Comprendere la cultura e i popoli di lingua germanica, i tedeschi, gli austriaci e gli svizzeri
martedì 4 settembre 2012
La Germania vista dagli scrittori europei: John Banville
Cosa dicono di noi gli scrittori europei (2a parte)
Articolo in lingua originale:
Europas Schriftsteller: Wie wir euch sehen
Un intero continente in crisi: Ovunque aleggia la minaccia della bancarotta, del collasso economico e della disoccupazione di massa. Molti europei sono quindi in collera con la ricca Germania e il governo di Angela Merkel: ma noi tedeschi siamo davvero così potenti? Siamo noi che tormentiamo l’Europa? Otto scrittori di Eurolandia hanno detto cosa pensano di noi.
John Banville (Ireland)Assillati da ogni tipo di difficoltà, noi irlandesi ora abbiamo sete di vittorie. Ecco perché molte migliaia di appassionati di calcio irlandesi si sono recentemente spinti fino in Polonia, per assistere ai mondiali di calcio. All’inizio del campionato, una mattina la prima pagina di un nostro quotidiano ha pubblicato la foto di un gruppo di tifosi irlandesi, che reggeva allegramente uno striscione su cui era scritto: “Angela Merkel crede, che ci stiamo dando da fare”. Una battuta davvero impertinente – ma che nasconde un atteggiamento indicativo. Tutta l’isola irlandese è stata per otto secoli una colonia britannica diventata indipendente solo nel 1922. Tuttavia nella giovane repubblica aleggia ancora una certa antipatia nei confronti della Gran Bretagna, presunta fonte di ogni male, nel passato come nel presente. Come ci si può aspettare che cresciamo, questo ci è stato chiesto, quando la grande matrigna minaccia ancora aldilà del mare d’Irlanda?
Poi abbiamo aderito alla CEE, come si chiamava allora e lentamente abbiamo iniziato a focalizzare meglio nostri obiettivi. Inizialmente l’adesione alla comunità europea era considerata poco più di una miniera d’oro dai nostri contadini, su cui le sovvenzioni della CEE si riversavano come una pioggia d’oro. Denaro gratis! In quei primi giorni nelle nostre menti l’Europa era considerata più o meno come grande blocco unico, in cui riuscivamo a stento a distinguere le varie nazione di cui la CEE era formata. Provavamo un certo affetto per la Germania, che alla fine non ci aveva mai bombardato, tranne una volta per errore. Oggi tuttavia la Germania non è più solo quella lontana nazione produttrice di automobili di marca, ma si è improvvisamente investita del ruolo di amministratore finanziario dell’Europa, il cui portafoglio ben chiuso si apre con riluttanza. In altre parole: a est della nostra isola è spuntata un’altra madre, più forte della Gran Bretagna. Una mamma che ci dice che non ci sono più soldi finché non mettiamo in ordine la cameretta. Angela Merkel crede che ci stiamo dando da fare? Con l’aiuto del cielo e dell’alta finanza: dovrebbe ben saperlo lei.
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