciale per la Forza. In Italia nasce Forza Italia, frutto della storia d’amore fra un imprenditore e se stesso, mentre lassù a Mullheim la signora Forza viene eletta consigliera comunale. Nel 2005, però, succede l’incredibile. Il suo partito, l’Spd, perde le elezioni in Westfalia. Dal dopoguerra è la prima volta che succede. La Westfalia è il cuore industriale della Germania. I maschi tedeschi di sinistra sono depressi e avviliti. Avete idea di com’è un maschio di sinistra depresso e avvilito? Qui ne abbiamo una certa pratica.
Non sapendo più cosa fare, i maschi tedeschi di sinistra fanno la cosa giusta. Si affidano alla Forza. Lei li tranquillizza così: “Noi donne funzioniamo in modo diverso da voi uomini. Non meglio o peggio. Diverso. Abbiamo altri pensieri, altre esperienze, altre priorità.” Quelle della signora Forza sono: più asili nido, scuole migliori, aiuti alle famiglie in difficoltà. Per lei i debiti sono denaro ben investito. A cosa serve avere i conti in ordine, se poi la gente muore di fame? “Spendere più soldi adesso per le famiglie e le scuole ci consentirà in futuro di buttare via meno soldi per riparare le famiglie e le scuole.”

Immaginate la Merkel nel sentire una tedesca che parla come una greca. “Quella donna è un’irresponsabile!” Ma la Forza se ne infischia: vince le elezioni e da presidente di Westfalia abolisce le tasse universitarie e promulga nuove leggi per l’integrazione. Però quando presenta una manovra che prevede 3,6 miliardi di deficit, alla Merkel le prende un colpo e il partito della cancelliera riesce a far cadere il governo della Forza. Così domenica in Westfalia sono tornati a votare e la Forza ha vinto più di prima, umiliando il partito della rivale con cui nel 2013 potrebbe scontrarsi per la Cancelleria. La Forza già si scalda: “Risparmiare va bene” dice, “ma ricordiamoci che nessun bambino deve rimanere indietro, perché se resta indietro anche un solo bambino, recuperarlo poi ci costerà molto di più.” Dimenticavo. Forza in tedesco si dice Kraft. Come le sottilette, certo. Ma da ieri anche come Hannelore Kraft. L’altra donna. L’altra Germania. Forse l’altra Europa. Il lato meno oscuro della Forza.


http://www.youtube.com/embed/7Dq8oIMYFQg

martedì 15 maggio 2012

Kleingärten o Schrebergärten: gli orti urbani diventano una realtà anche in Italia


In Germania gli orti urbani (Kleingärten) sono una realtà ormai da oltre 100 anni mentre in Italia si comincia a parlarne seriamente solo ora. Nella capitale, nella operosa Lombardia a Segrate, in Friuli a Trieste, in Toscana a Capannori le amministrazioni comunali hanno in questi giorni assegnato i vari lotti da coltivare.


Ma cosa sono i Kleingärten?

In Germania in origine gli orti urbani prendono vita da una proposta di alcuni nobili particolamente sensibili, piccoli industriali o amministrazioni locali, atta ad assegnare ai poveri e ai senza tetto gli Armengärten (orti dei poveri),  per affrontare il problema della povertà causato dall'aumento della popolazione all'inizio del 19° secolo. I primi nacquero nel 1806 nel paesino di Kappeln an der Schlei, allora territorio danese, voluti dal conte Carl von Hessen, e furono perciò chiamati Carlsgärten. Lo scopo era sempre quello di contrastare la fame e la povertà. Nel 1826 esistevano già orti di questo tipo in 19 città tedesche e nel 1897 con l'assegnazione di piccoli appezzamenti di terreno demaniale, in cambio di un modesto affitto, nasce a Kiel la prima associazione cittadina per la tutela e la diffusione degli orti cittadini. Anche a Berlino, su iniziativa della Croce Rossa, nascono altri orti cittadini, i Rotkreuzgärten e i Laubenkolonien (gruppi di più orti cittadini) così come gli Eisenbahnergärten, su terreni di proprietà rispettivemanete della Croce Rossa e delle Ferrovie federali tedesche.

Kinderbeete, il primo orto urbano per bambini

Un'evoluzione dei Kleingärten sono gli Schrebergärten, il primo fu inaugurato a Lipsia nel 1865, su iniziativa del medico Moritz Schreber, anche se in realtà lo "Schreberplatz" era inizialmente un parco giochi per i bambini (Kinderspielplatz) figli degli operai delle fabbriche, che qui potevano giocare e irrobustirsi seguiti ma un maestro. Solo in seguito si pensò al giardinaggio come attività ludica per i bambini, (Kinderbeete) coinvolgendone anche le famiglie che cominciarono a occuparsene anche in prima persona, costruendo recinti, pergolati e cancelletti. Nel 1891 a Lipsia così esistevano già 14 Schrebervereine (associazioni). Oggi lo storico "Schrebergarten" di Lipsia è monumento nazionale e dal 1996 esiste anche il Deutsche Kleingärtnermuseum.

Laubenkolonie a Berlino
Anche nel resto dell'Europa si sono diffusi gli orti urbani, soprattutto nell'immediato dopoguerra, in cui i cittadini potevono coltivare qualche ortaggio ed allevare piccoli animali da cortile, integrando la scarsa alimentazione. A causa anche della mancanza di case, in Germania si diffuse l'abitudine di erigere pergolati e capanni per gli attrezzi, resi poi con il tempo abitabili. Questa specie di "costruzione abusiva" fu tollerata a lungo dall'amministrazione locale, tanto che ancor oggi nei Kleingärten non è difficile trovare anche delle piccole abitazioni.
Schrebergärten a Monaco di Baviera
Attualmente in Germania gli orti urbani sono organizzati in associazioni. Alcuni sono cresciuti in maniera più o meno indiscriminata, anche se la maggior parte sono progettati da urbanisti. Reti di recinzione separano gruppi di 20 a 30 piazzole su cui vengono creati gli orti e in cui spuntano pergolati, le piccole capanne di legno, tutte più o meno uguali tra loro, e le cui dimensione sono regolate da leggi federali. Sono ammessi un massimo di 24 metri quadrati di superficie, compreso il prato (il terreno non coltivato) e il pergolato che deve essere costruito in modo che non possa essere considerato costruzione stabile.

L'Office International du Coin de Terre et des Jardins Familiaux ha stabilito dal 1926 le funzioni sociali dei Kleingärten:
  • offerta di una migliore qualità di vita nelle città: abbattimento delle polveri, aumento delle zone verdi, contrasto all'espansione edilizia, creazioni di biotopi, abbattimento dell'inquinamento acustico;
  • offerta alle famiglie della possibilità di attività all'aria aperta a diretto contatto con la natura;
  • offerta di attività alternative per contrastare lo stress d'ufficio e l'apatia;
  • offerta ai disoccupati della possibilità di integrare il proprio vitto e rendersi utili;
  • offerta agli immigrati della possibilità di integrazione territoriale;
  • offerta ai disabili e agli anziani di crescita sociale, aumento dell'autostima e contrasto all'emarginazione

    Ornamento da giardino: Gartenzwerge
    Una nota divertente: coloro che posseggono e coltivano un Kleingarten in Germania vengono chiamati in modo scherzoso "Laubenpieper", in cui Lauben è il pergolato e Pieper e il termine popolare per indicare il passerotto stanziale che fa il nido ovunque trovi un angolo accogliente e riparato.



Echter deutscher Laubenpieper

martedì 24 aprile 2012

Secessione in Alto Adige, gli Schützen a Bolzano

Schützen in Südtirol: Eine Zukunft ohne Rom?
Gli Schützen in Alto Adige: un futuro senza Roma?

di Iris Bonavida
Pubblicato in Austria il 14.04.2012
traduzione di Claudia Marruccelli per Italia dall'Estero

 In Alto Adige c’è ancora voglia di indipendenza – almeno tra gli Schützen [i secessionisti altoatesini, ndt] che marciano contro Roma. Anche se è poco chiaro se siano o meno sostenuti dai partiti e dal popolo.
Sfilata per la secessione
Sabato 14 aprile il conto alla rovescia sul sito dell’associazione degli Schützen altoatesini è apparso quasi minaccioso: mancavano solo due ore, quattordici minuti, due secondi. Poi a Bolzano sarebbe iniziata la “Freiheitmarsch” ["Marcia per la liberta", in realtà si tratta della Sfilata Secessionista, ndt] al grido di “Verso il futuro senza Roma”. Il capoluogo dell’Alto Adige si è trasformato in un luogo di incontro per simpatizzanti e sostenitori degli Schützen, nel contempo anche avversari dello stato italiano. La “Partenza” alle ore 20, tutti vestiti con i costumi tradizionali altoatesini, successivamente in piazza del municipio si è svolta una manifestazione. Erano previsti circa 4.000 partecipanti, provenienti dall’Alto Adige ma anche dall’Austria.
Il motivo di questa protesta è che la popolazione di lingua tedesca in Alto Adige – o almeno parte di essa – si sente sempre più spesso minacciata nella propria autonomia dal governo di Roma.
“L’obiettivo della nostra “Marcia per la libertà” è quello di convincere i nostri politici a passare dalle parole ai fatti. E iniziare con un addio all’Italia”, dice Elmar Thaler, comandante territoriale degli Schützen altoatesini, al quotidiano austriaco Die Presse. Egli auspica un futuro senza l’Italia, in realtà ci sarebbero quattro opzioni: ottenere la piena autonomia – probabilmente l’idea più moderata – un ritorno dell’ Alto Adige all’ Austria, uno stato autonomo o almeno la riunificazione del Tirolo. Per raggiungere uno di questi obiettivi, gli Schützen hanno organizzato questa marcia di protesta.

Cartello "turistico" al confine tra Austria e Italia
Il lusso di un’autonomia
Ma la situazione attuale in Alto Adige è davvero così problematica? “Semplicemente noi non apparteniamo all’’Italia, l’Alto Adige ha ben poco in comune con l’Italia”, dice Thaler. Un ulteriore punto di discussione è la situazione economica del paese – per cui Thaler ritiene di non dover pagare. l’Italia non potrà permettersi il lusso di concedere l’autonomia all’Alto Adige ancora per molto, dice.
Se però si chiedono a Thaler i dettagli dei suoi progetti, per esempio, cosa accadrebbe alla popolazione di lingua italiana in Alto Adige dopo la riunificazione del Tirolo, la cosa è chiara: questa eventualità non è ancora del tutto matura per realizzarsi. Secondo Thaler, non lo sarà affatto: “Gli Schützen mi scuseranno, loro sanno quanto la questione mi stia a cuore ” come dice lui: “nulla è impossibile,” – ma è compito dei politici occuparsi dei dettagli.
Perchè anche se esiste una manciata di simpatizzanti degli Schützen all’interno della politica altoatesina, questi non si considerano troppo coinvolti nella politica. Si autodefiniscono in modo un po’ complicato come “un’organizzazione che, in base alle tradizioni del territorio e alle regole sull’immigrazione della storia tirolese, ha il compito di proteggere la patria e l’identità del popolo tirolese da minacce e nemici interni ed esterni e di trasmettere questa identità tirolese alla gioventù, adattandosi ai tempi moderni,”, si legge sul sito web.
A prima vista questo avviene con successo. Tra gli Schützen si registra una crescita degli iscritti. In totale ci sono oltre 5000 membri, l’età media è, secondo Thaler, 38 anni circa. Il politologo Gunther Pallaver osserva anche che nel 2012, ci sarà un ulteriore aumento degli Schützen: “Non ci sono dati empirici, nessuna indagine per dimostrarlo. Ma posso dirvi dalla mia osservazione di aderente all’associazione che vi è una crescente simpatia per loro “. Ci sono un certo numero di fattori che vi concorrono, come la politica della globalizzazione”. C’è il ritorno verso la piccola realtà di provincia, l’interesse per il proprio popolo, il voler stare assieme. “Tuttavia in realtà il bilinguismo in Alto Adige sarebbe aumentato, secondo Pallaver. Il problema: mancanza di contatto tra i diversi gruppi linguistici. “Due terzi dei giovani hanno contatti solo con quelli del proprio gruppo linguistico”.

Manifesto della discussa manifestazione neofascista a Bolzano svoltasi nel 2011
Gli albori
Come è possibile che dopo tanti anni non regni ancora pace tra i due gruppi linguistici? “Dopo la Seconda Guerra Mondiale, si è sviluppato un sistema politico che si basa sulla separazione dei due partiti in conflitto”, ha detto Pallaver che confronta la situazione anche con quella in Kosovo o in Israele. La separazione avviene a livello sociale e istituzionale. La cooperazione tra i gruppi linguistici è praticamente inesistente. “La soluzione del problema sarebbe una maggiore promozione di occasioni di incontro, soprattutto tra i giovani”, dice Pallaver. Ad esempio, attraverso la creazione di scuole materne bilingue.

Il Tirolo e il Trentino
“Stimolare il dibattito”
Il 31enne Sven Knoll è probabilmente un buon esempio per il cambiamento della tradizione tirolese. Il deputato del partito “Süd-Tiroler Freiheit” appoggia la Marcia degli Schützer: “E’ legittimo protestare contro lo sviluppo politico italiano”, dice, perché l’autonomia dell’Alto Adige è in pericolo a causa dalle misure di austerità del primo ministro Mario Monti. C’è il rischio che il 90 per cento delle imposte che la popolazione altoatesina deve pagare – come prevede la legge – non rientri più nelle casse della regione. Con la marcia si può offrire l’occasione per stimolare la discussione, dice Knoll. Perché se non si discute del problema la pacifica coesistenza è a rischio.
Anche Werner Neubauer, portavoce altoatesino del FPÖ [Partito della Libertà, ndt], era tra i manifestanti di Bolzano. “Io sono del parere che la sfilata sia una buona opportunità per manifestare la posizione della Associazione degli Schützen e anche di gran parte degli altoatesini,” ha dichiarato al quotidiano “Presse am Sonntag”. Un altro motivo della sua presenza è il monito del deputato del SVP [Süd Tiroler Volkspartei, ndt] Karl Zeller. Pochi giorni fa ha asserito che lo statuto dell’ autonomia era seriamente minacciato da Roma . “L’Austria avrebbe dovuto rispondere, ma non mi risulta nessun intervento da parte del Ministero degli Esteri”, ha detto Neubauer.

Il bilinguismo obbligatorio a scuola
Ma la stragrande maggioranza dei partiti politici non appoggia i progetti degli Schützen. Il governatore Luis Durnwalder vede attraverso il “La marcia per la libertà”, un potenziale conflitto tra i due gruppi linguistici: “Non ha proprio senso ingannare la gente e dire che possiamo semplicemente decidere se ritornare o meno in Austria”. Sono solo illusioni, che non possono essere realizzate”. E questo significa mentire alla gente. Noi non vogliamo questo, perciò quindi non abbiamo partecipato a questa manifestazione”, ha detto Durnwalder. Serve solo ad aizzare la gente. In realtà la coesistenza tra altoatesini di lingua tedesca e di lingua italiana funziona bene. La protesta contro Roma renderebbe più difficili il dialogo con il governo italiano.
E anche Pallaver considera la manifestazione degli Schützen non priva di pericoli: “gli Schützen affermano che sono anti-fascisti e contrari alla politica. Ma a me non la danno a bere”. Avrebbero dovuto tagliare i ponti con il loro passato e rimettersi in discussione”. Fino al 1980 hanno sfilato con i neo-nazisti a Passau”, dice. Inoltre gli Schützen non sono mai stati impegnati nella tutela dei diritti umani e civili. “Sono ancora adagiati sul passato, non proiettati verso il futuro”, ha detto Pallaver. “Schengen ha minimizzato la frontiera del Brennero, non gli Schützen.” Ed è per questo che per lui l’organizzazione non è autorevole.
Il leader degli Schützen, Thaler, prende le distanze dalla estrema destra,che anche alla sfilata non sarebbe stata bene accetta. “Abbiamo esplicitamente chiesto che nessun estremista partecipasse”, dice Thaler. Se tuttavia, un estremista di destra si fosse presentato alla marcia sarebbe stato immediatamente fotografato e pubblicato su Internet.” Che Thaler pensi davvero che questa gente si lascia scoraggiare soltanto da una foto? “Per queste persone la cosa peggiore è quando il loro viso viene reso pubblico”, dice e aggiunge in dialetto: “preferiscono nascondersi come teneri agnellini da latte”.

mercoledì 18 aprile 2012

Italia e Austria a confronto

Guten Morgen Italien: Italia e Austria a confronto:
Cosa accomuna l’Italia con l’Austria


di Rainer Nowak
Pubblicato in Austria  il 06/04/2012
Traduzione di Claudia Marruccelliper Italia Dall'estero


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martedì 17 aprile 2012

Quello che non si può tacere: Was gesagt werden muss

Günter Grass premio Nobel per la letteratura nel 1999, fa ancora parlare di sè.
La sua recente poesia "Was gesagt werden muss" ha dato origine ad una serie di polemiche da parte degli israeliani e della comunità ebraica tedesca che lo hanno accusato di antisemitismo.

Ho tentato di farne una mia traduzione, pur non essendone all'altezza, per capire esattamente il contenuto della poesia. Grass  ha esposto le sue motivazioni rispondendo alle accuse mossegli in un'intervista al Süddeutsche Zeitung, che di seguito riassumo.

"Was gesagt werden muss"
“Quello che deve essere detto”

Von Günter Grass

"Perché sto in silenzio, taccio troppo a lungo,
ciò che è sotto gli occhi di tutti e viene praticato
come un gioco pianificato,
alla fine di cui come superstiti
siamo tutt’al più note a margine.

E’ il dichiarato diritto del primo colpo,
che potrebbe spazzare via il popolo iraniano
soggiogato da un megalomane
e costretto a gioire a comando,
poiché con il  potere in suo posseso
è sospettato di costruire una bomba atomica.

Ma perché mi chiedo non riesco,
a chiamare per nome quell’altro paese,
in cui da anni - anche se in segreto -
è a disposizione una potenza nucleare,
crescente ma incontrollata,
perché non è possibile alcun controllo?

Il silenzio generale di queste vicende,
a cui il mio silenzio è sottomesso,
lo sento come grave menzogna
una violenza, una punizione deve essere inflitta,
appena  lo si consideri;
l’accusa di "antisemitismo" è storia di tutti i giorni.

Ma ora, perché dal mio paese,
coinvolto di volta in volta da reati della stessa natura,
che non hanno paragone,
e di cui si chiede conto, continuamente
e solo per scopi commerciali,
anche se con parole superficiali
viene chiamata restituzione,
un altro U-boat ad Israele
viene consegnato, dotato soprattutto
di testate devastanti da inviare
laddove non è provata

l'esistenza di una sola bomba atomica ,
per dimostrare di essere una potenza da temere,
Dico ciò che deve essere detto.

Ma perché ho ​​taciuto fino ad ora?
Perché pensavo che la mia origine,
mai sporcata da  macchia indelebile,
lo vietasse, come fosse una verità strana detta
alla terra di Israele, a cui sono legato
e a cui voglio restare legato.

Perché parlo solo ora
che sono vecchio e con queste ultime righe:
Le armi nucleari di Israele minacciano
la pace nel mondo già così fragile

Perchè è necessario dire adesso
ciò che domani potrebbe essere troppo tardi dire;
anche perché noi – tedeschi già abbastanza accusati -
potremmo essere causa di un reato
lampante, per questa nostra complicità
che nessuna delle solite scuse
potrebbe cancellare.

Perché sono stanco
dell'ipocrisia dell'Occidente;
e così spero che anche altri
si liberino dal silenzio,
che invitino la causa del pericolo apparente
a rinunciare alla violenza e
allo stesso tempo insistano anche
affinché venga permesso dai governi dei due paesi
il controllo illimitato e permanente
del potenziale nucleare di Israele
e degli impianti nucleari iraniani
da parte di un organismo internazionale.

E così per tutti, non soltanto Israele e palestinesi,

per tutte le persone che vivono in questa
regione occupata dal delirio,
nemici l’uno accanto all’altro
e, infine, anche per noi
Ci sarà una via d’uscita"



Nach Debatte um sein Gedicht Grass präzisiert Kritik an Israel

06.04.2012,

Non verso la terra di Israele, ma solo nei confronti del governo di Netanyahu, erano rivolte le sue critiche: In una intervista al "Sueddeutsche Zeitung", Günter Grass spiega che ora scriverebbe la sua poesia su Israele in modo diverso. La critica contro di lui lo meraviglia, in particolare l’accusa di  “antisemitismo offensivo e a buon mercato”.

"Vorrei chiarire che in primo luogo mi sono rivolto verso l’attuale governo del premier Benjamin Netanyahu", Così Günther Grass parla nella sua intervista  con il SZ a proposito della sua controversa poesia "Quello che deve essere detto."

Lo scrittore aveva  nel suo poema "Quello che deve essere detto, pubblicato mercoledì scorso, accusato Israele di mettere a repentaglio la pace mondiale con la sua politica filoiraniana.Con essa egli scrive, Israele si arroga il diritto di colpire per prima, il "popolo iraniano soggiogato da un bullo e che esultando a comando, potrebbe spazzare via, solo perché nell’ambito delle potenze nucleari lo sospetta di costruire una bomba nucleare”.

Nell’ intervista al SZ Grass ha detto che dovuto dare maggiore chiarezza alla sua critica e che aveva voluto solo rispondere alla politica dell'attuale governo di Israele: "E’ quella che ho criticato, una politica che persiste nella costruzione degli insediamenti contro ogni risoluzione dell'ONU. Io critico una politica che crea nemici di Israele in numero sempre maggiore, forse avrei dovuto accentuare la cosa di più nella poesia"

Grass ha detto di non essere rimasto particolarmente colpito dalla massiccia critica verso la sua persona: "Sono sempre stato abituato ad essere fortemente attaccato per le mie opere, grandi e piccole”. Tuttavia, egli è deluso dal fatto che gli sono state mosse “accuse offensive e generiche di anti-semitismo". Non è lui, Grass un disturbatore della pace, ma l'attuale governo di Israele, che avrebbe messo in piedi uno spauracchio basatosu "l'Iran e l'ipotesi che abbia costruito una bomba atomica". Spera, però, che il dibattito diventi più oggettivo e costruttivo che in seguito si possa discutere del contenuto del suo poema.

Come punto importante della sua critica lo scrittore ha citato nella intervista al SZ la sua proposta, di mettere Israele e Iran sotto controllo nucleare. Egli crede che questo possa essere un modo per ridurre il pericolo di guerra.

"Vergognosa l'equivalenza morale tra Israele e Iran"


La critica della poesia di Grass non solo ha interrotto il Venerdì Santo della pasqua ebraica. Il primo ministro israeliano Netanyahu ha reagito offeso. "Il vergognoso confronto morale tra Israele e Iran - un regime che nega l'Olocausto e minaccia di distruggere Israele - dice poco su Israele, ma molto di più del signor Günter Grass", ha detto Netanyahu. La stampa internazionale ha quindi ricordato che Grass è stato in gioventù un membro delle Waffen-SS. Il presidente del Consiglio centrale della comunità ebraica Germania, Dieter Graumann, ha scritto che Grass aveva effettivamente abbandonato la Waffen SS ", ma a quanto pare, l'anti-semitismo delle Waffen SS di Grass, sarebbe ancora ben presente".

Inoltre Grass ha detto nell’intervista che è rimasto indignato di come i giovanissimi giudicano un uomo che è stato costretto all'età di 17 anni ad entrare nella Waffen SS contro la sua volontà. "Questa è una generazione, che oggi, a mio parere non fa buon uso dei propri diritti alla libertà".
Alla domanda se si ritenesse un amico di Israele, il premio Nobel, ha risposto che si augura che questo paese continui ad esistere e finalmente trovi la pace con i suoi vicini.

venerdì 30 marzo 2012

Spaghetti Bolognese

Spaghetti VS Tagliatelle alla Bolognese

In tutto il mondo sono l'incarnazione della cucina italiana. Però a Bologna, la città del ragù bolognese, gli spaghetti non vengono mai serviti alla bolognese. Il sugo a base di carne tipico di Bologna viene usato esclusivamente per le tagliatelle o la pasta all'uovo. Nel vero ragù alla bolognese in realtà c'è pochissimo pomodoro. E' un sugo di carne, che viene preparato con carne macinata, guanciale, carote, sedano, cipolle un po' di concentrato di pomodoro, latte, vino e brodo.

Sie sind auf der ganzen Welt der Inbegriff der italienische Küche. Dabei wird in Bologna, der Stadt aus der das Ragù Bolognese kommt, Spaghetti nie mit "Bolognese" serviert. Die für Bologna typische Fleischsauce wird ausschliesslich zu Tagliatelle, Eiernudeln, serviert. Auch hat ein echtes Ragù Bolognese nicht wirklich viel Tomatensauce drin. Es ist eine Fleischsauce, die mit Hackfleisch, Guanciale (Speck), Rüebli, Sellerie, Zwiebeln, ein wenig Tomatenmark, Milch, Wein und Bouillon gekocht wird.

Di seguito la ricetta originale depositata presso la Camera di Commercio di Bologna nel 1982

Die echte Bolognese Rezepte:

Ingredienti - Zutaten

Un ragù tradizionale per quattro persone (vier Personen) può essere preparato con:
  • 300 g di polpa di manzo (mageres Rinderfleisch)
  • 100 g di pancetta di maiale dolce (Speck oder Schweinebacke)
  • mezzo bicchiere di vino rosso (Sangiovese secco) (roter trockener Wein, lieber Sangiovese, halber Glas)
  • un bicchiere di brodo di carne (Fleischbrühe ein Glas)
  • 5 cucchiai di salsa di pomodoro (triplo o doppio concentrato) (EL Tomatenmark)
  • 1 cipolla, 1 carota gialla ed 1 costa di sedano, (50 g l'uno, interi)
  • un cucchiaio di panna da affioramento (Sahne oder Rahm)

Preparazione

  • Far soffriggere il trito di pancetta e verdure; aggiungere poi la carne di manzo tritata e, dopo una abbondante rosolatura, versare mezzo bicchiere di vino rosso (sangiovese) secco. (Fleisch mit Gemüse andüsten, und mit dem Wein angießen)
  • Ad evaporazione del vino terminata aggiungere la salsa di pomodoro, sale e pepe a piacere, un bicchiere di brodo di carne e continuare la cottura a fuoco basso per un paio d'ore, aggiungendo la panna. (der Wein verdünsten und Tomatenmark, Salz und Pfeffer dazu geben mit dem Rahm, und ein paar Stunden bei kleiner Flamme lassen)
  • Variante moderna: sostituire la pancetta, con carne di manzo più magra e di maiale (ad esempio salsiccia fresca), la panna con un paio di cucchiai di latte e soffrigendo carne e verdure in due cucchiai di olio extravergine di oliva. (leichter Variante: mit frische Sratwurst statt Schweinebacke, Milch statt Sahne)